«Seppi che il giocatore era malato solo dopo la sua improvvisa morte» di Giorgio Viglino

«Seppi che il giocatore era malato solo dopo la sua improvvisa morte» Il caso del pivot Vendemmi nella deposizione del suo presidente «Seppi che il giocatore era malato solo dopo la sua improvvisa morte» DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE FORLÌ' — Il processo Vendemmi è ripreso ieri mattina per una nuova, intensa giornata che non ha certo portato maggior chiarezza nella ricerca istituzionale della verità. Essendo questo un processo impostato in gran parte sugli interrogatori degli imputati, indispensabili per ricostruire la sequenza dei fatti, si è presto giunti ai contrasti aperti tra le tesi difensivistiche dell'uno e dell'altro. Proprio in chiusura della seduta pomeridiana si è avuto l'episodio più drammatico con il confronto davanti al tribunale fra Milardi, presidente della società cui apparteneva Vendemmi, e Giuliano, il sanitario che fece i contestati esami clinici. Milardi, personaggio di centro di tutto il processo, accusato oltre che di omicidio colposo anche di truffa, è stato interrogato per la prima volta da un giudice ieri in aula. Durante la fase istruttoria fu spesso assente dall'Italia e agli atti del processo figura soltanto una lunga memoria da lui prodotta e non un interrogatorio vero e proprio. L'audizione dell'imputato era particolarmente attesa poiché l'avv. Maggiori, uno dei patrocinatori di Milardi, aveva preannunciato sensazio- nali rivelazioni, relative al balletto di certificati, lettere, comunicazioni ufficiali e messaggi ufficiosi con i quali i diversi medici cercano di dimostrare la propria innocenza. Sembrava ci fossero le prove che la lettera di Veneranda con la quale si dichiarava il giocatore inabile allo sport fosse stata scrìtta in tempi successivi. Nulla di tutto ciò è invece emerso dal lungo interrogatorio a Milardi, che ha badato soltanto a ribadire il concetto che lui delle condizioni di Vendemmi è venuto a conoscenza soltanto dopo la morte. Il tutto è stato sapientemente argomentato con la ricostruzione un po' oleografica di una sana società sportiva di provincia, condotta da un appassionato dirigente di modeste condizioni economiche. Milardi concludeva dicendo: «In coscienza in questi quattro anni mi sono più volte chiesto cosa mi avessero detto i medici. L'unica cosa che io capii e che ritenni fu che Vendemmi doveva essere tenuto sotto controllo medico ogni quattro o cinque mesi perché avrebbe potuto perdere la vita. Tutto qui». L'avv. Merchionni. difensore del prof. Giuliano, ha sollevato immediatamente un'eccezione chiedendo che il proprio assistito venisse posto a confronto con l'altro imputato. Il presidente ha chiamato sulla pedana anche Giuliano. Insolitamente sintetico, rispetto alla propria deposizione del giorno precedente, il medico ha detto: « Mentre scendevamo le scaie dell'istituto dove Milardi aveva ritirato la busta con tutti gli esiti degli esami io gli dissi chiaro e tondo: quel ragazzo deve smettere ài giocare e subito». C'è stata una reazione istintiva di Milardi, Giuliano s'è allontanato frettolosamente, e il presidente De Castro ha colto l'occasione del trambusto per rimandarci a quest'oggi. In precedenza c'era già stato un incidente quando l'avvocato della parte civile Parrini aveva sottolineato la sproporzione tra la cifra di 180 milioni con cui è stata già risarcita la società torinese che acquistò il giocatore e quella di 15 milioni offerta e rifiutata lunedi, quasi con rabbia, dalla vedova Vendemini. E' insorto il difensore di Milardi, Stortoni, e il battibecco è durato per qualche minuto con toni molto accesi. Nella mattinata erano stati interrogati i due medici Condorelli e Giuliano, associati in qualche modo nella responsabilità degli esami clinici, prima rinviati e poi fatti, al giocatore. Si sono smentiti a vicenda dando versioni divergenti dei medesimi fatti. Giorgio Viglino POTENZA — Quattrocento cittadini di Sant'Angelo Le Fratte, un paese terremotato, hanno rivolto una petizione al vescovo di Potenza, Giuseppe Vairo, per chiedere l'allontanamento del parroco, don Francesco Di Stasio.

Persone citate: Condorelli, De Castro, Francesco Di Stasio, Giuseppe Vairo, Parrini, Stortoni, Veneranda

Luoghi citati: Forlì, Italia, Potenza, Sant'angelo Le Fratte