I redattori del Corriere in assemblea «Se ne vadano i giornalisti della P2» di Marzio Fabbri

I redattori del Corriere in assemblea «Se ne vadano i giornalisti della P2» Proclamato imo sciopero di ventiquattro ore per tutte le testate del gruppo Rizzoli I redattori del Corriere in assemblea «Se ne vadano i giornalisti della P2» Comitato di redazione e consiglio di fabbrica non considerano «moralmente credibile» l'attuale proprietà MILANO — La rottura fra proprietà e sindacato nel gruppo Rizzoli si è approfondita dopo lo sciopero di 24 ore deciso ieri dall'assemblea generale per tutti i quotidiani del gruppo (Corriere della Sera. Gazzetta dello Sport, Occhio, Mattino. Lavoro, Corriere medico e Corriere di Informazione) e i periodici. Non è più solo il problema delle nuove nomine manageriali e giornalistiche ad essere ai centro dello scontro. Uno dei leaders del consiglio di fabbrica del Corriere, Ennio Stefanoni, ha avanzato all'assemblea generale tre applauditissime proposte: allontanamento temporaneo di tutti i giornalisti presumibilmente iscritti alla loggia P2, proibizione all'editore Angelo Rizzoli e all'amministratore delegato Bruno Tassan Din di modificare le strutture dirigenziali del gruppo fino al chiarimento delle loro rispettive posizioni, convocazione di una pubblica assemblea in via Solferino con la partecipazione di rappresentanti politici, sindacali e di tutte le forze democratiche. Ai giornalisti presunti iscritti alla P2 è stato rivolto l'invito a dimettersi o comunque di mettersi temporaneamente a riposo *se non vogliono* come ha detto Stefanoni tessere cacciati con la forza*. Il leader del comitato di redazione Raffaele Fiengo ha chiuso l'assemblea chiedendo un applauso «cosi forte che arrivi fino a Napoli dove Roberto Ciuni continua a firmare il quotidiano "Il Mattino"». La posizione di intransigenza del sindacato del Corriere sull'affiliazione alla P2 è pienamente condivisa dalla Federazione nazionale della stampa. *Il mestiere del giornalista e l'affiliazione ad una setta segreta sono assolutamente inconciliabili* dice il segretario nazionale Piero Agostini 'indipendentemente dagli eventuali reati commessi dagli aderenti alla P2 su cui non spetta a noi pronunciarci*. Circa l'intenzione di fare nuove nomine da cui l'editore Rizzoli e Tassan Din, secondo il sindacato, dovrebbero astenersi, l'azienda respinge le accuse. *Non abbiamo intenzione di fare delle nomine in violazione degli accordi con il sindacato* dice un portavoce della Rizzoli, sottolineando che la designazione del direttore del Corriere e di altri managers non sarebbe comunque di spettanza del consiglio di amministrazione che si riunirà oggi senza uno specifico ordine del giorno, ma con l'in¬ tenzione di discutere le decisioni appena prese dall'assemblea degli azionisti. Secondo fonti interne al Corriere tuttavia qualche contatto in vista di possibili nomine c'è stato. Dopo le dimissioni di Lorenzo Jorio (la cui liquidazione verrebbe pagata con la cessione del quotidiano II Lavoro di Genova), Mario Speranza avrebbe rifiutato l'incarico di direttore della divisione quotidiani, mentre Alberto Ronchey, contattato per la direzione del Corriere, avrebbe dichiarato una propria disponibilità di massima sia pure a due condizioni: la nomina di un garante e la possibilità di scegliersi i più diretti collaboratori come gli eventuali vicedirettori. 'L'azienda — spiega un portavoce della Rizzoli — dovrebbe essere in grado di scegliere il garante entro la fine della settimana*. Il nome di Bruno Visentini continua a circolare e non viene né smentito né confermato dalla Rizzoli. In sostanza la tesi dell'editore, emersa anche ieri mattina nel corso di un incontro tra il sindacato e l'amministratore delegato Bruno Tassan Din. è che non c'è motivo di proclamare lo stato di agitazione (.anche per evitare* ha detto Tassan Din «ripercussioni negative* non meglio specificate) e che l'azienda si accinge a nominare un garante che valuterà le nuove nomine giornalistiche. Sulla sorte di Franco Di Bella, attualmente ancora direttore del Corriere, non è emerMarco Borsa Marzio Fabbri (Continua a pagina 2 in quinta colonna)

Luoghi citati: Genova, Milano, Napoli