Corriere: Di Bella in convalescenza I giornalisti chiedono un garante di Marzio Fabbri

Corriere: Di Bella in convalescenza I giornalisti chiedono un garante I redattori del quotidiano milanese preoccupati: «L'immagine si logora» Corriere: Di Bella in convalescenza I giornalisti chiedono un garante In un modo inconsueto il direttore annuncia tramite le agenzie di stampa che prende un congruo periodo di riposo - La nomina del garante dovrebbe rassicurare i redattori sulla scelta di un eventuale nuovo direttore • In una animata assemblea richieste le dimissioni di tutti i giornalisti del gruppo editoriale che compaiono nell'elenco della loggia di Gelli MILANO — Franco Di Bella ha lasciato ieri mattina lo studio di direttore del Corriere della Sera al primo piano di via Solferino 20 dove era entrato quattro anni fa come successore di Piero Ottone. Per sempre? E' proprio questo che non si riesce a capire perché l'assemblea dei giornalisti del gruppo RizzoliCorriere della Sera in svolgimento al terzo piano contraddice, almeno nella volontà, quello che al primo piano spiega Lorenzo Jorio, direttore del settore quotidiani. Jorio è costretto ad un breve colloquio con i cronisti davanti al vicedirettore vicario della testata Gaspare Barbiellini Amidei. 'E'come se Di Bella fosse in ferie, come ogni estate od ogni Natale. Telefonerà tutti i giorni, anche più volte al giorno, per dare le sue direttive...'. Forse è una impressione di chi è presente, ma il vicedirettore non si aspettava una dichiarazione tanto netta da parte dell'azienda anche perché fino a quel momento era rimasto all'assemblea dove i toni erano opposti. La giornata era cominciata con comunicati ufficiali. Franco Di Bella, a mezzo delle agenzie, annunciava che 'rientrato da pochi giorni da due seri interventi chirurgici... avrebbe preso un breve periodo di convalescenza'. A parte 10 stridente contrasto fra quella gravità degli interventi e quella brevità di convalescenza c'è chi ha fatto notare in assemblea la novità della procedura secondo cui un direttore di quotidiano annuncia per agenzia il fatto che va al mare. Ma subito dopo un comunicato del comitato di redazione raccontava di avere spiegato al direttore «il disagio esistente tra i giornalisti' e 'la preoccupazione diffusa per il logoramento del Corriere* ottenendo la conferma della «necessità di rimanere lontano dal giornale per un congruo periodo di tempo'. Al di là delle parole ufficiali Franco Di Bella ha fatto parecchia resistenza prima di acconsentire ad allontanarsi da via Solferino e se si è convinto, lascia capire qualcuno, è solo per evitare di essere attaccato a fondo nell'assemblea in programma per il pomeriggio come gli era stato fatto capire. Resta, ed è stato tatto rilevare in assemblea, un inconciliabile differenza tra 'la breve convalescenza' e 11 'Congruo periodo di assenza-. Gli organi sindacali, e in generale i redattori, paiono convinti che il problema sorto dall'inserimento di Di Bella negli elenchi degli iscritti alla P2 sia ormai acqua passata. Raffaele Fiengo, capo storico del comitato di redazione, spiega che del nuovo direttore l'attuale proprietà, anche questa negli elenchi di Gelli, «non è legittimata a parlare' e quindi bisogna attendere la nomina di un garante, annunciata del resto ieri da Bruno Tassan Din, direttore generale Rizzoli e anche lui presunto P2. Qualche perplessità ha sollevato questa posizione dato che il garante sarebbe tale solo per la proprietà e da questa stipendiato; 'ragionando per assurdo — scherza un inviato — potrebbero anche proporci il nome di Gelli; e noi cosa potremmo fare?'. Come già era emerso nella causa tra Rizzoli e il cdr. è stata raggiunta un'ipotesi di accordo sulla 'trasparenza della proprietà'. Altri temi concordati sono la separazione tra la gestione finanziaria e quella giornalistica e 'l'impegno a fare assunzioni e promozioni secondo criteri che tengono conto esclusivamente della professionalità'. Ma emergono timo-i anche gravi. Il consiglio di fabbrica annuncia di avere provveduto a fare il rifornimento di carta in previsione di clamorosi arresti ma lancia anche l'avvertimento di preoccupanti cali nelle vendite. •£" l'immagine da ricostruire, bisogna affrontare la questione morale'. Ma se gli organi sindacali sono convinti (o sono illusi, saranno i fatti a spiegarcelo) di avere risolto il problema direzione, sanno bene di averne davanti un altro: quello degli altri giornalisti del gruppo anche loro nell'elenco P2. L'invito è a compiere «atti coerenti' con l'esigenza di chiarezza del gruppo. Fuor di metafora che diano le dimissioni subito. Se diversi sono stati nell'assemblea i modi di affrontare la difficile situazione attuale, uno solo era lo spirito. Bene lo ha espresso nel suo intervento accorato Giovanni Russo che ha voluto richiamare tutti i colleghi a stringersi nella scia della grande tradizione del Corriere per difendere l'immagine di una informazione libera. Più duro, ma ispirato alla stessa tensione morale Antonio Padellare: « Vorremmo sapere a che cosa è legato un eventuale ritorno di Di Bella al Corriere e soprattutto dovete spiegarci chiaramente perché molti di noi che hanno forti perplessità devono restare a lavorare in questo giornale.. Marzio Fabbri