Il Papa è tornato in Vaticano dalla finestra saluta i fedeli di Liliana Madeo

Il Papa è tornato in Vaticano dalla finestra saluta i fedeli E uscito «a sorpresa» dal Policlinico Gemelli ieri alle 19 Il Papa è tornato in Vaticano dalla finestra saluta i fedeli La decisione è stata resa nota soltanto poco prima della partenza - Scambio di battute con i medici curanti: «Avete creduto di rifarmi nuovo, ma io sono sempre il lazzarone di prima» - Silenzioso saluto verso piazza S. Pietro CITTA' DEL VATICANO — Con un'uscita a sorpresa dal Policlinico «Gemelli», papa Wojtyla è rientrato ieri alle 19,11 in Vaticano, sorridente e fra gli applausi di gruppi stupiti lungo la via, a ventun giorni esatti dall'attentato di mercoledì 13 maggio (ore 17,19) che lo ha tenuto per qualche giorno in grave pericolo. Non era a bordo di una autoambulanza, come dicevano le prime indiscrezioni, ma seduto tranquillamente sulla poltrona posteriore, e da solo, della sua «Mercedes» nera decapottabìle, targata »SCV 1». Sul sedile anteriore erano, oltre l'autista, il segretario privato mons. Stanislao Dziwisz e il cameriere personale, il veneto Antonio Gugel. La macchina del Papa è entrata nel piccolo regno pontificio dalla porta di S. Anna, che si affaccia su Borgo Pio, ed era preceduta da una auto-' civetta, da motociclisti della «Stradale» e seguita da altre otto auto con prelati e medici. Alle 19,33 il Papa dalla finestra del suo studio ha salutato con gesti numerosi fedeli in piazza San Pietro, soprattutto polacchi. Sino a ieri mattina, forse per ovvia riservatezza a protezione della sicurezza, lo stesso portavoce della Santa Sede, padre Romeo Panciroli, aveva escluso che Giovanni Paolo II potesse partecipare, domenica 7 giugno, alle cerimonie da lui stesso indette in S. Pietro e in S. Maria Mag giore per i 1600 anni del Concilio di Costantinopoli e i 1550 anni del Concilio di Efeso. Per queste celebrazioni, che han no rilievo ecumenico verso gli ortodossi, il Papa aveva invitato a Roma i rappresentanti di tutti gli episcopati del mondo, cioè almeno quattrocento fra patriarchi, cardinali, arcivescovi e vescovi. I medici del «Gemelli», secondo quanto aveva dichiarato il direttore prof. Emilio Tresalti, sino a martedì erano contrari a dimettere papa Wojtyla, ma avevano aggiunto che -l'ultima decisione spetta naturalmente al S. Padre». Ieri sera, immediatamente dopo l'uscita del Pontefice dal «Gemelli», i sanitari hanno letto un bollettino medico che dice: «La malattia post-operatoria volge ormai verso la completa regressione, i parametri clinico-funsìonali sono nei limiti della norma. Continua il graduale recupero delle forse. Allo stato attuale, in attesa del secondo previsto intervento, ras siste ma medica non necessita più di essere effettuata in ambiente ospedaliero». I medici concludono il bollettino con parole di gratitudine per la «fiducia loro concessa dal Pontefice e per la testimonianza di cristiana for tessa, di interiore serenità e di pasiente disponibilità» dimostrata dal Papa. La notizia dell'uscita del Pontefice si è sparsa in un baleno nei dintorni del Vaticano: piccoli gruppi si sono raccolti in piazza S. Pietro, compreso uno di polacchi con bandiera bianco-rossa, mentre polizia, carabinieri e vigili urbani mettevano discretamente in assedio l'intera zona. Quando alle 19,10 è apparsa su piazza Risorgimento ia vettura con il Papa, molte persone erano riunite attorno al cancello di S. Anna. La vettura ha dovuto rallentare e papa Wojtyla, sorridendo, rispondeva con gesti di benedizione alla piccola falla plaudente. Appena entrato il corteo, il cancello è stato chiuso dalle guardie svizzere. Il Papa è stato accolto dai cardinali presenti a Roma e dai prelati vaticani, guidati dal Segretario di Stato, card. Agostino Casaroli, nel cortile di San Damaso. La bambina coreana Emilia Carla, che aveva regalato un usignolo al Papa in ospedale, gli ha presentato un mazzo di rose rosse. La partenza dal «Gemelli» era stata movimentata. -Avete lavorato tanto e creduto di rifarmi nuovo. Ma io sono sempre il lassarone di prima», ha detto Giovanni Paolo II ai medici dell'equipe che lo ha curato in questi 21 giorni. Gli erano tutti intorno, poco prima delle 19, per l'ultimo saluto. Ci sono state tante strette di mano, parole d'affetto e di riconoscenza, e alcune battute. «Forse il Papa non conosce bene le sfumature dell'italiano e il preciso significato di quel "lassarone"», ha osservato a mezza voce uno degli specialisti. A ciascuno il Papa ha rivolto un saluto particolare. •Grazie per la sua rìservatessa, un grasie particolare a lei che, la prima volta, ho visto mentre mi rigirava di spalle», ha detto al prof. Dielmadin. •Mi raccomando il secondo intervento», ha esclamato rivolgendosi al prof. Crucitti. •Ricordiamoci che abbiamo la stessa età», è stato il commiato rivolto al prof. Castiglioni. La decisione di uscire dall'ospedale è stata presa ieri. -Siamo stati informati da poco», ha detto il prof. Candia: •In mattinata ci siamo detti d'accordo su un eventuale ritorno in Vaticano». I sanitari si dicono soddisfatti: per aver evitato un afflusso di folla, per aver tenuto la notizia segreta sino alla fine, per la dimostrazione di efficienza data al mondo intero. «Jn America hanno già fatto il confronto fra i tempi impiegati per soccorrere Reagan e il Papa. Il risultato è favorevole a noi», dice il prof. Crucitti. Alle 19, quando Giovanni Paolo II è uscito dalla sua stanza, solo i pazienti e i sanitari, pochi cronisti e fotografi erano informati. I degenti si erano affacciati a tutte le finestre e i balconi. I con'idoi erano stati sgombrati. Dall'ascensore il Papa ha voluto raggiungere l'atrio a piedi. Pallido, il viso emaciato, egli ha sbattuto gli occhi quando è apparso sul portone. Indossava il normale abito bianco con la croce pettorale d'oro. Ha sorriso a tutti, rivolgendo intorno la mano in gesto benedicente. S'è levato dalla piccola folla e dai balconi un applauso. Con passo lento, )a figura eretta, è salito a bordo dell'auto scoperta. E' rimasto in piedi, pallido e dritto sotto le cineprese. «Santità, si giri di qua. Santità, sorrida. Santità, un saluto da questa parte», hanno urlato i fotografi. Egli è stato condiscendente. Poi si è seduto, la capotte si è richiusa su di lui. Ha incrociato le mani in grembo e ha continuato a guardare fuori, sorridendo, mentre l'auto usciva dal Policlinico e si immetteva nel traffico della città. Lamberto Fumo Liliana Madeo

Luoghi citati: America, Borgo Pio, Citta' Del Vaticano, Costantinopoli, Roma