Washington: appoggeremo i Paesi che combattono il regime libico di Ennio Caretto

Washington: appoggeremo i Paesi che combattono il regime libico Già decisi dagli Usa aumenti di aiuti militari a Tunisia, Sudan, Egitto Washington: appoggeremo i Paesi che combattono il regime libico DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — Gli Stati Uniti appoggiano e continueranno ad appoggiare i Paesi africani che intendono opporsi all'espansione libica. Sono anzi pronti a incoraggiare eventuali iniziative contro il regime di Gheddafi. Lo hanno dichiarato a una conferenza del Dipartimento di Stato alti funzionari del governo Reagan. La presa di posizione americana non ha precedenti nella storia diplomatica. Essa rappresenta il culmine di una campagna contro la Libia destinata a isolarla in Africa, e insieme a preparare l'opinione pubblica mondiale a un cambiamento di governo. Le dichiarazioni sono state rilasciate dal direttore degli affari africani del Dipartimento di Stato. Chester Cracker, e da quello dell'ufficio antiterrorismo Anthony Quainton. Cracker ha affermato che «Washington è preoccupata della politica d'intervento di Gheddafi e in particolare della presenza dalle truppe libiche in Ciad-. Egli ha ammonito che la superpotenza «non prende alla legge¬ ra il suo impegno a difendere i Paesi africani-. Qualora questi Paesi assumessero l'iniziativa contro la Libia, ha aggiunto, gli Stati Uniti li aiuterebbero. Anthony Quainton ha definito il regime di Gheddafi «il santo patrono del terrorismo internazionale-. Egli lo ha accusato di addestrare guerriglieri e terroristi provenienti da tutte le parti del mondo, insieme con Cuba e con lo Yemen del Sud. Quainton ha detto che la «questione libicaverrà discussa dal segretario di Stato Haig col collega fran- cese Claude Cheysson. atteso oggi nella capitale in visita privata. La Francia appoggia tradizionalmente le ex colonie che si sentono minacciate dalla Libia, come il Senegal, il Niger e il Mali. L'irrigidimento degli Stati Uniti era stato anticipato venerdì da Haig. in un discorso a St. Louis. Il segretario di Stato aveva affermato che «t proventi del petrolio sono destinati da Gheddafi quasi esclusivamente al riarmo, all'addestramento dei terroristi e dei guerriglieri, all'intervento negli altri Paesi africani-. «E' chiaro — aveva continuato minacciosamente il generale — che la popolazione libica, che vede queste spese stravaganti per interessi che non le sono vitali, si deve chiedere sempre più spesso se il suo capo non sia un visionario-. Haig si era accalorato, dichiarando che «l'Occidente è preoccupato delle attività di fuorilegge di Gheddafi... E intende dedicarvi la massima attenzione-. Richiamandosi all'espulsione dei diplomatici libici il mese scorse, aveva concluso che la superpotenza non teme di restare senza le forniture di petrolio dalla Libia. Il segretario di Stato aveva anche ripetuto l'invito agli americani che lavorano in territorio libico, 2000 persone circa, a rientrare in patria. Alla conferenza del dipartimento di Stato sono state annunciate anche alcune misure del governo Reagan per rafforzare i nemici di Gheddafi in Africa. La superpotenza aumenterà gli aiuti militari alla Tunisia da 15 a 95 milioni di dollari annui, e quelli al Sudan da 30 a 100 milioni. L'Egitto, che attualmente riceve meno di un milione e mezzo di dollari, riceverà quasi 3 milioni di dollari. Alia luce de! discorso di Haig e delle dichiarazioni dì Crocker e di Quainton acquistano un significato preciso le risposte date da Gheddafi in un'intervista pubblicata questa settimana da Ti ine. 11 leader libico ha detto che l'ingresso di Tripoli nel Patto di Varsavia «diverrebbe una necessità il giorno in cui gli Stati Uniti costituissero un'autentica minaccia-. Ennio Caretto