La magia di un simbolismo antico nelle opere dell' artigianato sardo

La magia di un simbolismo antico nelle opere dell' artigianato sardo Sassari: un'interessante mostra dove si possono ammirare 4867 pezzi La magia di un simbolismo antico nelle opere dell' artigianato sardo L'XI Biennale si chiuderà il 7 giugno ed è già stata visitata da migliaia di persone Chiesta l'adozione di un marchio di origine per difendere il prodotto dall'imitazione SASSARI — Cinquecento espositori provenienti da centodieci centri dell'Isola, 4867 pezzi in esposizione, decine di migliaia di visitatori, grande numero di acquisti e, soprattutto, molti contratti per grosse forniture con acquirenti esteri (belgi, tedeschi, francesi e venezuelani, questi ultimi alla prima visita di una Fiera che conta quasi trent'anni di vita). Questa è in breve la documentazione della 11' Biennale dell'artigianato sardo che si è aperta domenica scorsa e che si chiuderà il 7 giugno. Prima la mostra era annuale e ciò imponeva uno sforzo organizzativo e produttivo enorme al quale non rispondevano i risultati sperati: si cominciava infatti a rifornire il mercato dei prodotti confezionati sui modelli esposti che già si era giunti alla nuova edizione la quale, presentandosi con modelli nuovi, vanificava quasi tutto quello che si stava fino allora facendo. Ogni edizione, infatti, risponde ad uno slogan nuovo al quale si impronta gran parte della produzione. Quest'anno lo slogan è: «Magia di simboli antichi nella casa d'oggi», che — data la sua genericità — andrebbe bene per qualunque edizione della mostra, ma che è invece caratterizzato dai lavori esposti nel salone centrale. •L'antica simbologia di remote tradizioni — dice Corriga, direttore dell'Istituto d'arte di Oristano — decora arazzi e tappeti, cerchi e merletti che adornano le ville dei più celebrati architetti; pavoni e cinghiali, cavalli e colombe reggono il confronto degli arredi più sofisticati, catalizzando con il proprio calore, le fredde armonie di oggetti prodotti da una società che man mano va disumanizzandosi, anche nelle sue manifestazioni quotidiane del produrre industrialmente l'oggetto d'uso, senza la spontaneità e la personalizzazione dell'artigiano». Ente organizzatore della mosta è l'Isola (Istituto sardo organizzazione lavoro artigiano) che in una ventina di anni di attività ha creato una struttura volta alla produzione dell'artigianato artistico con diffusione capillare in tutta la Sardegna, ha creato occasioni di lavoro per oltre cinquemila addetti con un fatturato annuo che nel 1980 ha superato i 30 miliardi. Sono migliaia i corsi di addestramento che l'istituto ha organizzato, la sua assistenza all'artigiano va dalla costante attenzione perché egli non cada, come è facile, nel banale, fino alla vendita del prodotto che spesso raggiunge i Paesi più lontani. •E' un settore vivo e trainante, che non conosce crisi», ha detto il presidente dell'Isola Giovanni Quidaciolu, il quale ha chiesto una maggiore attenzione dell'amministrazione regionale verso questo settore e chi vi opera per offrirgli strumenti che ne consentano l'ulteriore sviluppo e tutelino la peculiarità del prodotto. Si attende soprattutto l'adozione di un marchio di origine contro le contraffazioni che stanno aumentando a dismisura e che provengono dai Paesi del Terzo Mondo — soprattutto Nordafrica — dove, a motivo del bassissimo costo della manodopera, si possono produrre, imitandoli, i pezzi di artigia¬ nato a prezzi stracciati. E' un'insidia che si fa sempre più consistente e che vanifica non solo il lavoro di tanti artigiani ma la qualità stessa e lo spirito che ad esso sovrintendono. Tappeti e cassepanche, cesti e brocche, arazzi e merletti riproducono i simboli di una cultura di pastori e contadini che sono stati tramandati fin qui attraverso gli oggetti usuali del vivere quotidiano e che oggi sono diventati preziosi elementi di decorazione dei più moderni e sofisticati interni. Antonio Pinna

Persone citate: Antonio Pinna, Corriga, Giovanni Quidaciolu, Isola

Luoghi citati: Nordafrica, Oristano, Sardegna, Sassari