Craxi non blocca Forlani ma vuole un patto dc-psi di Luca Giurato

Craxi non blocca Forlani ma vuole un patto dc-psi Mossa a sorpresa del leader socialista per formare il governo Craxi non blocca Forlani ma vuole un patto dc-psi Per ora ha rinunciato alla Presidenza del Consiglio - «Vogliamo discutere con i democristiani le questioni sul tappeto e comprendere le loro valutazioni» - Piccoli sorpreso - Irritati i laici minori ROMA — Craxi ha rinunciato per ora all'idea della Presidenza del Consiglio, ma il modo di inserirsi da protagonista nelle trattative per il nuovo governo l'ha trovato ugualmente. Con una mossa abile, che ha sconcertato Forlani e la de ed irritato i laici minori, Craxi ha detto che Forlani può continuare il suo tentativo per un governo a cinque ma, oggi, i problemi politici riguardano principalmente la de e quindi un rapporto bipolare tra questo partito e il psi, che va instaurato subito con una serie di incontri tra le due delegazioni. «Alla de — ha dichiarato ieri Craxi durante i lavori della direzione del suo partito — ora intendiamo rivolgerci direttamente perché con essa innanzitutto vorremmo discutere in modo approfondito tutte le questioni sul tappeto, comprendere le sue intenzioni e le sue valutazioni in rapporto ai compiti e alla vita della legislatura-. Per il segretario del psi, Forlani potrebbe, nei prossimi giorni, congelare il mandato conferitogli dal capo dello Stato e attendere l'esito dei colloqui tra le delegazioni dei due partiti. La proposta del congelamento non è rigida: Forlani è naturalmente libero di partecipare agli incontri dc-psi nella veste che crede: oltre che presidente incaricato, è presidente de. Contemporaneamente, il psi non pone .yeti» di alcun tipo verso nessuno. Le trattative di Forlani possono riprendere, sempre che la de e gli altri partiti accettino le proposte di Craxi, subito dopo i colloqui, si spera chiarificatori, tra democristiani e socialisti. Per il segretario del psi, è però «pregiudiziale l'accertamento dello stato dei rapporti con 'a de». Una «pregiudiziale» dettata dal desiderio di guadagnar tempo sino all'indomani del 21 giugno oppure da esigenze strategiche autentiche? Un tatticismo con moniti assai espliciti verso il Quirinale (-Il psi non teme le elezioni antici paté-, ha detto ieri Craxi) oppure una precisa volontà politica che punta decisamente alla soluzione di alcuni ti a i più gravi problemi che affliggono il Paese? Tutta la Roma politica si poneva ieri queste domande. La de è stata presa in contropiede. Piccoli (che ha visto Spadolini) concorderà con Forlani e con i segretari degli altri partiti della maggioranza le nuove, imminenti mosse. Di certo, non sarà detto «no» a Craxi, viste che, malgrado alcuni pronostici pessimistici, ieri la direzione del psi non ha sbattuto la porta in faccia al presidente incaricato. Bisognerà però trovare il modo per non far sembrare gli incontri bilaterali tra i due maggiori partiti della maggioranza come un ridimensionamento del ruolo di Forlani; e per escludere nel nuovo governo una sorta di «super-direttorio» a due a danno dei laici minori. Al di là dello sconcerto per l'uscita di Craxi. par di capire che un onorevole compromesso capace di salvare apparenze e sostanza salterà fuori. Per dare alle sue proposte il massimo di concretezza. Craxi ha elencato sei problemi che dovrebbero essere subito risolti dal nuovo governo: 1) Luca Giurato (Continua a pagina 2 in quarta colonna)

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