Da oggi un pcf dal volto moderato tratta con il partito di Mitterrand di Bernardo Valli

Da oggi un pcf dal volto moderato tratta con il partito di Mitterrand Dopo quattro anni di dure polemiche, in vista del governo post-elettorale Da oggi un pcf dal volto moderato tratta con il partito di Mitterrand Sulla eventuale partecipazione dei comunisti al ministero del dopo-giugno a Parigi circola una battuta: «Poltrone no, ma qualche sgabello sì» - Il neo-presidente avrebbe fatto qualche promessa in tal senso a Marchais DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE PARIGI — Poltrone no. ma qualche sgabello sì. Questa la battuta die circola nella capitale francese sulla eventuale partecipazione dei comunisti al governo post-elettorale. Oggi ci sarà un primo «contatto» tra i rappresentanti dei due grandi partiti della sinistra, dopo quattro anni di polemiche e accuse. Socialisti e comunisti riprendono le trattative: da un lato Jean Poperen. membro della segreteria nazionale del ps, dall'altro Charles Fiterman, membro della segreteria del pc. Nei prossimi giorni i negoziati saranno probabilmente condotti dai due segretari generali. Georges Marchais aiirà di fronte Lìonel Jospin, che ha sostituito Mitterrand nella più alta carica del partito. Il dialogo non sarà facile, anche se il leader comunista dichiara che il pcf fa parte «della maggioranza presidenziale» e non avanza pretese impossibili. Per «ammetterlo in società» i socialisti pongono condizioni precise: una revisione della linea comunista, in politica estera e in politica interna. Per raggiungere un accordo di governo, dice il socialista Jospin, deve esistere un'intesa su alcuni punti essenziali: ad esempio l'Afghanistan e gli euromissili. Marchais è pronto a rimangiarsi l'approvazione dell'invasione sovietica, per quel che riguarda il Paese dell'Asia centrale, e ad approvare adesso l'installazione dei missili in Europa (Italia, Germania e Paesi Bassil per controbilanciare quelli sovietici (SS 20)? Un membro dell'ufficio politico comunista, Pierre Juquin. ha accennato a una svolta in quel senso, dichiarando che «la Francia potrebbe proporre negoziati nel tentativo di cercare una soluzione almeno tra i tre Paesi della regione, cioè Iran, Afghanistan e Pakistan», per poi arrivare al ritiro delle truppe sovietiche. Bastano questi buoni propositi ai socialisti? Sugli euromissili Juquin è stato ancora più vago, ma ha suggerito che pure su questo problema la Francia prenda qualche iniziativa, con l'obiettivo di arrivare a un ritiro o a una rinuncia di quelle armi atomiche. Nell'atteggiamento comunista, al di là dì questi argomenti scottanti, si nota comunque una disponibilità molto ampia. C'è persino remissività nei loro propositi. Arrivano a promettere che se saranno esclusi anche dal governo postelettorale, come è accaduto per quello di transizione, sosterranno egualmente «le misure positive» prese dai socialisti. E' quindi una convinzione abbastanza diffusa che questa docilità finirà con l'essere premiata: e che dopo il voto di giugno (il 14 e il 21, in due tempi, alla francese) i comunisti otterranno appunto se non proprio poltrone almeno qualche sgabello ministeriale. Ricevendo Georges Marchais all'Eliseo, Mitterrand avrebbe fatto qualche pro¬ messa in quella direzione. Ma a decidere sarà il risultato elettorale. I comunisti si trovaìio in una curiosa situazione. Sono stati sconfitti al primo turno delle elezioni presidenziali, il 26 aprile scorso, quando il loro candidato ha ottenuto il 15,3 per cento dei voti, ossia il peggior quoziente registrato dal partito negli ultimi quarantacinque anni. Quel giorno a Marchais è sfumato sotto gli occhi un quarto del suo elettorato. I comunisti fanno tuttavia parte della «maggioranza presidenziale», poiché i loro suffragi hanno contribuito al successo di Mitterrand, al ballottaggio decisivo del 10 maggio. Senza i comunisti il leader socialista non avrebbe sconfitto Giscard. Il neo-presidente deve quindi pagare il prezzo. Ma l'entità dipenderà dall'assetto del nuovo Parlamento. Se non vi sarà un recupero comunista, o se addirittura il pc subirà un calo ulteriore (come hanno pronosticato alcuni sondaggi), Mitterrand apparirà come «il ridimensionatore» dei comunisti, sarà in grado di controllarli, e quindi di accettare qualche loro ministro. In caso contrario gli riuscirà più difficile controllare la situazione. Un pc col 15 (o il 13) per cento è una cosa, un pc col 20 per cento è un'altra. Marchais abbandonerebbe la sua odierna remissività, per ritornare ai vecchi atteggiamenti. I negoziati che cominciano oggi, lontano dai riflettori (poiché il luogo dell'incontro non è stato reso pubblico), sfoceranno senz'altro in un accordo elettorale. Ma per arrivare a quello di governo bisognerà probabilmente attendere il primo turno, quando i partiti conosceranno la loro forza. La questione comunista è comunque destinata a dominare lacampagna elettorale. Per riconquistare la maggioranza dei seggi che avellano nell'Assemblea appena sciolta da Mitterrand, gli esponenti dei partiti di destra, i gollisti e i giscardiani, dicono in sostanza nei loro comizi: un Presidente socialista costituisce già un rischio, evitiamone altri affiancandogli un Parlamento dominato dai moderati, che lo limiterà nelle sue azioni e che gli impedirà di far entrare i comunisti nel governo della Quinta Repubblica. I socialisti evitano di affrontare la questione comunista, quando non vengono invitati a farlo. Dicono: un Presidente di sinistra con un Parlamento controllato dalla destra significherebbe la paralisi delle istituzioni. Mitterrand sarebbe prigioniero nel Palazzo dell'Eliseo. Dateci quindi i mezzi per governare. Nel loro discorso è sottinteso che un partito socialista forte segnerebbe un ridimensionamento definitivo del partito comunista. I comunisti sono cauti. Non criticanqpiù isocialisti, e tanto meno il Capo dello Stato ("«L'abbiamo eletto anche noi»;, ma fanno capireste per una vera politica di sinistra è necessario un pc forte. Lo fanno intendere senza alzare la voce. E se i toni troppo alti di un mese fa li hanno portati alla sconfitta, quelli troppo bassi di adesso potrebbero farli passare quasi inosservati. A Marchais non si addice il bisbiglio. Bernardo Valli

Luoghi citati: Afghanistan, Europa, Francia, Germania, Italia, Pakistan, Parigi