Soddisfatti i magistrati a Milano Stammati ha dato ampie risposte di Remo Lugli

Soddisfatti i magistrati a Milano Stammati ha dato ampie risposte Sono già cinque le inchieste aperte sulla base dei documenti di Gelli Soddisfatti i magistrati a Milano Stammati ha dato ampie risposte DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE MILANO — Quale altra nuova inchiesta s'è aperta sulla base degli appunti di Gelli o comunque della P2? I cronisti del Palazzo di Giustizia si interrogano a vicenda. Nessuna? Possibile? Ormai ogni giorno c'era una novità, spuntavano nomi prima incontaminati. Sembra proprio che siamo fermi a Martelli e alla sua smentita di venerdì sera. L'on. Claudio Martelli, braccio destro di Craxi. era indignato: «Se non è un errore è una provocazione». Tante inchieste, tante indagini, ma notizie ufficiali poche. Si sa che l'ex ministro del Commercio Estero Gaetano Stammati è stato interrogato venerdì pomeriggio per quattro ore e mezzo dal sostituto procuratore Dell'Osso, che con Siclari. Viola e Fenizia si occupa di P2 e annessi. Forse Stammati è stato sentito sul giornalista Luigi Bisignani, già addetto al suo ufficio stampa quando era ministro e che da un elenco di Gelli risulterebbe avere percepito 13 milioni e poi ancora un altro mezzo milione? E' inutile chiederlo ai magistrati, hanno la bocca cucita o per lo meno si limitano a risposte evasive. Fenizia: «Stammati ha dato ampie spiegazioni e soddisfacenti delucidazioni-. Siclari: «Siamo in una fase di inchiesta giudiziaria molto delicata. Il nostro riserbo può essere considerato dall'opinione pubblica mistero. Ma poiché abbiamo tutto l'interesse ad avere la stampa amica e collaboratrice, se non diciamo nulla abbiamo i nostri motivi». A Fenizia e a Siclari insieme viene fatto notare che Martelli, con quella sua affermazione («dopo settimane di voci e indiscrezioni vengo ufficialmente informato che si procede ad accertamenti che riguarderebbero anche me»), ha implicitamente ammesso di avere ricevuto una comunicazione giudiziaria. E i due magistrati rispondono: «Se ha ammesso dovete chiederlo a lui. Noi non ammettiamo né smentiamo». Viola taglia corto: «Per piacere, lasciatemi stare, no comment». Questo è quanto emerge al Palazzo di Giustizia dove pe¬ raltro certamente si lavora con intensità e dal quale, probabilmente, stanno partendo altre comunicazioni giudiziarie. Si presumono dei nomi: Bisignani, ad esempio, Leonardo Di Donna, vicepresidente dell'Eni, e Florio Fiorini, responsabile finanziario dell'ente; questi due eventualmente in relazione a quel contratto Eni-Banco Ambrosiano nel quale sarebbe coinvolto anche Martelli. Ma Di Donna è già stato largo di chiarimenti precisando che l'operazione finanziaria non aveva alcun carattere di segretezza, risaliva al novembre 1980 ed era di un importo di 40 miliardi. Quante sono le inchieste scaturite dalla P2? Si dice che nel registro della Procura della Repubblica ne siano state iscritte cinque o sei, come atti contro ignoti, ma chi si prova ad elencarle o non arriva fino alla sesta o si accorge di avere fatto qualche doppione; forse si sta indagando su cose e persone che non sono ancora emerse agli organi di informazione. Una. comunque, è quella su Licio Gelli, capo della P2, che aveva portato alla firma di un ordine di cattura contro di lui per procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato. Un'altra riguarda l'affare Eni-Petromin, quell'oscura vicenda delle tangenti che due anni fa l'Eni aveva stabilito di pagare alla misteriosa società panamense Sophilau come compenso per la presunta mediazione svolta dall'iraniano Parviz Mina a favore di una fornitura di greggio dall'Arabia Saudita. Su quelle tangenti, dell'ordine di un centinaio di miliardi, si era detto che potevano essere tornate nelle tasche di gente di casa nostra, ma le in¬ chieste di allora non avevano concluso nulla; però si erano dimessi Giorgio Mazzanti, presidente, e Carlo Sarchi, direttore per l'estero dell'Eni. Ora, sulla base di nuovi documenti scoperti, l'inchiesta riprende e gli atti da Milano sono stati trasmessi a Roma La terza sarebbe questa del dopo Mazzanti, concernente il finanziamento all'Eni da parte del Banco Ambrosiano, della quale appunto Di Donna afferma che non ci sono state tangenti. Poi c'è l'inchiesta Roberto Calvi, presidente del Banco Ambrosianogruppo Rizzoli. E ancora: l'inchiesta sul presunto favoreggiamento da parte del procuratore Gresti, il quale avrebbe fatto pressione sul sostituto Mucci perché restituisse il passaporto a Calvi; inchiesta, quest'ultima, in corso da parte della Procura di Brescia. Remo Lugli

Luoghi citati: Arabia Saudita, Fenizia, Milano, Roma