Rapito a Milano un dirigente dell'Alfa è il terzo sequestro delle Br in 2 mesi di Marzio Fabbri

Rapito a Milano un dirigente dell'Alfa è il terzo sequestro delle Br in 2 mesi Nove persone in agguato bloccano la guardia di scorta con le armi Rapito a Milano un dirigente dell'Alfa è il terzo sequestro delle Br in 2 mesi MILANO — Adesso le Brigate rosse, nella loro guerra contro lo Stato, possono contare su tre ostaggi; dopo i rapimenti, in due mesi, di Ciro Cirillo a Torre del Greco e di Giuseppe Taliercio a Mestre, ieri i terroristi hanno sequestrato l'ingegner Renzo Sandrucci, 53 anni, responsabile del settore organizzazione del lavoro dell'Alfa Romeo di Arese. Un'azione sicuramente preparata con grande cura e messa in atto con spiegamento di mezzi, ma probabilmente con un commando formato da nove persone di non grande esperienza anche se molto deciso. L'agguato, senza nessuno spargimento di sangue, è scattato pochi minuti dopo le 7.30. Il dirigente dell'Alfa abita in piazza Tripoli, una delle più belle piazze di Milano, nella zona ovest della città. Lo slargo, alberato, è in parte isola pedonale e cosi le macchine che partono dai palazzi della piazza devono poi subito lasciarla per percorrere alcune traverse prima di tornare sulla circonvallazione. Su questo percorso obbligato contavano i terroristi che si sono disposti, probabilmente in nove, in diversi punti. Renzo Sandrucci, come tutti i giorni, ha salutato la moglie Maria Zago, di 41 anni, la figlia Anna, di 19, e il figlio Luca, di 16. ed è sceso in strada dove lo attendeva davanti al portone l'Alfetta 2000 blu di proprietà dell'azienda. C'era anche una guardia giurata della Mondialpol messa a disposizione dall'azienda: Roberto Bottoni, 25 anni. Il dirìgente si è messo al volante e l'uomo di scorta, in borghese, gli si è seduto a fianco. L'auto ha svoltato a destra in via Zanzur e l'ingegnere non si è accorto di una «12<t» grigia che lo precedeva e di una Opel Ascona 12 che lo seguiva. Pochi metri e all'angolo con via Tagiura dove Sandrucci doveva svoltare a sinistra, l'autista della «124». solo a bordo, ha frenato di scatto costringendo alla frenata sia l'Alfetta blu sia i complici sulla Opel. E' stato un attimo. I brigatisti sono andati verso l'Alfetta: tre dalla Opel e due scesi da un furgone Fiat 238 par¬ cheggiato sul lato della strada, tutti in tuta blu. Come accerterà poi la polizia il furgone era sul posto da un paio di giorni ed era servito da posto di avvistamento mobile grazie a due fori praticati nelle portiere posteriori. I cinque terroristi hanno infranto il finestrino di destra dell'Alfetta. costretto a scendere Bottoni, lo hanno disarmato, steso a terra e ammanettato. Intanto l'ingegnere veniva trascinato a bordo della «124» sulla quale salivano tutti i rapitori allontanandosi dopo avere azionato una sirena simile a quella della polizia e agitando una paletta delle forze dell'ordine. Ma in zona c'erano altri tre brigatisti. Una donna che a braccia aperte ha bloccato il traffico in via Zanzur; un giovane appostalo in viale Misurata, a poche decine di metri, con la funzione di palo. Tutti i testimoni sono concordi nel descriverlo come molto nervoso: tanto che attraversando la strada di corsa, è inciampato e gli è partito un colpo di pistola che lo ha ferito leggermente senza impedirgli la fuga; l'ultimo, decisissimo, è entrato in azione per tenere a bada gli avventori di un bar di via Tagiura. proprio di fronte al luogo del sequestro. Con una mitraglietta ha costretto quelli che erano in strada a entrare e poi ha gridato: «State calmi e zitti, non fate sciocchezze-. Dato il tempo agli amici di concludere il rapimento è scappato con un «Vesplno». raccogliendo la donna e il giovane. Renzo Sandrucci è entrato all'Alfa Romeo, dopo avere studiato ingegneria nella città natale di Pisa, nel 1954 co¬ me impiegato della sezione tempi e metodi, la stessa che. con nome cambiato, ora dirige. In primavera ha fatto parte dello staff tecnico che ha partecipato alle trattative per il rinnovo del contratto integrativo aziendale centrato proprio sulla organizzazione del lavoro. Per quanto riguarda le indagini poco da segnalare una volta recuperati gli automezzi abbandonati dai brigatisti (non sembrano poter fornire grandi tracce a parte un pane pugliese sbocconcellato che indica come l'appostamento sia stato lungo) e disegnati i consueti identikit Resta da capire chi siano queste «Brigate rosse-colonna Walter Alasia» che con due telefonate hanno rivendicato l'azione. Probabilmente si richiamano alla linea della direzione strategica, già in polemica con il gruppo milanese. Si innestano in una strateghi ampia più di propaganda nei confronti dell'area dei possibili fiancheggiatori che di effettiva incidenza. Marzio Fabbri (Altro servizio a pag. 7)

Persone citate: Bottoni, Ciro Cirillo, Giuseppe Taliercio, Maria Zago, Renzo Sandrucci, Roberto Bottoni, Sandrucci, Walter Alasia

Luoghi citati: Arese, Milano, Torre Del Greco