Attenti a quei due prìncipi intriganti di Francesco Rosso
Attenti a quei due prìncipi intriganti Isabella e Francesco Gonzaga Attenti a quei due prìncipi intriganti IL Rinascimento è un periodo storico tentatore, basta allungare le mani e si tiran su argomenti a non finire, e tutti di estremo interesse. Quanti libri, storici ed un po' romanzati, sono stati scritti su Isabella d'Este. la donna più elegante e raffinata della sua epoca, e sul suo astuto, guerresco marito Francesco Gonzaga? La bibliografia è sterminata, come le interpretazioni ed i giudizi sui due personaggi che per quasi mezzo secolo dominarono la scena politica italiana pur essendo sovrani di un piccolo, modesto principato. Un po' di astuzia, un po' di diplomazia, un po' di intrigo, un po' di fortuna, ed il cocktail politico, la cui ricetta parrebbe dettata dal Machiavelli, è pronto. Questa volta, i due celebri personaggi sono presi per mano da Valentino Brosio, che gioca di fioretto quando deve affrontare imprese decisamente immorali, come quelle in cui la sfavillante Isabella, in visite ufficiali, si portava al seguito addirittura un postribolo di bellissime e obbedientissime fanciulle per irretire i grandi del momento, da Ludovico il Moro, che poi era suo cognato, a Francesco I, Luigi XII e via discorrendo. Avesse potuto, le avrebbe anche infilate sotto le coltri papali, ed Alessandro VI Borgia, forse, non le avrebbe rifiutate, ma la Bellissima non arrivò fin 11, per via di Cesare Borgia, duca Valentino, figlio del Papa, che stava ingoiando i principati dell'Italia CentroSettentrionale come ciliegie mature, e forse pensava anche a Mantova. Solo che suo padre mori, e lo lasciò con la schiena nuda, e tutto andò a monte. Il libro di Brosio si direbbe scritto su due piani, e cosi va letto. Da prima il testo, in bel carattere grassetto; quindi le lunghe didascalie, in corsivo, che accompagnano la folta iconografia di cui il volume è corredato. Alla fine, le informazioni si completano, ed il quadro che l'autore ci vuol dare acquista tutto ii suo rilievo. Tanto il testo quanto le didascalie pare siano influenzate dal periodo storico che il Brosio tratta, la lingua ha inflessioni arcaicizzanti, come passata al setaccio puristico di Basilio Puoti. Tuttavia, ciò non influenza la lettura in senso negativo, anzi, forse le dà un tono particolare, un po' desueto, ma non sgradevole. Abile è stato l'autore nel ritrarre a tutto tondo il personaggio Francesco Gonzaga, divenuto gran condottiero per una battaglia sulla quale ancora si discute se l'abbia vinta lui. oppure l'esercito francese di Carlo Vili sorpreso dalla Lega Italiana a Fornovo sul Taro. La grande avventura di questi principi che si amano, si sgozzano, si avvelenano, mentre si esaltano per Vittorino da Feltre. il Bembo. Tiziano. Mantegna. Leonardo ha del grandioso nella sua tragica leggerezza. Francesco Rosso Valentino Brosio: La Rosa • la spada, Fogola, 252 pagine. 20.000 lire.
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