A Reggio C. uno dei più interessanti musei delle statue recuperate dagli abissi marini di Enzo Laganà

A Reggio C. uno dei più interessanti musei delle statue recuperate dagli abissi marini Con l'arrivo dei due guerrieri di Riace previsto per il prossimo 1° luglio A Reggio C. uno dei più interessanti musei delle statue recuperate dagli abissi marini REGGIO CALABRIA — Con il ritorno dei «guerrieri di Riace». previsto per il 1° luglio, il museo della Magna Grecia dì Reggio disporrà di una fra le più interessanti sezioni di archeologia sottomarina esistente al mondo. Di certo potrà d'ora in poi competere con quelle di Lipari, Marsala ed Albenga. delle quali però risulterà più attraente proprio grazie alla presenza delle cosiddette «statue venute dal mare-. Infatti i due capolavori dell'arte greca, ormai universalmente noti dopo il successo dell'esposizione di Firenze, ^saranno una parte, sia pure rilevantissima, di un unicum — come sottolinea il dott. Claudio Sabbione, un giovane direttore archeologico torinese, da nove anni in servizio presso il museo di Reggio — di eccezionale valore artistico, peraltro non ancora del tutto noto neppure agli stessi studiosi». A fare degna corona ai guerrieri di Riace, sarà il notevole materiale rinvenuto in decenni di esplorazioni sottomarine lungo le coste calabresi, e fra questo quello davvero cospicuo che venne recuperato nel mare dello Stretto nel 1970. Anche in quella circostanza, cosi come avvenne poi nel 1972 per i bronzi di Riace. il via alle ricerche venne da subacquei dilettanti. Nell'estate dell'anno precedente, infatti, si era avuta notizia che alcuni giovani appassionati di pesca erano riusciti a tirare in superficie preziose anfore dal relitto di una nave greca affondata in prossimità della costa di Cannitello. L'incarico per una rigorosa ricerca con metodi scientifici venne affidata ad una équipe di esperti della Pennsylvania University che già operavano nel Mediterraneo e i risultati furono estremamente positivi. Oltre a una cospicua serie di anfore ed ancore, vennero recuperati interessanti bronzi, quasi tutti consistenti in parti di grandi statue (almeno tre) distrutte già prima di essere sistemate sulla nave per essere trasportate in Italia dalla Grecia, forse come bottino di guerra. Tra questi pezzi, comunque, figura una magnifica testa che costituisce una testimonianza di grande interesse storico ed artistico. ■// rinvenimento di questo eccezionale reperto — ricorda il dott. Sabbione — ha fatto praticamente retrodatare di almeno mezzo secolo la data finora conosciuta per le sculture ed i ritratti di persone. E' infatti il più antico ritratto in bronzo di cui si abbia ora traccia e raffigura probabilmente un personaggio seduto, con addosso un vestito ricco dì drappeggi, forse un filosofo. Al contrario degli altri, di età antecedente, questo bronzo non raffigura un ideale guerriero o dio, ma il vero volto di una persona, dotata di naso aquilino e di rughe sulla fronte». Abbastanza sicura la data della fusione che viene fatta risalire alla prima metà del quarto secolo avanti Cristo. La deduzione si ha dagli studi effettuati sull'altro materiale rinvenuto assieme alla testa del filosofo, soprattutto sulle ceramiche e sulle anfore che erano a bordo della nave greca e che servivano per il trasporto di derrate alimentari. Questi rinvenimenti, peraltro, secondo gli esperti, hanno grande importanza anche perché documentano la grande quantità di traffici marittimi che si sviluppavano in età antica tra la Grecia. l'Egitto, le coste africane e Roma e che avevano le coste Calabre come passaggio obbligato. (Si ricorda che i guerrieri di Riace facevano parte di un carico che probabilmente doveva raggiungere Roma dalla Grecia, via Brindisi). Enzo Laganà

Persone citate: Claudio Sabbione, Sabbione