Quasi settemila le navi con la «bandiera ombra»

Quasi settemila le navi con la «bandiera ombra» Sono troppe le «carrette del mare» Quasi settemila le navi con la «bandiera ombra» GENOVA — Il problema dèlie «bandiere ombra» che ih termini di stazza rappresentano un terzo delle navi mercantili del mondo è al centro di una conferenza internazionale iniziata a Ginevra sotto l'egida dell'Onu. Sono sei i Paesi, tutti piccoli, che offrono «bandiere di convenienza», a pagamento, e i loro registri annoverano in tutto 6991 unità per 217 milioni 476 mila tonnellate di stazza (il dato si riferisce all'anno scorso). Rispetto al 1979 ciò rappresenta un aumento di 227 navi per 3 milioni 778 mila tonnellate. I sei Paesi sono: Liberia. Cipro, Singapore, Bahamas, Panama e Bermuda. La flotta «ombra» di Panama è passata da 2724 a 3183 navi e quella delle Bermuda da 98 a 121 navi. Gli altri quattro Paesi hanno invece ridotto le loro flotte. Le navi che battono bandiera ombra sono spesso insicure, i loro equipaggi sono sottopagati; i loro armatori possono permettersi noli più bassi e maggiori guadagni. Si eludono inoltre molte responsabilità in materia di inquinamento e buona parte degli armatori riescono a na- scondere la loro vera identità dietro sigle di comodo. " Il 73% degli armatori le cui navi battono bandiera ombra risiedono in quattro Paesi: Usa, Grecia, Giappone e Hong Kong. Le navi gestite dagli Usa sono 769 e quelle di proprietà Usa sono 888. Hong Kong: 1215 navi gestite e 999 di proprietà; Grecia: rispettivamente 637 e 851 unità: Giappone: 858 e 925.