Evtushenko fotografo di sposi e di «babushke» di Fabio Galvano
Evtushenko fotografo di sposi e di «babushke» TRECENTO IMMAGINI ALLA MOSTRA ITINERANTE DELL'EX POETA RIBELLE Evtushenko fotografo di sposi e di «babushke» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — E' una lunga china, non priva di amarezze, quella che Evgenij Evtushenko cerca di risalire per fare dimenticare il suo passato di «poeta ribelle» e reinserirsi a pieno diritto nel filone dell'ufficialità sovietica. Dieci o vent'anni fa una sua mostra dì fotografie sarebbe stata semiclandestina, ma avrebbe attirato tutta l'intelligentsija moscovita. Oggi, invece, di tale mostra parlano brevemente l'agenzia Tass e i giornali politicamente meno impegnati (per esempio Vechernjaja Moskva, Mosca sera), ma il pubblico che si aggira nelle quattro sale di scantinato messe a disposizione dal sindacato pittori grafici è poco numeroso, incuriosito più che interessato. Di Evtushenko fotografo si era già parlato, ma con lo stesso distacco con cui la critica ufficiale ha seguito la sua recente attività di attore o di regista, e con la cauta misura dalla quale è stato accompagnato l'inizio della sua attività di narratore. Una piccola mostra, organizzata dalla rivista Sovetskoe foto, è stata per alcuni mesi un biglietto da visita itinerante per la sua rinascita ideologica: dopo Mosca l'hanno portata a Tbilisi, Suchumì, Sverdlovsk. Irkutsk, Riga, Tallinn, ampliandola poco per volta. Dopo Londra, tappa di prestigio, rieccola nella capitale sovietica, completamente rinnovata (300 fotografie). Si intitola -Nevidimie niti- (I fili invisibili). -Fu Charlie Chaplin. spiega Evtushenko, a dire che la madre di un comunista morto in guerra piange con le stesse lacrime di una madre americana. Esse sono legate dai fili invisibili della pietà comune. E io cerco di raccontare, con l'aiuto della macchina foto¬ grafica, di questi fili invisibili che legano non soltanto le madri, ma tutti i lavoratori del mondo-. Quella di Evtushenko è in realtà una galleria ad ampio spettro: i fili sono più invisìbili di quanto egli dichiari, i temi sì accavallano, l'elemento della «pietà comune-si disperde. Questo non significa che l'Evtushenko fotografo sia disprezzabile. Al contrario. Ma bisogna osservare i suoi lavori, forse, senza il taglio ideologico che la tematica ufficiale ha voluto imporre. Gli scacchisti dell'Uzbekistan, i giocatori di carte, i personaggi del circo, gli sposini stanchi dopo la festa nuziale, il pescatore sul Lago Baikal. la vecchia babushka che è l'immagine di tutte le nonnine russe, costituiscono una galleria di ritratti di pregio che —va detto — poco concedono al dettato ideologico. Molte delle fotografie espo¬ ste sono accompagnate da qualche verso. «.Ecco la finestra, come un raro paese della felicità. E prossimo è il futuro di quella finestra-, ha scritto Evtushenko sotto l'immagine di due sposini che guardano il loro piccolo mondo, seduti dietro la finestra di una izba. Il bambino che col dito tocca l'ombelico alla madre incinta -suona il campanello al fratello minore-. Tre slitte abbandonate fra le nevi del Grande Nord inesplorato gli fanno dire: «/motori che hanno sostituito i cani piangono lacrime di benzina sulla neve, perché se un uomo stanco cadrà nel gelo, esanime, non riusciranno a leccarlo-. O ancora, nella sezione -internazionale-, un'immagine del Colosseo con in primo piano, quasi protagoniste, una lattina d'aranciata e una bottiglia di Coca-Cola, vuote e abbandonate: -Dalla tua grandezza dinosaurica sono predetermina¬ ti i destini di tutti gli imperi. Soltanto quello della CocaCola s'allarga, sempre contento di sé. Ma sono certo che anche quello è predeterminato-. Le foreste della Siberia, l'antica chiesa di campagna con il cartello «posto di salvataggio- che si riferisce però al bagnino sul fiume che la lambisce, le sfilate del 9 maggio con il loro luccichio di medaglie e i volti stanchi dei vecchi combattenti, la famìglia uzbeka che nel vestiario è una tavolozza di colori, fino ai vicoli stretti e scalcinati cerne un caruggio della vecchia Liguria e &W-ultima Pasquadelle vecchiette in nero davanti a una chiesa, tutte queste immagini danno uno spaccato dell'Urss degno dei più celebri fotografi internazionali. Lì i -fili invisibili- sono quelli della realtà sovietica, e ad essi si aggrappa il «nuovo» Evtushenko. Fabio Galvano
Persone citate: Charlie Chaplin, Evgenij Evtushenko, Evtushenko
Luoghi citati: Liguria, Londra, Mosca, Riga, Siberia, Urss, Uzbekistan
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