Sandalo teme una brutta fine e avverte: «Grazie a me e a Peci non uccidono più» di Lorenzo Del Boca

Sandalo teme una brutta fine e avverte: «Grazie a me e a Peci non uccidono più» Riprendono stamane nel capannone delle Vallette i processi alle Br e a Prima linea Sandalo teme una brutta fine e avverte: «Grazie a me e a Peci non uccidono più» Nell'aula A comincia la requisitoria del pubblico ministero contro le Br - Chi sono oggi i leaders del gruppo - Nell'aula B il capo Maurice Bignami non rinnega nulla della lotta armata e rompe i ponti con gli ex compagni Gli imputati delle «Brigate Rosse» e di «Prima Linea» riprendono il loro posto dietro le sbarre. Stamane altra udienza per i processi contro 169 presunti terroristi. Nell'aula A dove ci sono le «bierre» prende la parola il pubblico ministero per la requisitoria. Nelle gabbie ci sarà l'ostentata, solita, indifferenza degli imputati che danno la schiena alla corte e conversano seguendo il filo di loro discorsi. Qualche attimo di attenzione solo se devono approfittare di un momento di pausa per leggere un comunicato. Fra essi la sorpresa è venuta dalla professoressa Adriana Garizio. insegnante del politecnico, in odore di terrorismo per tanti anni ma cui non si poteva negare il beneficio del dubbio. Adesso la Garizio volontariamente ha denunciato la sua adesione alla lotta armata. Nessuno se lo aspettava. Jeans e scarpette di tela, capelli sulle spalle è entrata fin dall'inizio nella gabbia dei «duri» con D'Amore. Guagliardo. la Ponti e Micaletto. ha rifiutato la difesa, si è aggrappata al microfono per leggere l'ultimo comunicato «bier- re». Al mattino aspetta che la corte si ritiri per poter vedere la figlia che si avvicina alle sbarre. Prende giornali, un sacchettino con panini e brioches. le dice che non deve preoccuparsi perché i «bierre., sono tanti e sono forti. Un altro «personaggio» è l'avvocato Sergio Spazzali. Accusato di essere la persona che teneva i contatti fra brigatisti in carcere e quelli latitanti, ha tenuto una difesa spericolata. Sta nella gabbia dei «bierre» convinti ma non rifiuta come loro l'avvocato di fiducia e risponde al giudice che lo interroga: conversa per un'ora con la corte spiegandosi e puntualizzando ma poi. alla fine, conclude con: «Non credo di ai'ere escluso la mia appartenensa alle Brigate rosse (potrei anche esserne parte! ma penso di avere of¬ ferto gli elementi per giudicare i miei atteggiamenti anche in modo diverso... Guance più rosse del normale, barba brizzolata che denuncia l'età non più giovane, pantaloni di velluto allacciati sopra la vita, lo stomaco che deborda, è un buon parlatore e convince. Quando arriva Patrizio Peci lascia la gabbia insieme agli altri brigatisti «per questioni di stomaco». Quando lo chiamano per rispondere alle contestazioni chiede di poter parlare dal microfono della seconda gabbia e non della prima per non occupare lo slesso posto del superpentito che i terroristi chiamano traditore. Nell'aula B dove si svolge iljirocesso contro «Prima linea» la figura attorno alla quale ruota lutto il dibattimento è Roberto Sandalo, pentito, che al tempo della sua militanza con i terroristi era chiamato «Hobby il passo» e che adesso invece sembra un giovanotto garbato. Cambia camicia tutti i giorni, stivaletti, occhiali di metallo che nascondono due occhietti miopi ma vivaci. Sta solo in gabbia ma parla volentieri. Gli inquirenti devono a lui la possibilità di essere riusciti a chiudere il cerchio attorno ai «piellini». E Sandalo, quasi a rendersene conto, assume l'atteggiamento di protagonista, un po' spaccone. «Se a Torino non ammassano più gente — dice — è per me e per Peci. Però dopo tante promesse non ci danna nulla in cambio. Resti in cella con la paura che ti rode dentro. Una pillola nel cibo o un punteruolo te li aspetti in ogni momento. La pelle è unusola». Dall'altra parie, nella gabbia 6. Maurice Bignami ha rotto i ponti con «Prima linea». Se ne va e si porta dietro Maria Teresa Conti. Con gli amici di un tempo ha qualche risentimenlo. Quando lo hanno calturato durante la rapina in via Exilles lo hanno lasciato solo, ferito, con una pallottola nella gamba, sul marciapiede. Gli amici sono scappati tulti. E poi sono spuntali dissensi ideologici che hanno aperto delle vere e proprie voragini. Gli altri. Laronga e Ronconi in prima fila, sembrano dei sognatori. «Il nostro torlo — dicono — è stato quello di non avere saputo sognare in modo più straordinario. Ma sapremo fare di meglio». Vogliono l'universo comunista, la comunicazione pelle-a-pelle. la gioia-desiderio della liberazione e della rottura. A Bignami lutto ciò sembra I rivolo e astrailo. Lui vuole siare con i piedi per terra. Non rinnega nienie della lolla armata e ritiene che la rivoluzione sia la sola possibilità di riscattare questa società crudele e «quul che volta stupida». Che senso ha — pensa — starsene con la lesta fra le nuvole?. Gli obietetu devono essere concreti e si possono raggiungere solo entrando nelle fabbriche con l'appoggio degli operai «una volta che si saranno resi conto che sindacati e pei li porteranno alla rovina». Bignami pianili in asso «Prima linea». I concetti presi di peso dalla sociologia gli sembrano iroppo astraiti, inlantili. non gli piacciono più. Lorenzo Del Boca > , La prof. Garizio Roberto Sandalo, solo, nella gabbia dei («pentiti»

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