Petroli: chiesto il processo anche contro dirigenti Sid

Petroli: chiesto il processo anche contro dirigenti Sid Alla Corte dei conti per i danni causati allo Stato Petroli: chiesto il processo anche contro dirigenti Sid Casardi, Maletti, Viezzer, Labruna — secondo il pm — non avrebbero informato il ministro della Difesa che l'ex comandante della Finanza, Giudice, compiva «illegittimità» e «deviazioni» nel settore dei petroli ROMA — L'ex capo del Sid amm. Antonio Casardi. il generale Gianadelio Maletti. ex capo dell'ufficio D del Sid. il col. Antonio Viezzer (attualmente detenuto per la vicenda P2) e il capitano Antonio Labruna. che facevano parte dello stesso ufficio, non avrebbero informato il ministro della Difesa dell'epoca, Lelio Lagorio. che l'ex comandante della Guardia di Finanza Raffaele Giudice compiva «illegittiìnità» e «deviazioni» nel settore dei petroli. E' quanto ha sostenuto il sostituto procuratore generale della Corte dei Conti Giorgio Aterno nella requisitoria tenuta al giudizio amministrativo delle frodi fiscali nel settore petrolifero aperto ieri dinanzi alla Corte dei Conti. Il pubblico ministero contesta ai quattro l'omessa denuncia di responsabilità amministrativa e ne ha chiesto ai giudici la chiamata in giudizio perché vengano ascoltati in merito. La richiesta di Aterno crea cosi le premesse per un ampliamento del giudizio sui presunti responsabili delle evasioni fiscali. Sinora, a rispondere delle frodi, dinanzi ai giudici della seconda sezione giurisdizionale dell'Istituto di controllo, sono 7 ufficiali della Guardia di Finanza, tra i quali, oltre a Giudice, il suo capo di Stato Maggiore gen. Donato Lo Prete, e tre funzionari del ministero delle Finanze. Sostanzialmente a tutti viene contestato di non aver eseguito i dovuti controlli fiscali sull'attività di diverse società petrolifere operanti nel Nord Italia nella zona di Treviso. Con la contraffazione dei moduli «H-ter» queste società avrebbero operato una macroscopica evasione delle imposte per un totale, finora accertato, di 165 miliardi, cifra che la Procura generale chiede che i convenuti restituiscano all'erario. Particolarmente grave la posizione dei generali Giudice e Lo Prete, cui la Procura generale della Corte contesta di non aver dato il dovuto peso ai rapporti pervenuti sulle frodi che si stavano attuando. A entrambi viene contestato un comportamento «negligente e superficiale». La lunga requisitoria del sostituto procuratore generale (oltre quattro ore) non si è limitata alla richiesta di un supplemento di istruttoria. Aterno ha anche sollecitato ai giudici: 1) La convalida del sequestro dei beni mobili ed immobili dei convenuti nonché di ogni altro credito, sino alla copertura del danno subito dallo Stato. 2) Il rigetto delle domande di sospensione del giudizio in attesa che si concluda la parallela inchiesta penale. 3) Il riconoscimento della responsabilità dei convenuti e la loro condanna al pagamento all'erario delle somme da questo perdute. Al pari, lunghi sono stati gli interventi dei difensori dei convenuti, interventi che hanno fatto protrarre l'udienza per oltre otto ore. Gli avvocati Vitalone. Biagini. Scoca. Bianchini. Devoto. Pase. Speranza. Dallari e Lorenzoni. hanno sollecitato l'assoluzione dei loro assistiti, perché non responsabili amministrativamente. In via subordinata, la sospensione del giudizio amministrativo in attesa della conclusione della parallela inchiesta penale. La decisione della Corte dei Conti si dovrebbe avere tra qualche giorno. legali — sarebbe, in realtà, un atto di accusa contro Toni Negri, il quale, peraltro, non vi compare come imputato. Il documento di Calogero, sempre secondo i due avvocati, vorrebbe rappresentare la chiave di volta dell'inchiesta sull'Autonomia. Del Mercato e Vandelli hanno anche rilevato che la requisitoria non approfondisce sufficientemente le posizioni di tutti gli imputati.

Luoghi citati: Nord Italia, Roma, Treviso