Sindacati uniti, ma solo per criticare i rincari di Gian Carlo Fossi
Sindacati uniti, ma solo per criticare i rincari IL MONDO DEL LAVORO DOPO I PROVVEDIMENTI E LA CADUTA DEL GOVERNO Sindacati uniti, ma solo per criticare i rincari Lama e Benvenuto accettano l'invito di Camiti - Convocata per lunedì la segreteria unitaria - «Gli aumenti fanno crescere l'inflazione» ROMA — I sindacati, divisi sulla scala mobile, si sono ritrovati insieme in un giudizio nettamente contrario alla raffica di aumenti decisi dal governo dimissionario per la luce, il telefono, i medicinali, le visite specialistiche. Soprattutto dalle categorie di punta dello schieramento sindacale sono giunti segnali negativi, ma è certo che la segreteria della Federazione Cgil-Cisl-Uil — convocata per lunedi in seguito alla lettera di Camiti a Lama e Benvenuto — prenderà ferma posizione negativa nel quadro di un approfondito esame della difficile situazione determinata dalla crisi di governo e dalle incerte prospettive. *Il governo — osserva il segretario nazionale della Firn Morese — ha voluto lasciare un'impronta significativa della propria linea di politica economica. Gli aumenti decisi non solo rappresentano benzina sul fuoco dell'inflazione, ma sono anche una sbattuta di porta in faccia alla piattaforma presentata dalla federazione Cgil-Cisl-Uil nell'ultimo incontro*. Di rincalzo, il segretario generale degli edili Mitra afferma che i provvedimenti «sono l'esatto contrario di quanto chiesto dal movimento sindacale e dalla Cisl in particolare, che avevano rivendicato il blocco delle tariffe per un anno*. *Da questo — aggiunge Mitra — risulta confermata l'esi¬ genza di una incisiva capacità di proposta e di iniziativa del movimento sindacale unitario, in assenza della quale tale genere di manovra è difficilmente contrastabile sul piano concreto*. La valutazione della segreteria unitaria investirà tutti i problemi aperti dalla crisi di governo in stretto collegamento con la proposta unitaria per le misure anti-inflazione e i dissensi interni sul contenimento del costo del lavoro. Lama e Benvenuto hanno subito accolto la richiesta di Camiti per una riunione sollecita della segreteria unitaria. 'Sono personalmente convinto — ha scritto Camiti — che la Federazione unitaria, al di là delle difficoltà e delle divergenze che hanno recentemente condizionato la sua capacità di proposta e di iniziativa, costituisca un punto di riferimento e di garanzia essenziale verso i lavoratori e il Paese, di difesa e di rinnovamento democratico*. Carniti sottolinea il problema della tenuta delle istituzioni democratiche, mentre sia Lama che Benvenuto sollevano esplicitamente la questione del quadro politico. Il movimento sindacale, dice Lama, non può continuare a tacere a causa delle sue divisioni, nel momento in cui è legittimo domandarsi «non solo di quale governo si debba parlare, dato che il governo For| lani non esiste più, ma anche di quale maggioranza, poiché siamo certamente alla vigilia di mutamenti, profondi o superficiali non sappiamo, del quadro politico*. E' necessario, a suo avviso che tutte le forze progressiste, a cominciare dalla sinistra, cerchino il terreno di un'azione convergente per assicurare alla Repubblica un nuovo sviluppo sociale, politico e democratico. Occorre, sostiene Benvenuto, ora più che mai, una proposta sindacale che testimoni con forza l'opposizione dei lavoratori allo sfascio del Paese ed esprima una tenace volontà di risanamento della nostra società. Due esigenze improrogabili attendono una risposta del sindacato: continuare la decisa lotta all'inflazione, battersi per il risanamento morale del Paese. 'Dobbiamo dare noi per primi, in un confronto con tutte le forze politiche — prosegue il leader della Uil — un segno della necessità che al di là delle formule di governo, il profondo chiarimento politico tra i partiti si sviluppi senza veti incrociati, ma punti decisamente a ridare al Paese condizioni di stabilità e di fiducia*. Rilanciando l'urgenza di un •patto contro l'inflazione*. Benvenuto osserva che la paralisi del sindacato accresce •la pericolosità della crisi attuale*. Gian Carlo Fossi
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