Damasco respinge le proposte Usa

Damasco respinge le proposte Usa SEMBRA ORMAI FALLITA LA MISSIONE DI HABIB IN MEDIO ORIENTE Damasco respinge le proposte Usa Washington ammette che ora tutto dipende dalla mediazione dell'Arabia Saudita DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — 71 governo americano ha annunciato che la Siria ha respinto le sue proposte di soluzione della crisi libanese e che tutto dipende ora dalla mediazione saudita. La Casa Bianca, che la scorsa settimana aveva definito «un grande successo» la missione del rappresentante personale di Reagan in Medio Oriente, Philip Habib, ha ammesso ieri che il presidente siriano Assad «rifiuta di prendere in considerazione piani suggeriti da noi o da Israele». Il Dipartimento di Stato ha aggiunto che i sauditi sono coinvolti adesso «in trattative cruciali». La scorsa settimana re Khaled aveva inviato una lettera ad Assad. Ieri il ministro degli Esteri siriano, Khaddam, è partito per Riad con la risposta, che per ora è però protetta dal segreto. Philip Habib farà comunque ritorno in Medio Oriente prima della fine della settimana per spalleggiare l'intervento saudita. La sua missione avrà un obiettivo più limitato: impedire che Israele aggravi il conflitto e tentare di pacificare le varie fazioni in Libano. Gli Stari Uniti temono che all'approssimarsi delle elezioni in Israele l'atteggiamento di Begin diventi più aggressivo e Assad possa abbandonarsi a provocazioni. Non è escluso che Habib prima di raggiungere Gerusalemme sosti al Cairo, dove potrebbe trovare un potente alleato nel presidente Sadat, che domani incontrerà il leader israeliano nel Sinai. Il governo americano rifiuta di parlare di fallimento della missione di Habib per due ragioni: perché ha finora evitato la guerra tra Siria e Israele e perché ha avviato il processo negoziale saudita. La mediazione saudita si svolge nell'ambito di una commissione quadripartita, con la stessa Siria, il Kuwait e naturalmente il Libano. Essa è diretta ad addossare, dopo grossi aiuti finanziari, tutto l'onere per la difesa e la pace nello stesso Libano alle forze armate libanesi. A questo scopo è necessario però che i guerriglieri palestinesi interrompano le ostilità e che i missili siriani vengano ritirati. Una grossa incognita è costituita dai missili e dal personale libici inviati da Gheddafi in soccorso ai palestinesi. E' contro di essi che si è scagliata negli ultimi giorni l'aviazione militare israeliana. In un'intervista al settimanale Time, senza parlare del Libano, Gheddafi ha ribadito che intende aiutare l'Organizzazione per la liberazione della Palestina in tutte le sue attività, sottolineando che non può essere considerata un gruppo terroristico. Gli Stati Uniti da tempo indicano il leader libico come il principale responsabile della destabilizzazione in Medio Oriente e in Europa. Il loro ricorso all'Onu rappresenta un ulteriore tentativo di isolarlo. La superpotenza sta anche cercando di frenare i falangisti cristiani che combattono in territorio libanese. _ „

Persone citate: Assad, Begin, Gheddafi, Philip Habib, Reagan, Sadat