Ciampi per la scala mobile propone il modello tedesco di Stefano Lepri

Ciampi per la scala mobile propone il modello tedesco E' causa di inflazione e mina la stabilità monetaria Ciampi per la scala mobile propone il modello tedesco ROMA — Questa volta il Governatore della Banca d'Italia, parlando della scala mobile e dei suoi inconvenienti, ha lanciato un'idea nuova: forse sarebbe meglio che scatti di contingenza non ci fossero per nulla. L'adeguamento dei salari e stipendi al costo della vita dovrebbe risultare dalla contrattazione delle parti, sottoposta a qualche forma di codice nell'interesse dell'economia nazionale. Quando la Confindustria firmò l'accordo del '75 contenente l'attuale normativa sulla scala mobile (poi estesa a tutti gli altri settori dell'impiego), il ragionamento era stato del tutto opposto: in un paese cosi incline agli scioperi come l'Italia, meglio adeguare i salari al costo della vita con un meccanismo automatico, ancorché gravoso per le imprese, piuttosto che affrontare periodiche lotte e trattative, con interruzioni del lavoro e cosi via. Carlo Azeglio Ciampi invece sostiene che «te stabilità monetaria è un bene troppo presioso e troppo fragile perché il fronte che lo difende possa essere indebolito assicurando a individui o a gruppi il salvacoìidotto di una protezione automatica, soprattutto quando essa sia frequente e indifferente all'origine degli impulsi inflazionistici». In realta anche fra gli imprenditori quest'idea si va facendo strada. Sarà forse perché oggi la forza dei sindacati appare minore, si teme meno il pericolo di lunghi scioperi? Non a caso, forse, di sostituire la scala mobile con una contrattazione salariale annuale avevano parlato per primi ambienti della piccola industria 'Comiapi), nella quale la capacità di contrattazione del sindacato è minore. Per la grande industria, però, la differenza con il passato potrebbe non essere grossa. Ciampi ha citato l'esempio della Germania federale, dove qualsiasi forma di scala mobile o indicizzazione dei salari è vietata per legge, ma dove anche la propensione allo sciopero è la più bassa in Europa. Quali effetti produce oggi la scala mobi¬ le? La Banca d'Italia continua a ritenere che essa moltiplichi (di 1,7 volte circa) gli aumenti originari dei prezzi. Nella relazione del Governatore, quest'anno come i precedenti, non mancano i dati. Nel 1980, rispetto all'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (Istat: il meno lontano dalla realtà dell'inflazione), la scala mobile ha assicurato una copertura del 63% in media. Vale a dire che, per un aumento del costo della vita, poniamo, pari al 10%, stipendi e salari, per effetto della sola contingenza (esclusi aumenti di altro genere) sono cresciuti del 6,3% in media. Contando l'accresciuta pressione fiscale, il grado di copertura sulla busta-paga al netto delle imposte è stato del 54-55%. Non molto, possono ribattere i sindacati; pure, questo è avvenuto anche per un motivo contingente, la particolarità dell'indice del costo della vita su cui la contingenza è calcolata (indice dove pesano molto gli alimentari, che nel 1980 sono rincarati di meno). Comunque le retribuzioni — in media e senza contare le trattenute fiscali — anche nel 1980 sono cresciute lievemente di più del costo della vita: alla scala mobile si sono sommati aumenti di diversa origine. Ma anche qui si notano i segni di un mutamento. La crescita reale di stipendi e salari è stata minima nell'industria, più elevata nel terziario. Nell'industria in senso stretto anzi le paghe orarie sono rimaste un po' indietro rispetto al costo della vita (segno che sono aumentate altre parti della retribuzione, non legate all'orario contrattuale). Il costo del lavoro per unità di prodotto, parametro essenziale per la competitività delle imprese, è diminuito in termini reali (tenendo conto dell'inflazione, cioè); questo era già avvenuto nel 1979. ma nel 1980 il fenomeno è stato più sensibile nell'industria che negli altri settori, e non meno. Stefano Lepri

Persone citate: Carlo Azeglio Ciampi, Ciampi

Luoghi citati: Europa, Germania, Italia, Roma