Vivace scontro tra presidente e parti civili nel dibattimento per la morte di Vendemini di Giorgio Viglino
Vivace scontro tra presidente e parti civili nel dibattimento per la morte di Vendemini Forlì: più calda l'atmosfera mentre il processo si avvia alla fine Vivace scontro tra presidente e parti civili nel dibattimento per la morte di Vendemini DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE PORLI' — Man mano che passano i giorni, l'atmosfera si riscalda sempre di più al processo Vendemini. Non dipende soltanto da quest'afa opprimente da estate inoltrata, ma anche dalla contrapposizione di interessi, ormai sempre più evidente, non tanto fra imputati e parte civile, quanto fra tutte le parti in causa. Ogni imputato è contro tutti, e perfino qualche teste sembra preoccupato soltanto di non incorrere in complicazioni. Di ventidue testimoni, a questo punto, ne sono stati sentiti sedici, quattro sono a disposizione per quest'oggi e ne mancano soltanto due: uno è Giancarlo Primo, ex commissario tecnico della Nazionale, per il quale è stata chiesta l'incriminazione. Il presidente De Castro ha detto che nemmeno il fonogram¬ ma spedito al teste è stato recapitato perché il destinatario si è trasferito ad indirizzo sconosciuto. Tutti sanno, infatti, che Primo, residente a Roma fino all'inverno scorso, si è trasferito a Livorno, dove allena la squadra locale, Magnadyne, ma per il tribunale probabilmente rimarrà irreperibile. La tensione in aula è sfociata nella prima mattinata in un violento scontro verbale tra il presidente ed alcuni avvocati di parte civile, minacciati di rapporto all'Ordine per comportamento scorretto in aula. Gli avvocati Parini e Santarelli hanno lamentato a loro volta «un atteggiamento preconcetto nei confronti di alcuni avvocati e dei loro assistiti». A fatica si è potuto portare a termine l'interrogatorio del perito d'ufficio prof. Walter Morgagni. Il presidente ha chiesto conferma di tutti i punti controversi della relazione, e le difese di Venerando e Giuliane hanno tentato di smontare le conclusioni della relazione: 'Vendemini, doveva, e non soltanto poteva, essere fermato. Fin dal 74». Alle contestazioni del presidente e dell'avvocato Cuttica, difensore di Venerando, il prof. Morgagni ha aggiunto: 'Secondo una pubblicazione di più autori, fra cui lo stesso Venerando, non già la sindrome di Marsan, ma soltanto il doppio soffio cardiaco è condizione ostativa di ogni pratica sportiva». Altra deposizione chiave è quella del dirigente responsabile della società torinese, che ha inchiodato Milardi, negando di aver mai avuto da lui il minimo avvertimento circa le condizioni di salute del giocatore. 'Prendendo Vendemini, dopo che aveva disputato un'Olimpiade, eravamo totalmente rassicurati sotto l'aspetto medico», ha detto il dottor Di Stefano. Per aggiungere poi, a chi gli domandava se era stato chiesto al giocatore se avesse fatto tutte le visite: 'Sarebbe come chiedere a un laureato in ingegneria se ha la licenza elementare». Giorgio Viglino
Persone citate: Cuttica, De Castro, Di Stefano, Giancarlo Primo, Marsan, Morgagni, Parini, Santarelli, Walter Morgagni
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