Verona: fermato il giovane che si accusa dell'omicidio

Verona: fermato il giovane che si accusa dell'omicidio L'incendio nella casamatta dove è morto lo studente Verona: fermato il giovane che si accusa dell'omicidio E' un alcolizzato, si chiama Vittorio Salierno, detto «Centauro» e ha 26 anni - Sono in pochi a credere al suo racconto, ma lui insiste VERONA — Vittorio Salierno . il ventiseienne veronese scampato al rogo di Lungadige San Giorgio nel quale ha trovato la morte Luca Martinotti. è in stato di fermo al comando del Gruppo carabinieri. L'altra notte Salierno. conosciuto come «Centauro», era stato interrogato a lungo dal sostituto procuratore Francesco Pavone, presente il suo avvocato difensore Gilberto Tommasi. «Centauro», come aveva già dichiarato in questura, durante gli interrogatori di domenica e lunedi, sostiene di essere il piromane, l'autore del delitto. I suoi amici («Bubo». «Olanda». «Pedro». «Moreno». «Lisi») e gli altri che trascorrono le notti al Parco Lombroso, vicino alla tragica casamatta, non credono nella colpevolezza di Salierno anche se il giovane alcolizzato ha un precedente: l'incendio di un materasso. Alla polizia Salierno aveva confessato, ma non era stato creduto. E il capo della Mobile dott. Vasquez sta ancora oggi battendo tutt'altra pista. D'altra parte aveva interrogato «Centauro» per due giorni interi senza dare troppo credito alle affermazioni non sempre coerenti del giovane. Le indagini quindi proseguono in varie direzioni. Viene esclusa una «lezione» da parte di drogati o di spacciatori. Questi ultimi ricordano a quanti hanno avuto in passato il modo di sperimentarne i metodi che gli esecutori non sbagliano mai bersaglio. Insomma non avrebbero colpito alla cieca Luca Martinotti e Aurelio Angeli. E poi prima di agire, avvertono. Viene anche completamente esclusa la possibilità della pista indicata, con una telefonata all'Ansa, di una ragazza nevrastenica che aveva fornito il nome del presunto autore del delitto. Rimangono dunque due possibilità: che si tratti di un «gruppo di risanamento sociale.», come si sostiene all'associazione genitori ragazzi tossicodipendenti, oppure che il delitto sia stato compiuto da un balordo. A Verona ce ne sono in particolare due che si muovono in coppia e che già in passato avevano usato quel particolare tipo di miccia di cui alcuni esemplari sono stati trovati all'esterno del fortino. Salierno ha le mani tremolanti, non può certamente averle confezionate. Qualcuno potrebbe però avergliele preparate, ma nessuno in salute mentale avrebbe affidato il compito di killer a «Centauro». Nessuno a Verona è tranquillo: si teme che il gravissimo episodio possa ripetersi. Ieri intanto il corpo di Luca Martinotti è stato messo a disposizione dei parenti e il padre lo ha portato a Moncalieri. Aveva sempre affermato la sua sicurezza che Luca non si era mai drogato e aveva chiesto che fosse effettuata l'autopsia. Gli esami dei tessuti, eseguito dal prof. Marigo. direttore dell'Istituto di medicina legale, gli hanno dato ragione: Luca Martinotti non ha mai fatto uso di droghe. Franco Ruffo

Luoghi citati: Moncalieri, Olanda, Verona