La coalizione di cristallo di Tito Sansa

La coalizione di cristallo OSSERVATORIO La coalizione di cristallo I liberali della Saar starebbero «sabotando la coalizione di governo socialdemocratico-liberale» a Bonn mediante la partecipazione alla stesura di disegni di legge «contrari agli interessi dei lavoratori» che i democristiani intendono presentare al Bundesrat, il Parlamento federale dei Laender. La denuncia, fatta dal capo dei socialdemocratici della Saar, Laepple, è l'ultima notizia sul «fronte della coalizione di governo» che ogni giorno rivela nuove crepe. Laepple afferma che la collaboratone dei liberali con i democristiani sarebbe stata decisa con il benestare del direttivo, e chiede una spiegazione al capo del partito, il vice Cancelliere Genscher. La notizia del «sabotaggio» liberale alla coalizione ormai non stupisce più, dopo le ultime piroette e i funambolismi del direttivo e le dichiarazioni di fedeltà all'alleanza con i socialdemocratici espresse appena domenica scorsa al eoncresso di Colonia e prontamente smentite dai fatti, a Berlino (dove i liberali appoggeranno «dall'esterno» un governo democristiano) e a Magonza dove (in cambio del favore) riceveranno due poltrone ministeriali. A Bonn non ci si pone neppure più la domanda «se» l'attuale coalizione resisterà fino alla fine della legislatura, nel 1984, ma piuttosto ci si chiede «quando andrà in frantumi». Contrasti e divergenze, soprattutto sulle misure di risparmio necessarie per ridurre l'enorme passivo del bilancio, sono venuti alla ribalta anche durante il dibattito dinanzi al Parlamento di Bonn. Ma lo scontro, che sarà la cartina di tornasole dell'alleanza, è staio rinviato a dopo le ferie. Al momento attuale preoccupano le lotte di correnti all'interno del partito, le rivolte della base a Berlino, che vuole tener fede ad ogni costo alle promesse fatte durante la campagna elettorale (prima del voto del 10 maggio) e cioè: o al governo o all'opposizione, «in nessun caso» a favore di un governo democristiano nella ex capitale. A Berlino, un congresso straordinario de! partito ha deciso a stragrande maggioranza di passare all'opposizione. Ma il capo del partito, Genscher, chiamato il «Supertattico», ha suggerito di «dare una change» al vincitore delle elezioni berlinesi, il democristiano Richard von Weizsaecker. Prontamente, quattro dei sette deputati liberali berlinesi (tra cui il sindaco tuttora in carica, Brunner, ex commissario Cee) hanno aderito, provocando la rivolta degli iscrìtti, che chiedono le loro dimissioni e chiederanno (e probabilmente otterranno) la loro espulsione dal partito. Berlino, tradizionale roccaforte socialdemocratica, avrà dunque da giovedì 11 giugno un governo democristiano, di minoranza, dipendente dalla benevolenza dei liberali sconfitti. Cosi come a Bonn il Cancelliere socialdemocratico Schmidt è prigioniero degli uomini di Genscher, se vuole rimanere al potere. Weizsaecker potrà comunque agitare lo spauracchio di nuove elezioni, che porterebbero a una sicura sconfitta liberale. Tre sono le posizioni all'interno del partitino che decide a Bonn e nelle regioni sulla vita politica: una base di sinistra nelle grandi città che vuole «rimanere attendibile» e perora l'alleanza con i socialdemocratici; un'elite in provincia (come a Magonza) che preme per il divorzio dai socialdemocratici; una dirigenza a Bonn per la quale tutte le alleanze sono buone, purché servano a rimanere al potere. Già vi sono cenni di scissioni, e il segretario Verheugen lancia appelli all'unità perché avrebbero effetti deleteri a Bonn. Tito Sansa Genscher, leader liberale tedesco: è accusato di «sabotaggio»

Persone citate: Brunner, Richard Von Weizsaecker, Schmidt, Verheugen, Weizsaecker