Modena: il centro tornerà alla sua antica bellezza di Franco Minelli
Modena: il centro tornerà alla sua antica bellezza Tutta la città si è trasformata in un immenso cantiere Modena: il centro tornerà alla sua antica bellezza Gli alloggi rammodernati potranno essere così immessi sul mercato data la penuria di case da affittare o da vendere - Decisi interventi anche su edifici monumentali MODENA —Il centro storico della nostra città ha sempre più l'aspetto di un esteso cantiere per il moltiplicarsi dei restauri, delle ricostruzioni e dei risanamenti di edifici per iniziativa di pubbliche amministrazioni, di privati proprietari, di immobiliari e istituti di credito, di cooperative ed enti consortili. E' un po' come se la città si fosse posta davanti allo specchio e avesse deciso di rifarsi bella, dopo un lungo periodo di abbandono e di trascuratezza. Ed è comprensibile per una città come Modena, che ha registrato in questi anni un forte sviluppo economico e che non difetta di dinamismo e di spirito d'iniziativa. Pare giusto, soprattutto, poi, se si considera che il centro storico è memoria ed eredità dei padri e, insieme, fulcro della vita civile nelle sue articolazioni politiche, amministrative, culturali e religiose, simboleggiate da una successione di edifici monumentali e insigni: la Cattedrale romanica, l'antico Palazzo Comunale, l'Università, l'ex Palazzo Ducale. Tutti edifici, peraltro, da tempo sottoposti a periodici interventi di ripristino e restauro, assieme ai lavori in atto nel cinquecentesco Palazzo Solmi, sulla via Emilia, nei Musei Statali e Comunali, in piazza Sant'Agostino, nel Teatro Comunale, all'Università, nella via omonima, nelle chiese del Voto e di Sant'Agostino. Il vecchio cuore della città appare profondamente malato e all'interno dei quartieri, un tempo delimitati dalla cerchia delle mura, le situazioni sono difficili e i problemi urgenti. Sono migliaia gli appartamenti da risanare e restaurare, un terzo abbondante dell'intero patrimonio edilizio e residenziale della zona. L'intero nucleo medioevale, succeduto al preesistente insediamento romano, è prevalentemente abitato da famiglie operaie, da immigrati e anziani. Si alternano locali in sovraffollamento ad alloggi sfitti e vuoti. Strutture vecchie, irrazionale orientamento e insufficiente cubatura dei vani d'abitazione, mancanza di soleggiamento, umidità, insufficienza e carenza di servizi igienici e domestici, utilizzazione di vani in sottotetto o in soffitta, sono i motivi che maggiormente ricorrono nelle analisi degli insediamenti abitativi di questa parte della città. Nell'arco di trent'anni, la popolazione residente è passata da 30.838 unità del 1951 alle poco più di 13.000 attuali, per il 45 per cento immigrati. E' stata, questa, anche una conseguenza della tendenza, specialmente negli Anni 60. di tanta gente a trasferirsi dal centro in periferia, in nuove e più confortevoli residenze. Man mano, cioè, che il tenore di vita migliorava, in misura crescente le famiglie lasciavano le vecchie dimore nel centro storico per i moderni alloggi, simboli di più elevato status sociale, che le immobiliari mettevano a disposizione nelle fasce periferiche. Adesso si verifica il fenomeno opposto: le imprese stanno rientrando nel centro cittadino per effettuare investimenti in radicali ristrutturazioni e rammodernamenti di alloggi che successivamente possono essere facilmente collocati sul mercato, data la penuria di case da affittare e da vendere. E' dal 1965 che a Modena il centro storico si propone come problema per i pubblici amministratori e gli ambienti culturali, in termini dapprima di indagine conoscitiva, di analisi progettuale e di proposta. La variante al Piano Regolatore Generale del 1975 rilancia la questione nei termini anche di una urgente accentuazione della funzione pubblica del centro urbano stesso, e di una selezione e qualificazione nel suo ambito delle attività dell'artigianato e del commercio. E non sono mancati frutti ad una tale im¬ postazione: molte aziende, ormai incompatibili per ragioni soprattutto ecologiche, si sono trasferite nei villaggi industriali esterni alla città, dove invece si è andato affermando il primato dell'artigianato di servizio e dell'artigianato di qualità. Ad esempio, sull'asse delle centrali Rua Muro e Rua Frati si sono allineate a decine le botteghe degli antiquari e dei restauratori di mobili, quadri e arredi. Gli enti pubblici indirizzano l'azione di risanamento e recupero, facendo leva sull'esistente legislazione. Sono state sottoscritte convenzioni con gli Istituti di credito per la concessione di mutui a tasso agevolato a chi intende risanare e ricostruire case degradate. Di concerto tra enti pubblici, privati ed enti culturali, si è curato il restauro di edifici ragguardevoli per valore storico, nonché dei giardini e dei parchi cittadini, mantre si è avviata la trasformazione dell'ex Ippodromo e dell'Autodromo in polmoni verdi per la città. Inoltre, l'Amministrazione comunale interviene per il recupero degli alloggi in centro: ha realizzato negli anni scorsi uria cinquantina di nuovi appartamenti e quest'anno ne sta ultimando altri 168. Ulteriori appalti si prevedono in futuro. Gli investimenti pubblici e privati per questi interventi raggiungono cifre da capogiro, una ridda di miliardi, e sono indicativi dell'onerosità e complessità di un'operazione di recupero e di restauro sistematica in un centro urbano. Franco Minelli
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