Gli«affireux» nuovi mercenari di Alfredo Venturi

Gli«affireux» nuovi mercenari Gli«affireux» nuovi mercenari SE la Legione straniere è stata uno degli strumenti del colonialismo, c'è una legione ancora più straniera che ha servito il neocolonialismo. Una legione composita, sanguinaria, agguerrita: la legione degli affreux, gli spaventosi, i mercenari bianchi che si sono dati molto da fare, negli Anni Sessanta ma anche più tardi, per ridisegnare in Africa la mappa delle nuove indipendenze. Anche lasciando da parte ogni discorso di natura etica, bisogna dire che le avventure del mercenari in terra d'Africa sono state complessivamente uno dei fiaschi più clamorosi della storia contemporanea. La loro spinta secessionista, a servizio d'inconfessabili interessi che molto malamente coprivano, quando c'era, la motivazione etnica locale, non sono arrivate a compromettere l'unità dei tre maggiori paesi del continente. Gli affreux non sono riusciti a staccare il Katanga dallo Zaire, né il Biafra dalla Ni- gerla, né le province meridionali dal Sudan. Delle loro vicende si occupa il giornalista Gianni Farnetl in un libro appena uscito da Mondadori: Gli ultimi avventurieri. Storie vere di mercenari bianchi in Africa (180 magine, 8000 lire). Un libro che presenta qualche semplificazione sul piano strettamente storico, ma un'efficace penetrazione psicologica. Uomini come 11 belga Jean Schramme, il francese Bob Denard, il sudafricano Mike Hoare, 11 cipriota Costas Georgiou, le centinaia di sciagurati che li hanno seguiti nelle boscaglie africane, molti fra loro italiani: tutti costoro sono visti nel fuoco di una motivazione senza sorprese. Il denaro, l'avventura, il gusto del rischio da una parte; dall'altra un bersaglio dichiarato e odiato: il «negro», il «comunista». Il modello è proprio la vecchia legione, da cui molti affreux provengono, delusi da una Francia che «cala le brache» nelle antiche colonie. Nell'ottobre del '67, quando Schramme, Denard e gli altri tentano di rovesciare Mobutu per reinstallare al potere il katanghese Ciombe, dai microfoni di «radio Bukavu» diffondono l'inno del nuovo Stato con-' golese. E' l'inno della Legione Straniera. Alfredo Venturi

Persone citate: Biafra, Bob Denard, Costas Georgiou, Denard, Gianni Farnetl, Jean Schramme, Mike Hoare, Schramme

Luoghi citati: Africa, Francia, Sudan, Zaire