Dramma troppo grande perfino per la tv di Furio Colombo
Dramma troppo grande perfino per la tv Parliamone Dramma troppo grande perfino per la tv UN nuovo delitto avviene davanti agli occhi del mondo e non si capisce, guardando i tanti schermi accesi delle televisioni, se la meraviglia, il disorientamento e lo stupore non siano solo il sentimento comune di chi guarda ma persino di chi trasmette. Si direbbe che il fatto, nella sua assurdità, prende la mano del mezzo, domina la televisione, controlla cioè non soltanto l'immaginazione dello spettatore disorientato, ma anche quella del professionista delle notizie. Questo tipo di evento, il «delitto sotto l'occhio delle telecamere contro un personaggio di dimensioni mondiali» è un fenomeno completamente nuovo che è venuto a insinuarsi tra le paure, le attese, le ansie primordiali, forzandoci verso un nuovo genere di nevrosi. E' come se la realtà subisse a momenti la brusca impennata di un cavallo pazzo. Non resta che seguirla, con cieco affanno, come le telecamere hanno tentato di seguire la jeep del Papa in quello scatto furioso in avanti che la vettura ha avuto subito dopo il delitto. A New York si è visto molto della televisione italiana. Quasi tutte le immagini, per ora. hanno avuto il marchio del Tgl o fatto ascoltare la voce del Tg2. anche se alle sequenze concitate si sovrapponevano i commenti dei giornalisti televisivi americani. Quei giornalisti sembravano impegnati soprattutto a mettere ordine nell'irrazionale, come se l'irrazionale fosse un problema della particolare fonte della notizia, la fonte italiana, di un luogo cioè in cui le cose non sono sempre così nitide, così ferreamente sotto controllo come in America. E' possibile che ci sia stato un inconscio atteggiamento di resistenza delle televisioni americane verso il materiale italiano. E' anche possibile che questo atteggiamento abbia tradito lo speciale stupore, il disagio del tutto imprevisto di dover commentare il tentato assassinio di un Papa. Eppure è successa qualche altra cosa e molti giornali americani, in seguito lo hanno notato. E' successo che il mezzo sovrano, la televisione. Io strumento capace di dire tutto a tutti in un solo istante, è sembrato impegnato ad opporre resistenza alla realtà. Gli esperti dei mass-media hanno, per questo inconsueto fenomeno, diverse spiegazioni. La prima è che il delitto di Roma, a poche settimane dal delitto di Washington, non poteva non creare una specie di immenso stupore che hanno provato tutti. Naturalmente lo hanno provato anche gli uomini della televisione. La seconda è che durante le prime ore e anzi i primi minuti del tentato omicidio di Reagan i reporter americani si erano buttati sui fatti con la stessa violenza con cui gli agenti del servizio segreto avevano afferrato il mancato assassino. In quell'impeto avevano commesso parecchi errori, annunciando situazioni peggiori e migliori del vero, contraddicendosi in modo anche grave due o tre volte di fronte al pubblico sconvolto. Adesso, col Papa, nessuno voleva ripetere quegli errori. Ma l'altra versione, forse più interessante, è che il mostro delle comunicazioni di massa ha avuto, con la notizia del tentato assassinio del Papa, uno scatto di incredulità e di ribellione in tutto simile a quello dello spettatore comune, una specie di ostinata resistenza che ha creato un effetto di attrito fra i fatti e la rappresentazione dei fatti. Tutto ciò forse dimostra che cambiamenti grandi e drammatici stanno avvenendo nella realtà che ci riguarda e che questi cambiamenti sono così incredibili da provocare un rifiuto non solo personale e interiore ma persino nell'apparato delle comunicazioni. Lo scarto tra immaginazione sociologica ed eventi quotidiani è stato così forte, alle cinque e mezzo di mercoledì scorso, che persino la torre della televisione ha avuto un sussulto. Qualcosa di simile al salto delle lancette dei sismografi quando la scossa di un terremoto è troppo forte. Si può immaginare il cambiamento di vita e di abitudini che sta avvenendo e continuerà ad avvenire sul terreno reale. Coloro che rappresentano i nostri paesi, i nostri ideali, le nostre aggregazioni politiche e le nostre chiese, dovranno sfidare personalmente la morte oppure esporsi solo all'interno di zone rigorosamente protette. Poiché una grande distanza separa l'una dall'altra ipotesi, ci saranno comportamenti diversi ed episodi diversi, ci sarà chi vorrà o sarà costretto a rischiare, e anzi farà del rischio il simbolo del suo rapporto col mondo, e chi deciderà di condurre da lontano e al sicuro le sue relazioni. Cambierà certamente, invece, il comportamento dei mezzi di comunicazione. Essi diventano un'arma al piede, l'unica arma non micidiale e tuttavia, come le altre pronta ad alzarsi al primo segno di allarme. Nasceranno telefoni rossi come quelli che collegano le potenze atomiche. Fili di emergenza resteranno in servizio in modo che l'oblò dello schermo acceso sia sempre in guardia. Sembrava impossibile alzare la soglia di allarme nelle comunicazioni e nell'attenzione comune, dopo due decenni di delitti nazionali e internazionali che hanno investito paesi simili fra loro (come l'Europa e l'America) e paesi e regimi diversi. Dopo la scossa subita con i colpi sparati al Papa, la televisione si riorganizza per riprendere il suo controllo perfetto sulla realtà, preparandosi a registrare sequenze di fatti sempre più assurdi. Furio Colombo
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