Libano, nuovo raid d'Israele aggrava II caos nel Paese

Libano, nuovo raid d'Israele aggrava II caos nel Paese Libano, nuovo raid d'Israele aggrava II caos nel Paese I morti sarebbero 30 - Distrutta la sede regionale di Al Fatah - Secondo Begin le incursioni di Tel Aviv non sono collegate alla crisi con la Snia NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE BEIRUT — La «guerra di logoramento» di Israele contro le postazioni della guerriglia palestinese in Libano continua. Ieri mattina — nonostante i moniti del segretario di Stato americano — gli aerei di Tel Aviv hanno colpito basi palestinesi nel S' 'd del Paese: è il secondo ai \cco del genere in sei giorni. Secondo l'Olp e il comando militare israeliano, l'attacco è avvenuto a Nord di Tiro, presso Abul Asward. Le dichiarazioni del premier israeliano Begin secondo cui Tel Aviv continuerà le incursioni contro i palestinesi in Libano sono dunque messe in pratica con apparente regolarità. Si calcola che nell'ultima settimana siano state uccise trentatré persone — guerriglieri, «volontari» libici e civili — durante gli attacchi israeliani nella zona di Damour; secondo fonti libanesi, altre trenta persone sono state uccise o ferite ieri. Gli aerei israeliani hanno bombardato per un'ora ieri le basi palestinesi, uscendo sul Mediterraneo e tornando per altre due volte sugli obiettivi. L'emittente di sinistra Radio del Libano ha comunicato nel pomeriggio che sei jet israeliani hanno distrutto un edificio di tre piani in cui aveva sede il comando regionale di Al Fatah. Il governo israeliano ha comunicato che gli aerei sono ritornati indenni alla base e che i piloti hanno colpito tutti i bersagli. Begin ha dichiarato che gli attacchi contro le basi palestinesi non sono collegati alla più grave crisi con la Siria: un'opinione non condivisa dal governo di Damasco. Il quotidiano siriano Tishrin, tilogovernativo, ha scritto ieri che la fine degli attacchi israeliani nel Libano meridionale è la condizione del successo della missione dell'inviato di Reagan, Habib. Secondo il quotidiano, gli israeliani devono inoltre interrompere i voli di ricognizione sul Libano e consentire alle truppe siriane di dislocare in quel Paese tutte le armi che essi ritengono necessarie compresi i missili antiaerei. Il giornale tuttavia non è del tutto intransigente. Tishrin scrive inoltre che gli Stati Uniti devono riconoscere il Libano come Stato indipendente e «non fare obiezioni all'impiego delle forze siriane finché queste opereranno all'interno della struttura del governo libanese». Ieri le due parti che si fronteggiano a Beirut hanno promesso moderazione, dopo due giorni di bombardamenti indiscriminati nei due settori, cristiano e musulmano, della capitale. Con uno di quei tipici accordi libanesi che saranno ricordati per il loro cinismo e per le loro apparenti buone intenzioni, falangisti e miliziani hanno confermato che non colpiranno più civili innocenti ma continueranno adBmnleBilpdt a combattersi lungo la «linea di frontiera» che divide in due Beirut. Negli ultimi due giorni, almeno trentasette persone sono state uccise nella capitale libanese, molte di loro mentre erano in spiaggia. I giornali di Beirut avevano ieri orrende immagini di morte: il filo-falangista Amai ha pubblicato smg una serie di foto di bambini uccisi. Il primo ministro libanese Chafif Wazzan ha pregato perché «te mani dei responsabili possano cadere». Wazzan è certo sincero, ma è molto difficile che la sua preghiera sia esaudita Robert Fisk Copyright «Times Newspapers» e per l'Italia «lj Stampa» Beirut Un'autoambulanza corre veloce da un quartiere all'altro per soccorrere i feriti. (Tel. Ap)

Persone citate: Begin, Fatah, Reagan, Robert Fisk, Wazzan