Delitto di Stupinigi, dopo 15 anni ancoro buio sul goardococcio ucciso

Delitto di Stupinigi, dopo 15 anni ancoro buio sul goardococcio ucciso La corte d'assise d'appello ha confermato 0 dubbio sul sospettato Delitto di Stupinigi, dopo 15 anni ancoro buio sul goardococcio ucciso L'imputato si è sempre detto innocente - Non lascia il carcere d'Ivrea dove sconta 20 anni per tentato omicidio durante una rapina - Ha scritto ai giudici: «Ho paura» Nel settembre del '66 il guardacaccia Antonio Geranio fu ucciso con un colpo di pistola vicino alla palazzina di Stupinigi. Un'inchiesta durata una decina d'anni e due processi non sono riusciti a chiarire il mistero di quell'assassinio. Ieri i giudici della seconda corte d'assise d'appello hanno confermato l'assoluzione per insufficienza di prove nei confronti di Bartolomeo Forgia. 43 anni, ritenuto uno dei responsabili dell'omicidio. Il vero assassino ormai può dormire sonni tranquilli: il giallo di Stupinigi resterà per sempre insoluto. Si è conclusa cosi una vicenda giudiziaria, già, approdata in corte d'assise nel '73, che ha mostrato troppe ombre e poche certezze. Significativo il commento del pm Marciante a conclusione della requisitoria al processo di primo grado nel marzo '79: "Dover ammettere che, dopo 12 anni, di questa vicenda si è capito ben poco, non è consolante». n Geranio fu ucciso il 17 settembre '66: da una settimana era guardacaccia per l'Ordine Mauriziano (prima era stato guardia giurata). L'inchiesta della magistratura si concentrò in particolare sui bracconieri, forse sorpresi a cacciare di frodo. Forse, ma la verità è ancora tutta da scoprire. Si accertò che il proiettile che aveva ucciso il guardacaccia era partito da una delle pistole usate da tre banditi la sera prima ad Airasca nella rapina ad un commerciante. A chi apparteneva la rivoltella che aveva fatto fuoco nelle due occasioni? Secondo l'accusa a Bartolomeo Forgia. Ma 11 consulente di parte. prof. Ohio, stabili che S proiettili erano partiti da pistole Ideilo stesso modello ma non dalla stessa arma. Forgia (arrestato due mesi dopo la rapina) fu condannato a 20 anni di carcere per il tentato omicidio di un carabiniere (commesso durante la rapina), cercò di evadere, fu ripreso. Per la morte del guardacaccia l'imputato fece i nomi di Giovanni Racca, coinvolto nei sequestri Ovazza, Blangino Bosco e Ruscalla, e di Luciano Grasso. Nel 73 la corte d'assise rinviò gli atti in istruttoria proprio per chiarire la posizione dei due chiamati in causa dal Forgia: entrambi poi scagionati. Forgia ha sempre sostenuto: "Quel giorno Racca e Grasso sono passati da me per andare a caccia di frodo. Vicino a Stupinigi mi lasciarono con l'accordo che sarebbero ripassati a prendermi. Dopo una mezz'ora la loro auto mi sfrecciò accanto sema fermarsi. La notizia del delitto la lessi sul giornale». I due hanno sempre negato. Nel marzo del '79 il Forgia, difeso dagli avvocati Masselli e Gian aria, fu assolto per insufficienza di prove. Subito dopo il processo fu accoltellato alle Nuove: un fendente diretto al fegato tagliò di netto i tre maglioni che aveva addosso e lo feri alla mano destra. Da allora gli è accaduto di tutto: picchiato a Porto Azzurro, malmenato a Volterra. Ieri non ha voluto lasciare il carcere di Ivrea per venire al processo. "Ho paura» ha scritto al presidente Rezza. Il pg Silvestro ha chiesto 12 anni di carcere. Per oltre due ore l'avv. Masselli ha sostenuto l'innocenza di Forgia. E i giudici hanno accolto la tesi difensiva anche se l'assoluzione è per insufficienza di prove. Le ombre che hanno accompagnato questa inchiesta fin dall'inizio non si sono diradate con la conclusione del processo, anzi il buio si è fatto più impenetrabile. n. piet.

Luoghi citati: Airasca, Ivrea, Ohio, Porto Azzurro, Volterra