Forlì: rievocata in aula la morte di Vendemini pivot della Naiionale stroncato in allenamento di Giorgio Viglino
Forlì: rievocata in aula la morte di Vendemini pivot della Naiionale stroncato in allenamento H dibattimento è finalmente cominciato dopo una lunga istruttoria Forlì: rievocata in aula la morte di Vendemini pivot della Naiionale stroncato in allenamento DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE FORLÌ' — Al terzo tentativo, il processo Vendemini è decollato superando un'altra barriera di eccezioni procedurali poste dagli avvocati difensori degli otto imputati. Sono trascorsi oltre quattro anni da quel pomerìggio domenicale del 20 febbraio '77, quando Luciano Vendemini. pivot della Nazionale di basket, crollò esanime sul parquet del Palazzo dello sport forlivese durante un breve allenamento che precedeva la partita di campionato. Il processo fu aperto il 21 novembre dell' '80. ma si dovette rinviare per l'assenza del dottor Plperno. medico sociale della squadra di Rieti. E' lo stesso medico che non è presente, ma questa volta la sua assenza non ha impedito che s'andasse avanti. Ci sono state eccezioni, obiezioni, qualche battibecco iniziale tra avvocati, ma poi il processo è cominciato. In tempi brevi il presidente De Castro vuole esaurire gli interrogatori degli imputati e soprattutto quelli dei testi. In proposito c'è stata un'anticipazione di assenza da parte del presidente della Federazione di pallacanestro Vinci, ma 1 giudici intendono ascoltarlo comunque. Il primo atto concreto è stato compiuto da Milardi, presidente della Sebastiani Basket (per il gioco degli abbinamenti, ai tempi dell'incidente era conosciuta come Brina Rieti ed ora è diventata Ferrareile), accusato di omicidio colposo e di truffa. Milardi ha offerto un risarcimento ai familiari della vittima costituitisi parte civile: trenta milioni, ripartiti in parti uguali tra la madre e il fratello de! giocatore da un lato, e la moglie Laura Bruno dall'altro. Soltanto una delle parti ha accettato: la moglie di Vendemini ha rifiutato. Si è passati quindi agli interrogatori dei primi imputati, il dottor Borghetti. medico della Nazionale, e il professor Venerando, direttore dell'Istituto superiore di medicina dello sport di Roma. Non a caso i due interrogatori sono stati accoppiati, visto che già dai verbali dell'istruttoria le dichiarazioni dei due medici apparivano nettamente contrastanti. Borghetti ha confermato la propria versione, contraddicendosi non poco tra l'iniziale affermazione (»Che Vendemini stesse male l'ho saputo soltanto dopo che era morto») e le successive precisazioni relative alla conoscenza dei re- ferti dei colleghi, degli esiti degli esami, dei tempi contestati degli esami stessi. Il presidente ha rilevato le contraddizioni dell'imputato e ha interrogato, successivamente, il professor Venerando. Borghetti aveva affermato che Venerando aveva, si. definito inidoneo all'attività sportiva il giocatore, ma intendeva riferirsi soltanto alle Olimpiadi, che si sarebbero giocate di 11 a poco a Montreal, e non alla normale attività di allenamento e gioco, in campionato ed amichevoli. La differenza è importante perché, se Vendemini fosse stato fermato anche solo per poco tempo, avrebbe perso di valore sul mercato. Dopo furono esami ottimìstici a permettere il proseguimento dell'attività nella stagione successiva fino alla morte. Venerando ha lapidariamente controbattuto che. quando chiede la sospensione dall'attività, chiede uno stop totale e basta. E' rimasto invece interdetto quando il giudice a latere. Materia, gh ha chiesto perché non avesse fermato lui stesso il giocatore. Giorgio Viglino
Persone citate: Borghetti, Brina Rieti, De Castro, Laura Bruno, Luciano Vendemini, Materia, Sebastiani
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