Editti del periodo napoleonico raccontano la storia di Modena di Franco Minelli

Editti del periodo napoleonico raccontano la storia di Modena Una pubblicazione edita a cura del Comune e del museo del Risorgimento Editti del periodo napoleonico raccontano la storia di Modena MODENA — -La storia di Modena attraverso i manifesti - Il periodo napoleonico*: è il titolo di una pubblicazione edita in questi giorni a cura del dipartimento Istruzione e Cultura del Comune e del Museo Civico del Risorgimento. Si tratta di un libro a schede che comprende un fascicolo introduttivo e delle riproduzioni anastatiche di una trentina di manifesti, bandi e proclami dell'epoca evocata, gli originali dei quali si conservano nelle raccolte del Museo del Risorgimento della nostra città. La formula pare azzeccata. Tant'è che analoghe pubblicazioni dedicate negli anni scorsi a Modena medioevale e nel periodo ducale si sono rapidamente esaurite, e se ne dovrà attendere la ristampa per esaudire le richieste che provengono dal mondo della scuola e del collezionismo diffuso degli amatori di storia locale. Il carattere della nuova pubblicazione resta essenzialmente quello del sussidio didattico rivolto alla scuola, in particolare ai ragazzi della fascia dell'obbligo. L'intento è di corrispondere a una esigenza di maggiori conoscenze intorno alla storia locale, inevitabilmente trascurata dai libri di testo. Alla storia scritta con le maiuscole si vuole insomma affiancare la storia locale e minore per rendere più completo, e forse così anche più umano, il quadro del passato. L'esposizione dei fatti nelle parti Introduttive è volutamente rapida e essenziale, per offrire a insegnanti e alunni, in poche pagine, un corpo sufficiente di informazioni da approfondire con lo studio e l'esame dei documenti allegati e delle opere indica¬ te nella bibliografia di appendice. Il tempo rivisitato dai curatori del nuovo volume è dunque il tempo di Napoleone. I manifesti riprodotti nella cartella datano dal 1796 al 1814. un arco di 18 anni, in cui la storia prese a girare cosi vor- ticosamente da produrre avvenimenti e cambiamenti sui quali si continua a discutere e a scrivere dopo quasi due secoli. I centri nevralgici di questi mutamenti, le tappe decisive di questo ansimare della storia coincisero con alcune grandi capitali, e gli interessi che in esse confluivano con i campi di battaglia sui quali si decisero i destini di Stati e istituzioni. Interessante è verificare, sulla scorta del materiale fornito dalla pubblicazione, che riflessi si produssero in un'area marginale rispetto ai centri e agli avvenimenti decisivi, quale poteva essere appunto il territorio degli Stati Estensi, e nella loro capitale che era appunto Modena. Si può constatare, in altri termini, come Modena visse quegli avvenimenti. Una prima osservazione che viene spontanea, scorrendo questa raccolta di manifesti che si apre con un proclama di un sovrano mite e bonario, Ercole III, costretto precipitosamente a fuggire davanti all'irrompere delle truppe napoleoniche nella Penisola e a cercare rifugio a Venezia, riguarda un divario vistoso tra gli enunciati generali, i principi in nome dei quali si dice di agire e si chiede di essere legittimati, e le azioni che via via si compiono da parte dei vari poteri che si alternano e si sovrappongono in dipendenza dell'incalzare degli avvenimenti. Nei diciottc anni considerati è una sarabanda di poteri, di occupazioni, di legislazioni: i francesi, gli austriaci, i russi, la Repubblica Cispadana, la Repubblica Cisalpina, il Regno d'Italia, il Re di Napoli Goiacchino Murat, ed infine la Restaurazione Estense ad opera del Congresso di Vienna Uno degli ultimi manifesti (tutti stampati dalla medesima tipografia «Eredi di Bartolomeo Soliani» evidentemente indotta a porre i torchi al servizio dei vari regimi che si avvicendavano) reca la firma nientemeno che del ministro di Stato, e degli affari esteri, di Sua Maestà Imperiale e Reale Apostolica il Principe di Metternich, che annuncia la destituzione dal troiio di Napoleone Bonaparte e l'abolizione del diritto di eredità stabilito nella sua famiglia. L'ultimo fac-simile della raccolta riguarda le modalità per il ritorno dei sovrani. Francesco IV e Maria Beatrice d'Este, a Modena, il 15 luglio 1814, con complicate norme per regolare il traffico delle carrozze nell'occasione e la minaccia d'arresto per i cocchieri che non vi avessero ottemperato Franco Minelli

Persone citate: Bartolomeo Soliani, Ercole Iii, Maria Beatrice D'este, Murat, Napoleone Bonaparte