Molto attesa la «ricetta» di Ciampi di Emilio Pucci

Molto attesa la «ricetta» di Ciampi Relazione oggi del Governatore alla 87a assemblea della Banca d'Italia Molto attesa la «ricetta» di Ciampi ROMA — Nel vuoto di potere provocato dalla crisi politica, l'unico punto di riferimento per l'apparato economico, in un momento cosi travagliato, è la Banca d'Italia. Ecco perché le attenzioni di tutti sono rivolte alla relazione che il governatore Carlo Azeglio Ciampi leggerà oggi alla ottantasettesima assemblea dell'Istituto di emissione. Nella quarantina di pagine delle «considerazioni finali» sarà racchiusa l'amara storia di un anno che ha visto l'economia italiana assediata da un dollaro troppo forte e da una stretta creditizia sempre più soffocante, come dimostra anche l'ultimo provvedimento di vincolo alle importazioni. Una situazione, si dirà, dettata dall'emergenza e dal vuoto di interventi strutturali dell'esecutivo per il contenimento dell'inflazione ed il rilancio della attività produttiva. L'analisi di Ciampi dovrebbe essere su questo punto impietosa. Anche se il più stretto riserbo, come è consuetudine, circonda la relazione del governatore, gli osservatori concordano nel ritenere che la linea ufficiale della Banca d'Italia si riallaccerà ai più recenti interventi di Ciampi, tutti tesi ad ammonire il potere politico sulla inadeguatezza della leva monetaria ai fini del riequilibrio economico. Il monito non è nuovo: già lo scorso anno Ciampi imperniò le sue prime «considerazioni finali» su questo nodo. Parole gettate al vento. Ma la crisi incalza ed il governatore, con toni ancor più fermi, insisterà sull'urgenza di provvedimenti che incidano in maniera diretta sui fattori reali delle distorsioni del sistema economico italiano: conteni- mento e riqualificazione della spesa pubblica (il cui deficit cresce ad un ritmo che lo porterà a superare alla fine dell'anno i 50 mila miliardi); modifica radicale dei meccanismi di indicizzazione, scala mobile in particolare: controllo dei consumi per allineare la domanda interna a quella internazionale. ..Per la forte dipendenza energetica e per la sua funzione trasformatrice — disse Ciampi nel maggio '80 — il nostro Paese è più esposto di altri ai pericoli di una crisi delle relazioni commerciali e finanziarie internazionali. E questi pericoli non li affronta con la necessaria solidità di assetti produttivi, di efficienza amministrativa, di infrastrutture pubbliche». Altro tema su cui il governatore non potrà non soffermarsi sarà lo stato di salute del sistema bancario e le prospettive per l'immediato futuro. Lo scorso anno, per la prima volta, gli istituti di credito ordinario hanno accusato un vistoso calo, in valore reale, dei depositi della clientela. Nei primi mesi dell'81 il fenomeno si è andato accentuando, mentre sul mercato stanno facendo il loro ingresso anche le banche estere più forti ed agguerrite. Non dovrebbe quindi mancare l'invito ad accrescere l'efficienza degli istituti, ancora troppo poco meccanicizzati e privi dell'agilità, soprattutto nel settore dei servizi parabancari, dei concorrenti esteri. Il discorso di ammodernamento potrebbe anche scivolare sulla parziale privatizzazione delle banche pubbliche. Si sa che l'argomento è stato esaminato dalla Banca d'Italia in una serie di riunioni riservate con i vertici delle grandi banche pubbliche. Dalle riunioni sarebbe emerso un orientamento favorevole alla privatizzazione. Ma per sapere se Ciampi farà un esplicito accenno a questo problema, bisognerà attendere oggi. Emilio Pucci

Persone citate: Carlo Azeglio Ciampi, Ciampi

Luoghi citati: Roma