Mitterrand in «stato di grazia»

Mitterrand in «stato di grazia» Mitterrand in «stato di grazia» (Ma teme che l'abbraccio del pcf rompa l'incantesimo) DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE PARIGI — I socialisti francesi non hanno troppa fretta di concludere (o non concludere) un accordo politico con i comunisti. Nell'attesa della consultazione per il rinnovo dell'assemblea Nazionale (fissata per il 14-21 giugno), si accontenterebbero di un contratto elettorale. Per quello più impegnativo «di governo», che deve precisare l'eventuale partecipazione di ministri comunisti, preferiscono guadagnar tempo. La loro principale preoccupazione è quella di non dissipare lo ««tato di grazia» che li avvolge e protegge da quando il loro leader ha conquistato la massima carica della Quinta Repubblica, e che li dovrebbe favorire anche al prossimo voto. L'espressione è di Mitterrand. Durante la campagna presidenziale egli parlò appunto di stato di grazia, ad indicare l'ingranaggio del successo che avrebbe messo in moto la sua vittoria su Giscard d'Estaing. Ed è in effetti quel che sta accadendo se ci si attiene ai sondaggi, i quali aggiudicano il 34 o addirittura il 36 per cento dei prossimi suffragi al partito socialista. Quozienti che garantirebbero a Mitterrand di dominare il Parlamento. Un'alleanza ufficiale con i comunisti — e ancor più* un impegno di governo — potrebbe spezzare l'incantesimo. L'annuncio di futuri ministri comunisti spaventerebbe gli elettori moderati, aggraverebbe il ribasso alla Borsa di Parigi (in continuo, preoccupante calo: ancora il 6 per cento negli ultimi due giorni) e accentuerebbe la fragilità del franco che impegna già abbastanza la Banca Centrale, alle prese con gli sceicchi del petrolio ansiosi di disfarsi della moneta •socialista» francese per comperare i rassicuranti dollari di Reagan. Ma al tempo stesso i socialisti non vogliono chiudere la porta in faccia ai comunisti, perché se desiderano caimare il mercato finanziario e non spaventare troppo gli imprenditori, non possono permettersi di scoprirsi a sinistra. Temporeggiare è dunque la loro parola d'ordine. Lo si è visto ieri quando il nuovo segretario socialista. Lionel Jospin, avviando i negoziati con Georges Marchais, ha subito precisato che «sarà difficile cancellare in qualche ora» le aspre polemiche degli ultimi anni. Il discorso pronunciato da Jospin all'inizio delle trattative merita di essere citato per esteso. Il composto professore che Mitterrand ha messo alla testa del partito è state molto chiaro rivolgendosi ai comunisti, da alcune settimane non più aggressivi nei confronti dei socialisti, al contrario docili, quasi sottomessi: 'Noi apprezziamo il nuovo tono che avete adottato, la prudenza nei vostri commenti, a volte persino la qualità dei vostri silenzi. Ma vorremmo essere sicuri che questo cambiamento non sia dovuta soltanto a motivi congiunturali, all'idea che vi fate degli interessi immediati del vostro partito... Vorremmo essere certi che esso è dovuto a una nuova valutazione in proBernardo Valli (Continua a pagina 2 in quarta colonna)

Persone citate: Georges Marchais, Giscard D'estaing, Jospin, Lionel Jospin, Mitterrand, Reagan

Luoghi citati: Parigi