I referendum di Azzeccagarbugli di Gigi Caorsi

I referendum di Azzeccagarbugli I referendum di Azzeccagarbugli (Dramma del povero cittadino che non ha una laurea in legge, che non può permettersi di portarsi l'avvocato al seguito e che, nonostante questo, il 17 maggio è deciso ad andare a votare) Data una rapida quanto infruttuosa scorsa alle «spiegazioni- stampate su! rovescio delle schede del Referendum Popolare, siamo stati colti da un grave dubbio. Che cosa capiranno da queste spiegazioni i numerosi cittadini che non sono laureati in legge e non leggono abitualmente la Gazzetta Ufficiale? Come se la caveranno costoro, domenica 17 maggio, soli con se stessi e con quelle cinque o sei schede variopinte nel chiuso della cabina referendaria? I ricchi, abbiamo pensalo con un po' di rabbia, al solito non avranno problemi; andranno alle urne scortati da un nutrito collegio di luminari del Foro che. adeguatamente retribuiti, provvederanno a spiegargli quelle «spiegazioni-. I meno ricchi ci si recheranno con l'avvocato di famiglia. Qualcuno che ha fatto sacrifici per mantenere il figlio agli studi di legge ringrazierà il cielo d'aver avuto a suo tempo quella buona ispirazione, e si farà accompagnare dal suo ragazzo sperando ch'egli abbia tratto profitto dal costoso insegnamento. Qualcun altro, privo di mezzi e di figli sapienti ma dotato di spirito d'iniziativa, si presenterà con la raccolta completa della nominata Gazzetta Uffi¬ ciale e con qualche testo giuridico frettolosamente preso in prestito alla biblioteca comunale. Altri ancora rinunceranno a capire e chiederanno lumi ai Partiti, ai Parroci o a chiunque dichiari di saperne più di loro e voteran no il si o il no che i Partili, i Parroci, o chi per essi, decideranno di fargli votare: alla faccia, come si dice, della genuina volontà popolare. E i poveri? Quelli che non possono pagarsi avvocati né mantenere figli all'Università e sono troppo timidi per andare in biblioteca e troppo orgogliosi per mendicare l'aiuto dei Partiti, dei Parroci o di chi per essi: come si comporteranno, i poveri, quella fatale domenica? Par di vederli. Indossare i loro lisi ina puliti abiti festivi, consapevoli di compiere un dovere ciWco e di esercitare un diritto democratico, lusingati che i Potenti sollecitino il loro parere su questioni di tanta importanza come l'ergastolo e l'aborto, i poveri affluiranno in massa e fin dalle prime ore del mattino ai luoghi di voto. Con malcelata emozione riceveranno le sei schede variamente colorate e. con esse, la raccomandazione di leggerle attentamente prima di esprimere la loro volontà. I poveri leggeranno attentamente. E. dopo aver letto: al avranno la dolorosa sensazione di essere improvvisamente rincitnilliti: b) gli verrà il latte alle ginocchia: c) gli cascheranno le braccia: d) andranno su tutte le furie. Perché mai ciò? Perché chiunque (e non soltanto i poveri! dopo la lettura di 24 incomprensibili righe lungìie ognuna 24 centimetri abbondanti, passa per forza attraverso i primi tre stadi ed esplode in quello finale. Perché nemmeno il più mite, il più ben disposto dei cittadini può mantenere la calma quando — come nel caso specifico — si sente cinicamente preso per i fondelli da una banda di Azzeccagarbugli statali o governatila che siano. E che lo Stato, il Governo e la loro banda di. Azzeccagarbugli ci prendano tutti quanti per i fondelli non c'è il minimo dubbio. Basta leggere una delle «spiegazioni- annesse alle famose schede colorate. Per esempio, quella sull'aborto, che comincia cosi: ..Volete voi l'abrogazione degli articoli 1: 4: 5: 6 lettera b) limitatamente alle parole: "ira cui quelli rela¬ tivi a rilevanti anomalie o malformazioni del nascituro": 7: 8: 9 comma primo limitatamente alle parole: "alle procedure di cui agli articoli 5 e 7 ed", e comma quarto...». E' chiaro die in questo modo, con queste parole in libertà, con questo «raptus- da avvocato delle cause perse si vuol prendere in torta la gente. A meno che i nostri Potenti non siano davvero persuasi che. come a f/erma ironicamente una famosa battuta, gli italiani sono tutti dottori. Nel primo caso ci offendono, nel secondo sbagliano: in tutti e due fanno torto a se stessi. Infatti, contrariamente a quanto sostiene la battuta, gli italiani non sono tutti dottori. Che dire? C'è da augurarsi che servano a qualcosa i tentativi volonterosamente fatti dalla televisione, dalla radio e dai giornali per spiegare le «spiegazioni- governative. Se anche questi tentativi dovessero fallire ai cittadini completamente disorientati dalle «spiegazioni- ufficiali rimane soltanto una speranza: il miracoloso intervento chiarificatore di san Pasquale Baylon. protettore dello zabaglione, la cui festività ricorre proprio nella giornata del 17 maggio. Gigi Caorsi