Firenze: le ruspe hanno ferito il Battistero di San Giovanni

Firenze: le ruspe hanno ferito il Battistero di San Giovanni Nel corso dei lavori di scavo per il nuovo acquedotto Firenze: le ruspe hanno ferito il Battistero di San Giovanni Le vibrazioni hanno spezzato i ganci che reggono due colonne e fatto cadere alcune tessere dei mosaici della cupola -1 lavori sono stati immediatamente sospesi DAL NOSTRO CORRISPONDENTE FIRENZE — Le ruspe che scavano per 1 nuovi impianti dell'acquedotto sono arrivate vicinissime a piazza del Duomo. I ganci di ferro che reggono due colonne del Battistero di S. Giovanni si sono spezzati, e dalla cupola del famoso monumento sono cadute alcune tessere dei mosaici. 'Quando è scattato l'allarme, il lavoro di scavo su via Martelli, all'altezza di piazza San Giovanni, era praticamente ultimato. In ogni modo abbiamo fermato tutto. Ricordo che la continuazione dei lavori per passare tra il duomo e il battistero e mettere in opera la nuova tubatura dell'acquedotto che poi dovrà percorrere via Calzaiuoli, è prevista sul finire dell'estate. Cosicché c'è il tempo sufficiente per un attento esame della situazione dei complessi monumentali e stabilire misure cautelative*. Pier Lorenzo Tasselli, assessore all'Acquedotto è. come si vede, ampiamente disponibile a discutere con gli organi competenti prima di rimettere in moto i lavori. Ma non è pensabile di riat- tivare la grande escavatrice meccanica dopo quel che è successo. « No di certo — rassicura Tasselli — anche se bisognerà accertare le effettive cause dei guasti riscontrati al battistero. Si sa per esempio che, da anni, dalla cupola del monumento si staccano frammenti dei mosaici. Nel passato si è messo sotto accusa il traffico veicolare per le vibrazioni che esso produce nel terreno. Non escludo che l'escavatrice abbia accresciuto le vibrazioni. Bisognerà vedere. Questi monumenti sono un patrimonio inestimabile che preme a tutti ed è evidente che per lo scavo da via Martelli a via Calzaiuoli, quando si farà, dovremo impiegare altri mezzi o usare gli escavatori con estrema cautela*. 'Per carità. Ci mancherebbe altro che rimettessero in funzione la benna*, ribatte il presidente dell'opera del duomo ingegner Galliano Boldrini che, l'altro giorno, con un allarmatissimo telegramma, ha provocato l'interruzione dei lavori e il blocco della grande escavatrice meccanica. Egli ha già provveduto ad informare il soprintendente ai beni ambientali e architettonici il quale, preso atto della sospensione dei lavori, ha preannunciato sopralluoghi. 'E' vero che da tempo cadono tesserine dei mosaici e che da tempo ho provveduto a segnalare ripetutamente questo stato di cose agli organi dello Stato — aggiunge Boldrini — ma non c'è dubbio che le vibrazioni prodotte dalla macchina hanno ulteriormente indebolito la superficie a mosaico. Del resto, la rottura di due anelli di ferro posti a sostegno delle colonne in porfido ai lati della porta d'oro, è avvenuta proprio nel pieno dei lavori di scavo e testimonia l'intensità di queste vibrazioni. Dò atto comunque all'amministrazione comunale di aver risposto al mio telegramma con estrema tempestività e dì avere, altrettanto tempestivamente, bloccato tutto. Se poi i lavori erano quasi ultimati su quel tratto stradale, vuol dire poco*. n presidente dell'opera del duomo, dopo l'allarme dato dai custodi di fronte alla caduta di frammenti del mosaico (che, purtroppo, alcuni turisti si sono portati via per ricordo) e alla rottura dei due cerchioni di ferro delle colonne, ha informato anche il soprintendente ai gabinetti di restauro professor Umberto Baldini, che ha già disposto una serie di ispezioni. Le colonne furono un dono dei pisani ai fiorentini dopo la spedizione del 1113 alle Baleari contro i saraceni. I pisani, preoccupati che l'assenza di tutti i loro uomini validi, imbarcati sulle galere facesse venire delle cattive idee ai lucchesi, pregarono i fiorentini di far guardia intorno a Pisa e di proteggerla. E Firenze assolse questo compito con i suoi armati che si comportarono con grande civiltà. Una volta portata vittoriosamente a compimento l'impresa militare con la conquista di Maiorca e tornata a casa la flotta, i pisani ringraziarono i fiorentini e gli chiesero cosa gradissero delle prede belliche catturate a Maiorca: o le porte di metallo o le due colonne di porfido. Visto che alle due colonne si attribuiva la virtù magica di far scoprire ogni sorta di malfattori, i fiorentini optarono per esse. I pisani le avvolsero in damaschi rossi e le portarono a Firenze. Elvio Bertuccelli

Persone citate: Boldrini, Elvio Bertuccelli, Pier Lorenzo Tasselli, Umberto Baldini

Luoghi citati: Firenze, Maiorca, Pisa