Torino: sono 8 i br che possono sperare in condanne minori di Claudio Cerasuolo

Torino: sono 8 i br che possono sperare in condanne minori II pm ieri ha parlato dei «pentiti» Torino: sono 8 i br che possono sperare in condanne minori TORINO — Continua la maratona verbale del pubblico ministero Pietro Miletto al processo contro i 73 appartenenti alla colonna torinese «Mara Cagol» delle Br. Ieri, dodicesima udienza, il rappresentante dell'accusa ha preso in esame la posizione di 55 imputati, delincandone il ruolo nella banda armata e le responsabilità. I «regolari» di colonna, militanti a tempo pieno per l'organizzazione, sono sette, Peci compreso: Rocco Micaletto (già condannato per banda armata, risponde di detenzione delle armi e dei documenti falsificati), Nadia Ponti, Vincenzo Guagliardo (sarà processato dall'assise di Venezia per banda armata), Giuseppe Mattioli (anche lui, come Micaletto già condannato per banda armata). Angela Vai e Silvana Innocenzi. Per Miletto, Peci potrà usufruire dei benefici previsti dall'art. 4 della legge Cossiga sui pentiti che hanno aiutato a sconfiggere il terrorismo, indicando covi e complici, depositi di armi e di schedari con notizie su possibili vittime dei brigatisti. Ci sono ben pochi imputati, tra quelli di cui ieri ha parlato il pm, che possono sperare nell'applicazione dell'art. 4: otto in tutto. Sono Mauro Curinga e la moglie Maria Cristina Vergnasco. Curinga, elemento di spicco nella rete logistica biellese delle Br ha fatto piena luce sui trasporti delle armi da Mestre in Pie¬ monte, non ha ritrattato la confessione e ha aiutato a scoprire nel giardino della propria abitazione un bidone pieno di esplosivo che era sfuggito alle ricerche dei carabinieri. C'è poi ancora una coppia, l'odontotecnico di Biella Edoardo Laburno e la moglie Loredana Casetta. Liburno ha collaborato con gli inquirenti, rischiando poi di essere strangolato da Pietro De Rosa nella gabbia n. 5 alla prima udienza del processo. L'ex operaio della Fiat Giuseppe Mattacchini e la sua convivente Anna Maria Canzonieri. Mattacchini. che è uno dei 61 licenziati dalla Fiat nel settembre del '79, ha dato un notevole contributo alle indagini, anche se in un secondo momento ha ritrattato la confessione e al dibattimento ha reso una contorta e incomprensibile dichiarazione, forse per giustificarsi di fronte all'organizzazione. Dante Di Biasi, che si è dissociato dal partito armato prima della cattura (stando alle confessioni di Peci); Pier Luigi Bolognini, che ha aiutato le indagini consentendo di identificare altri complici. Altri sette imputati possono sperare nella concessione delle attenunati generiche: Babuder, Caralli, Corli, Coletta, Chiavaioli, Lovato e Anna Pidello. Per tutti gli altri il pm ha chiesto la condanna come organizzatori o come partecipanti alla banda armata. Claudio Cerasuolo

Luoghi citati: Biella, Torino, Venezia