L'INCHIESTA SMi.ll DEVIAZIONI DELLA MASSONERIA DOPO IL SEQUESTRO DELLA LISTA SEGRETA

L'INCHIESTA SMi.ll DEVIAZIONI DELLA MASSONERIA DOPO IL SEQUESTRO DELLA LISTA SEGRETA Il Consìglio della magistratura decido sai giudici della loggia Tra oggi e domani dovrebbe dire se vengono sospesi dalle funzioni (in via cautelativa) Palaia, Pastore e Croce, segretari del Consiglio superiore -1 tre nomi compaiono con altri 13 sull'elenco requisito nella casa di Gelli a Arezzo ROMA — Fra oggi e domani il plenum del Consiglio superiore della magistratura, l'organo di autogoverno dei giudici, dovrebbe decidere sulla sorte dei tre magistrati coinvolti nella «P2» che svolgono l'attività di segretari presso lo stesso Consiglio. L'assemblea dovrà decidere, in sostanza, se sospendere dalle funzioni in via cautelativa i giudici Palaia, Pastore e Croce, i quali, insieme ad altri tredici magistrati risultano inclusi, a torto o a ragione, negli elenchi di iscritti alla loggia massonica di Licio Gelli. La questione, per la verità, non è iscritta all'ordine del giorno della seduta di oggi, né di quella di domani, ma negli ambienti di Palazzo dei Marescialli, sede del Consiglio superiore della magistratura, si dicono tutti convinti che, inevitabilmente, si finirà con il parlare della vicenda legata ai tre segretari. Questa convinzione, tra l'altro, nasce anche dalle critiche giunte dall'esterno e dalla spaccatura verificatasi all'interno dello stesso Consiglio dopo il plenum convocato all'indomani della diffusione della notizia secondo cui sedici magistrati risultavano iscritti alla «P2». «Il Consiglio si è messo alla finestra*, disse qualcuno leggendo l'artificioso comunicato emesso da Palazzo dei Marescialli dopo due giorni di discussioni: sorprendentemente, infatti, l'assemblea, dopo un dibattito ampio e, secondo alcune testimonianze, non sempre sereno, decise a mag gioranza di dare incarico alla prima commissione, quella che solitamente tratta le que stioni disciplinari, di svolgere un'indagine preliminare per accertare se esistessero i presupposti per dare inizio a un procedimento. Nell'attesa, pe rò, nessun provvedimento cautelativo veniva approvato dall'assemblea. In sostanza, quelle che erano state le delibere di sospensione, di congedo o di licenza, adottate contro funzionari statali e capi militari indiziati di far parte della «P2», non venivano applicate nei confronti dei magistrati, nemmeno nei riguardi di chi, sino a quel momento. era stato a contatto, come era accaduto ai tre giudici-segretari del Consiglio superiore della magistratura, con notizie delicate come quelle in possesso del Consiglio stesso. L'estrema cautela adottata dai consiglieri non trovava però d'accordo alcuni esponenti delle correnti di sinistra dell'Associazione nazionale magistrati. Ad aggravare la situazione si verificavano inoltre due episodi sintomatici. Guido Barbaro e Domenico Pone, rispettivamente presidente e segretario di Magistratura indipendente (la corrente di centro-destra dell'Anni) si dimettevano dalle cariche rappresentative perché inclusi nella lista dei sedici giudici presunti massoni della «P2». Qualche giorno dopo Antonio Buono, presidente del tribunale di Porli, già leader di Magistratura indipendente e già componente del Consiglio superiore, appariva in un secondo elenco trovato in casa Gelli e dal quale risultava essere stato beneficiario di un contributo di 13 milioni. La reazione è giunta immediata: Buono ha scritto al Consiglio superiore per essere ascoltato con urgenza minacciando, in caso contrario, di pubblicare un voluminoso quanto misterioso dossier. Fino a ieri, però, la prima commissione, la stessa alla quale era stata demandata l'indagine sui giudici coinvolti nel caso «P2», e che doveva decidere sulla sua audizione, non era stata ancora convocata. L'ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso è venuta da parte dell'Associazione nazionale magistrati che, in un comunicato, ha criticato l'operato del Consiglio superiore, invitando lo stesso Consiglio a portare a termine entro brevissimo tempo gli accertamenti -in modo da liberare da ogni ombra chi fosse raggiunto da ingiusti sospetti e da sanzionare rigorosamente eventuali responsabilità*, r. c.

Persone citate: Antonio Buono, Domenico Pone, Gelli, Guido Barbaro, Licio Gelli, Pastore

Luoghi citati: Arezzo, Palaia, Roma