Tumori: è il momento di cure più razionali

Tumori: è il momento di cure più razionali Si chiude oggi il convegno oncologico di Torino Tumori: è il momento di cure più razionali Questa esigenza è sentita soprattutto in Italia dove esiste, tra regione e regione, una grandissima differenza di terapie TORINO — Non si deve principalmente al farmaco né all'apparecchiatura sofisticata se per i tumori, in campo mondiale, si registrano dei successi, ossia un allungamento dei tempi di sopravvivenza: se ciò accade è dovuto soprattutto alla interdlsciplinarità degli interventi di diagnosi e cura, alla collaborazione di più specialisti nella esecuzione di protocolli terapeutici adeguati, «costruiti» secondo un rigoroso programma scientifico e basati sulle più precise conoscenze della storia e dell'evoluzione d'ogni tipo di tumore. •Ancora una volta — dice il prof. Enrico Anglesio, presidente del comitato organizzatore alle "riunioni integrate di oncologia" — questa linea di tendenza è stata confortata al nostro congresso dalle esperienze di decine e decine di ricercatori. L'obbiettivo che ci si deve porre anche in Italia è dunque quello di una nuova organizzazione sanitaria, che esca dalle confusioni e dalle imperizie attuali, in modo che ogni regione possa garantire ai malati di tumore programmi terapeutici omogenei, corretti scientificamente, interdisciplinari e contestuali,. Il convegno oncologico tori' nese volge al tei mine. Oggi si ascolteranno relazioni sui •bilanci a distanza delle terapie antineoplastiche; con va rie valutazioni clinico-statistiche. Nel nostro Paese la situazione non è lieta, come in nessun altro luogo del mondo, purtroppo, in campo tumorale. Ogni anno muoiono in Italia 120 mila persone di cancro (un quinto della mortalità totale). Almeno settantamila di quei decessi sono imputabili alla virulenza, all'aggressività della malattia. Nella presentazione del Piano nazionale contro i tumori, di recente illustrato dal ministro della Sanità Aniasi, si sono conosciuti altri dati significativi. Si registrano in Italia 210 mila nuovi ammalati di cancro l'anno, ai quali vanno aggiunti centomila individui che devono essere curati per recidive. Le degenze necessarie per le cure di que sta Imponente massa di per sone sono pari a dieci milioni di giornate in ospedali o isti tuti specializzati e il costo as sistenziale complessivo supe ra i settecento miliardi di lire ogni dodici mesi. Il Piano contro i tumori avrà durata triennale, con un costo di gestione previsto in tredici miliardi di lire. Gli in terventi che prevede sono, in sintesi, nel solco delle raccomandazioni che ricercatori e clinici hanno lanciato anche dal convegno torinese: pre venzione primaria; interventi di massa per la diagnosi precoce; per il miglioramento delle attività diagnostiche e terapeutiche; potenziamento della ricerca applicata e trasferimento clinico dei migliori risultati; interventi di educazione sanitaria e di bonifica ambientale. Esiste una polemica, emersa anche ai margini congressuali, sulla diagnosi precoce dei tumori che consentirebbe in Italia, se fosse effettuata, di evitare — si dice — trentamila morti l'anno. I cittadini, bersagliati da questo ammonimento sulla necessità di diagnosticare precocemente la malattia, sembrano quasi gli unici colpevoli delle carenze assistenziali-organizzative del Paese. Mentre in realtà, ammettono 1 cancerologi più realistici, per moltissimi tipi di tumore la diagnosi precoce non è di facile esecuzione, nemmeno se l'intera popolazione fosse sensibilissima all'esigenza di periodici control11 sanitari. Molte più opinioni concordi, invece, si raccolgono su un altro dato emerso durante la presentazione del Piano triennale anti-tumori: se ci fossero omogeneità di buoni protocolli terapeutici e strutture di cura uniformi nelle varie regioni italiane, almeno ventimila decessi l'anno potrebbero essere evitati. Questo discorso, naturalmente, riguarda 1 tempi di sopravvivenza. Tranne che per alcuni tipi di tumore (l'Hodgkin, le leucemie dei bambini, il cancro della prostata e quello abbastanza raro dei testicoli) in campo mondiale non si son fatti progressi terapeutici molto confortanti o risolutivi. Lo testimonia la tabella che qui pubblichiamo, relativa agli Incrementi delle sopravvivenze registrati nel 1973 rispetto a dieci anni prima. Il paragone statistico viene da fonte attendibile, il National Cancer Institute degli Stati Uniti. Lo stesso organismo, poche settimane fa, ha reso noto che oggi, rispetto al 1973, l'incremento del tempi di sopravvìver za non ha purtroppo subito mutamenti rimarchevoli. Franco Giliberto Sopravvivenza dopo 5 anni Tipo di tumore Casi diagnosticati nel triennio 1960-1963 1970-1973 PROSTATA 50% 63% MAMMELLA 63% 68% VEcnri maschi 53% 61% VE<al>ll,A femmine 53% 60% OVAIO 32% 36% TESTICOLI 63% 72% POLMONE —J* '* MELANOMA ~2L g* «* rninv maschi 42% 47% iuiajn femmine 44% 50% maschi 4% 27% LEUCEMIE femmine 3% 29% bambini 4% 34% maschi 34% 66% HODGKIN femmine 48% 69% bambini 52% 90% (Valutazione statistica del National Cancer Institute, pubblicata dall Herald Tribune)

Persone citate: Casi, Enrico Anglesio, Franco Giliberto, Hodgkin

Luoghi citati: Italia, Stati Uniti, Torino