Calvi respinge tutte le accuse mercoledì riprende il processo

Calvi respinge tutte le accuse mercoledì riprende il processo Depositati i verbali degli interrogatori del finanziere in carcere Calvi respinge tutte le accuse mercoledì riprende il processo DALLA REDAZIONE MILANESE MILANO — Mercoledì prossimo Roberto Calvi e gli altri finanzieri arrestati per ordine del sostituto procuratore generale Gerardo D'Ambrosio con l'accusa di esportazione clandestina di valuta, compariranno in aula per la seconda udienza del processo per direttissima a partire dalla quale si dovrebbe entrare nel vivo del fatti. Dalla lettura degli atti depositati in cancelleria una delle prime cose che saltano all'occhio è il ruolo centrale ancora una volta giocato da Licio Gelli, il Gran Maestro della Loggia P2 — cui anche Calvi era affiliato — o per essere più precisi dall'imponente archivio che il venerabile massone aveva messo insieme e conservava presso la ditta «Gioie» ad Arezzo. E' stato probabilmente questo materiale ad imprimere una svolta decisiva all'inchiesta sulle presunte irregolarità valutarie del gruppo Calvi, che fino a poco tempo prima era affidata alla procura della Repubblica milanese. Il giorno 22 maggio, nel carcere di Lodi, il giudice D'Ambrosio ha contestato ad esempio a Calvi, durante le oltre sei ore di interrogatorio, il ritrovamento di una busta sigillata, con firme di Gelli. e intestata -Cambiale e documenti signora Anna Bononni e Calvi-. Spiega il finanziere che si tratta di un episodio separato senza relezione con quello per il quale è inquisito e si riferisce ad un documento •che decidemmo di sottoscrivere, la signora Bonomi e io, allorché insieme, presente Gelli, ci trovammo a colazione a casa del dottor Cosentino a Roma. Ricordo — prosegue Calvi — cfte Cosentino si prodigò, trovandosi la Bonomi in difficoltà economiche o meglio nella situazione di avere interesse a buoni rapporti con il gruppo Ambrosiano, affinché sottoscrivessimo un accordo di collaborazione di massima tra i due gruppi». Spiegato che Gelli era il depositario dell'accordo, Calvi deve prendere atto anche di un altro documento uscito dal pozzo di San Patrizio del Gran Maestro. -Si riferisce ad un mutuo di due miliardi messi a disposizione di Anna Bonomi su pegno di gioielli periziati da Bulgari-. In sostanza fu aperto, con quel pegno, un conto, intestato a persona di fiducia della Bonomi (un certo Marinoni) sul Banco Ambrosiano. Ancora: •Prendo visione della cambiale estera per l'importo di dollari 5.G1&.670 dai quali potrebbe anche dedursi che l'operazione Toro e Credito Varesino fu condotta da Anna Bonomi e da me: escludo che io abbia fatto con la Bonomi l'operazione... La cambiale era uno dei problemi che aveva la Bonomi e che provocò l'intervento di Cosentino e di Gelli al seguito del quale fu aperto quel conto di cui ho parlato poco prima e che esiste ancora». Il giorno seguente al magistrato Calvi risponde in merito ad altri documenti di Gelli, alcuni veri (come la relazione della Banca d'Italia sull'operazione Toro e Varesino) e altri falsi serviti, per l'accusa, forse a mettere in piedi ricatti contro la Bonomi o l'anziano ex presidente dell'Ambrosiane Canesi. • Tutti questi documenti — è la risposta — sono una costruzione folle e sono letteralmente sconcertato ed anche gravemente preoccupato-. Quindi Calvi tenta di spiegare che aveva taciuto particolari per non compromettere la posizione di Canesi conosciuto da 35 anni e al quale deve la sua carriera. Tra i particolari taciuti emerge il famoso patto di sindacato con la famiglia Zanon, uno degli azionisti di controllo della Toro prima dell'ingresso di Calvi, di cui il presidente del Banco Ambrosiano non aveva dato notizia negli interrogatori precedenti per non -aggravare la posizione di Canesi». Sul resto dell'operazione Toro, però, Calvi ha mantenuto la sua linea di difesa intransigente respingendo con insistenza l'ipotesi di essere a conoscenza delle persone o del gruppi che si celavano dietro le fiduciarie che acquistarono i pacchi dalla Centrale. La Banca del Gottardo, secondo Calvi, si sarebbe limitata a rispondere alle sue richieste di informazioni, di aver già segnalato alle autorità svizzere che dietro le fiduciarie c'era un residente estero e non quindi lo stesso Calvi o qualcuno dell'AmbrosianoCer.trale.

Luoghi citati: Arezzo, Lodi, Roma, Varesino