Indiziati Ventriglio, Barone, Guidi per i rimborsi ai clienti di Sindona di Marzio Fabbri

Indiziati Ventriglio, Barone, Guidi per i rimborsi ai clienti di Sindona Indiziati Ventriglio, Barone, Guidi per i rimborsi ai clienti di Sindona Comunicazione giudiziaria anche per Fignon - Il reato ipotizzato è «bancarotta preferenziale» - Dopo il crack delle banche del finanziere i quattro ex dirigenti del Banco di Roma avrebbero autorizzato la resa delle somme depositate privilegiando numerosi personaggi DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MILANO — Il giudice istruttore Bruno Apicella, il magistrato che conduce l'istruttoria sul crack dell'impero Sindona, non pare impressionato dall'attacco mossogli pochi giorni fa da alcuni componenti democristiani della Commissione parlamentare d'inchiesta sul finanziere di Patti e procede per la sua strada. Ieri ha emesso quattro comunicazioni giudiziarie per «bancarotta preferenziale» nei confronti di Giovanni Guidi. Mario Barone, Ferdinando Ventriglia e Giovan Battista Fignon che all'epoca della dichiarazione di insolvenza delle banche sindoniane rappresentavano il vertice del Banco di Roma; Fignon fu addirittura nominato direttore generale della Banca Privata Italiana, ultima creatura di Sindona nata dalla fusione della Banca Unione e della Banca Privata Italiana. Il provvedimento nei confronti di alcuni tra gli ex maggiori esponenti del mondo creditizio italiano significa che il magistrato inquirente ha aperto una inchiesta che potrebbe accertare loro responsabilità in relazione al fatto che alcuni depositanti sulle banche di Sindona vennero sollecitamente rimborsati (persino prima della dichiarazione di insolvenza) mentre altri dovettero attendere mesi perdendo tutti gli interessi. E' singolare che queste comunicazioni giudiziarie giungano a tanto tempo dai fatti. E' probabile che gli inquirenti siano venuti in possesso in questi giorni di nuovi elementi d'accusa e non è escluso che anche loro abbiano beneficiato di quel pozzo di san Patrizio che era l'archivio custodito dal gran maestro della loggia P2 Licio Gelli. Non è comunque ancora possibile sapere a quali rimborsi si riferisca l'accusa di bancarotta preferenziale, potrebbe trattarsi dei 500 famosi depositanti privilegiati che riebbero indietro tutti i loro soldi dopo la dichiarazione di insolvenza perché figuravano provenienti da una banca svizzera anche se era del gruppo Sindona. la Finabank di Ginevra. Ferdinando Ventriglia, all'epoca amministratore delegato del Banco di Roma, autorizzò i rimborsi spiegando di averlo fatto su parere della Banca d'Italia per .salvaguardare il buon nome del sistema creditizio italiano all'estero.. Ma l'allora governatore dell'istituto di emissione Guido Carli, controbattè specificando di avere dato ordine, prima di pagare, di controllare che non si trattasse di società facenti parte del gruppo Sindona o di italiani esportatori di valuta all'estero. Che i 500 siano in parte ita liani e in parte società sindo niane è un fondato sospetto degli inquirenti, confermato dai ricordi di Carlo Bordoni ex braccio destro di Sindona ma non è una certezza in quanto la copia dell'elenco in possesso dalla magistratura è un lungo elenco di cifre e numeri di codice. Per saperne di più, la giustizia milanese aveva anche a lungo inquisito i vertici del Banco di Roma giungendo a mettere in carcere Mario Barone. Questi, indicato da Ventriglia come l'unico in grado di fornire l'elenco «in chiaro», finì sotto processo ma evitò una dura condanna per l'applicazione della amnistia. L'ex amministratore delegato del Banco di Roma cercava di suggerire una acredine di Ventriglia nei suoi confronti, risalente al momento della sua nomina che fu sollecitata, ed ottenuta, da Sindona ad Andreotti. Ma c'è chi ricorda come potrebbero esserci, oltre ai 500, altri beneficiari di rimborsi privilegiati, ad esempio si fa notare che la finanziaria vaticana Istituto opere di religione (Ior) nel '74, pochi mesi prima del crack, disponeva di un deposito presso le banche di Sindona di 40 milioni di dollari che non rimasero congelati come il denaro dei risparmiatori perché, fortunosamente, i depositi fiduciari erano stati tempestivamente spostati. Da registrare, nella stessa inchiesta, tre mandati di comparizione nei confronti di altrettanti componenti il consiglio di amministrazione della Banca Unione. Si tratta di atti che completano il panorama delle responsabilità individuali degli amministratori. Hanno ricevuto i mandati il commercialista Ariberto Mignoli, Giuliano Magnoni, consuocero di Sindona, e Pietro Paolo Marenda che tra l'altro è consultore della prefettura apostolica della Santa Sede. Marzio Fabbri

Luoghi citati: Ginevra, Milano, Patti