Caso Vendemini: da teste a imputato l'ex c.t. della nazionale di basket? di Giorgio Viglino

Caso Vendemini: da teste a imputato l'ex c.t. della nazionale di basket? La richiesta è di uno degli avvocati, ma il p.m. per ora si riserva Caso Vendemini: da teste a imputato l'ex c.t. della nazionale di basket? Il tecnico Giancarlo Primo sarebbe stato al corrente delle condizioni di salute del giocatore - La vedova dell'atleta, invece, non sapeva che il marito era malato DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE FORLÌ' — Colpo di scena al processo Vendemmi. Dopo la testimonianza del presidente della Federazione italiana pallacanestro, prof. Enrico Vinci, contenente accuse precise all'ex commissario tecnico della Nazionale Giancarlo Primo, l'avv. Melchionda ha chiesto l'incriminazione del tecnico per omicidio colposo, in concorso con gli altri otto imputati. Primo, convocato come testimone, finora non si è presentato. Sollecitato con fonogramma, ha ora una ragione in più per venire in aula e dare la propria versione dei fatti. Il p.m. dott. Branca ha infatti tenuto in sospeso la richiesta dell'avv. Melchionda in attesa di sentire Primo Già nei giorni scorsi dal «clan» del dott. Borghetti. medico federale, era stato fatto rilevare che risultava perlomeno strano che il medico fosse rimasto solo a rispondere di quanto è avvenuto, malgrado l'organigramma della squadra nazionale non lo vedesse di certo al vertice. Vinci, presentatosi a testimoniare, dopo le anticipazioni contrarie dei giorni scorsi, ha detto a chiare lettere che Primo l'ha tenuto all'oscuro di tutto, quasi non citando Borghetti che aveva compiti strettamente professionali, ma in subordine al tecnico. Primo del resto, secondo voci diffuse nell'ambiente cesiistico, era al tempo dei fatti l'autentico padrone della Nazionale. Testimonianza attesa, nella giornata, quella della vedova Vendemmi. Laura Bruno, studentessa, una ragazza minuta e timida. Laura Bruno non ha mancato di affermare quanto è a sua conoscenza, e cioè che il marito non sapeva nulla della malattia e che è stato Milardi ad avere l'idea della cessione. La giovane signora ha smentito con un filo di voce l'affermazione del Milardi stesso, dichiarando che il 16 giugno del 76 Luciano Vendemmi venne convocato nella casa romana del presidente Milardi, e gli venne comunicata la decisione irrevocabile della società di cederlo al miglior offerente. Il fatto è tanto più importante se si considera che a quel punto il Milardi sapeva bene di non poter più dispor- re di un uomo sano. Secondo prove testimoniali concordanti tanto il prof. Giuliano, coimputato, quanto il teste prof. Sangiorgi hanno confermato d'aver detto a chiare lettere al dirigente di bloccare ogni attività del giocatore. Laura Bruno è assistita da due avvocati fiorentini, Paolo Parrini e Luca Saldarelli, che la seguono da circa un anno, da quando l'istruttoria però era già chiusa. Entrambi i legali appaiono preoccupati, poiché dai diversi interrogatori i cerchi concentrici che dovrebbero avvicinare alla verità hanno in realtà diametro sempre eguale. Ieri, con la presenza di qua¬ si tutti 1 testimoni, c'è stata tutta una serie di incontri imbarazzanti e imbarazzati. Milardi ha accuratamente tentato di evitare ogni contatto con i responsabili della Chi- namartini (ora Grimaldi) dopo aver affermato che essi sapevano benissimo che Vendemmi poteva diventare cieco da un momento all'altro. Replica Di Stefano, responsabile della società torinese: .Pensate se io avrei mai sborsato oltre 200 milioni se solo avessi avuto un dubbio. Diciamo piuttosto che sull'onda del grande successo olimpico Vendemmi era considerato uno dei migliori giocatori italiani; del resto chiesi consigli a molti prima di fare questo grosso sforzo finanziario. Fu proprio Primo a consigliarmi di prendere Vendemmi tessendomi le lodi del giocatore.. Giorgio Viglino

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