Clavicembali del '700 francese di Giorgio Pestelli

Clavicembali del '700 francese Clavicembali del '700 francese NELL'ARTE clavicembalista del Settecento francese c'è ancora molto da ricercare e scoprire, ben al di là dei canonici nomi di Couperin e di Rameau: è un'impressione che viene rafforzata da questo disco dedicato- alle Piéces de Clavecin di Pancrace Royer. nome mezzo sconosciuto, ma autore solidissimo e versatile, con dietro uno sfondo di multipli rapporti. Nato intorno al 1705 negli Stati del duca di Savoia, riceve la prima educazione musicale a Torino; poco si sa per ora della sua giovinezza, ma intorno ai vent'anni lo troviamo a Parigi, attivo in campo teatrale e strumentale negli anni in cui si apre il regno personale di Luigi XV. Dei figli del re diviene nel 1734 mature de clavecin, una sua «tragèdie lyrique», Pyrrhus, è già stata rappresentata all'Opera nel 1730; di una istituzione capitale nella vita musicale parigina, il «Concert spirituel», diviene condirettore ,con Mondonville e Caperan; un protagonista dunque della prima metà del secolo, poi eclissato nelle trasformazioni e nei rivolgimenti successivi. Venendo ai tempi moderni, il suo nome appare con due pezzi. La Zaide e La Sensible, compresi nella celebre antologia curata dal pianista Louis Démier, Les Clavecinistes Fran-. cais: troppo poco per farsi un'idea precisa della sua fisionomia: che invece si fa avanti con chiarezza nella raccolta delle Pièces de Clavecin pubblicata da Boivin e Le Clerc nel 1746. una serie di quindici brani ora incisi al completo dal Christie. L'apertura, con la corrente La Majestueuse, ci porta subito lontano dal miniaturismo clie di regola viene connesso ai francesi: per trovare una simile ricchezza ritmica e una tale grandiosità di disegno bisogna arrivare ai massimi esempi bachiani: d'altra parte, in Lo Bagatelle, ecco un sentore di maestri itat liani, addirittura di Do' menico Scarlatti (isolato da tutti: però, proprio Boivin e Le Clerc nel 1742 cominciavano a pubblicare sonate scarlattiane all'insaputa dell'autore). Certo, poi ci sono i tratti tipici del gusto francese (Tambourin. La Sensible, L'Incertaine) che Royer fa propri in particolare con una predilezione per il registro grave, per l'esplorazione di fitte combinazioni polifoniche. William Christie suona un clavicembalo William Dowd dalla straordinaria ricchezza sonora: è un'esecuzione magistrale, che restituisce in pieno il tono sovrabbondante, i colori forti, di questo maestro francese degno di nuovi e approfonditi studi. Giorgio Pestelli Pancrace Royer. Pièce» de Clavecin (1746), clavicembalista William Christie. Harmonia mundi 1037.

Luoghi citati: Parigi, Torino