Chiesti per Fioroni 19 anni senza norme per chi s'è pentito di Susanna Marzolla
Chiesti per Fioroni 19 anni senza norme per chi s'è pentito Il pg al processo per Saronio Chiesti per Fioroni 19 anni senza norme per chi s'è pentito MILANO — Mentre la Corte di Cassazione, a cui d'ufficio sono stati trasmessi gli atti, dovrà decidere sulla ricusazione della Corte, il processo d'appello per il sequestro e l'assassinio di Carlo Saronio é andato avanti lo stesso. Ha parlato il sostituto procuratore generale Giovanni Caizzi. che ha chiesto di non applicare per i due maggiori imputati. Carlo Fioroni e Carlo Casirati, l'articolo 4 della legge antiterrorismo sulla riduzione di pena ai ..pentiti» e ne ha sollecitato la condanna a 19 anni di reclusione. L'istanza di ricusazione era stata presentata da Fioroni, adducendo come uno dei motivi principali proprio la scarsa considerazione che la Corte avrebbe attribuito alla sua scelta di collaborazione con la magistratura. E questa stessa collaborazione é stata fortemente messa in dubbio nella requisitoria di Giovanni Caizzi. In sostanza il p.g. ha accusato Fioroni di «voler portare una verità da accettare a scatola chiusa», mentre «di fronte a contestazioni precise si è sempre chiuso a riccio» in modo da cercare di «satinarsi ad ogni costo». Ha ricordato come già all'indomani del processo di primo grado Fioroni avesse fatto intravedere la responsabilità di un'..organizzazione» dietro al sequestro: «E io non so dire — ha aggiunto il p.g. — se questo sia stato frutto di un calcolo». A questo proposito ha sottolineato anche il fatto che Fioroni ha cominciato a rendere le sue deposizioni quando già sui giornali si cominciava a parlare di una legge a favore dei «pentiti». Sull'..organizzazione» e sulla sua responsabilità Caizzi ha poi rilevato tutte le incongruenze presenti nelle dichiarazioni di Fioroni, a partire dal suo stesso ruolo. Il «professorino» infatti fino ad un certo punto si descrive come un tramite importante nell'organizzazione clandestina, poi «improvvisamente diventa uno che prende ordini da tutti, anche dagli ultimi arrivati»: un tentativo di «sminuire le proprie responsabilità». La posizione di Carlo Casirati, anche lui «pentito», secondo Caizzi non è migliore: incongruenze e reticenze si aggiungono al suo rifiuto di rispondere ai giudici della Corte di appello. Inoltre, il valore delle dichiarazioni dei due imputati è messo ulteriormente in dubbio dai notevoli contrasti esistenti tra le loro versioni. In conclusione, secondo il p.g.. é impossibile nel loro caso parlare di collaborazione completa: se pure «un loro contributo c'è stato per l'inchiesta romana (quella del «7 aprile», n.d.r.) esso è venuto meno proprio in un processo che li vede imputati in prima persona». Ciò nonostante «va apprezzato il loro sforzo per una parziale marcia di aiwicinamento alla verità»: per questo il p.g. ha chiesto l'applicazione delle attenuanti generiche e la condanna di entrambi a 19 anni di reclusione (in primo grado Fioroni aveva avuto 27 anni e Casirati 25). Per il resto Caizzi ha chiesto la conferma delle altre condanne: 30 anni a Giustino De Vuono. 25 a Gennaro Piardi. 12 anni ad Alice Carrobbio, moglie di Casirati. Susanna Marzolla
Luoghi citati: Milano
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