Il nuovo presidente francese mantiene la promessa: «no» a sentenze di morte di Paolo Patruno

Il nuovo presidente francese mantiene la promessa: «no» a sentenze di morte Con la prima grazia di Mitterrand comincia la «guerra alla ghigliottina» Il nuovo presidente francese mantiene la promessa: «no» a sentenze di morte DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — Comincia a spirare impetuoso il vento del cambiamento in Francia. Se in politica e in economia la presidenza socialista attende il voto delle legislative per varare i provvedimenti promessi, il governo annuncerà invece prossimamente le prime misure sociali (aumento del salario minimo del 10 per cento, maggiorazione degli assegni familiari e delle pensioni) dopo la consultazione effettuata ieri da Mitterrand con i principali leaders sindacali. Ma il mutamento è importante e clamoroso soprattutto sotto altri aspetti, per il contrasto con il clima della fine della presidenza Giscard: quattro giorni dopo l'ingresso all'Eliseo, Mitterrand ha pronunciato infatti la sua prima «grazia», abolendo almeno di fatto la pena capitale. Subito dopo, il nuovo ministro della Giustizia Maurice Faure ha annunciato che il governo presenterà al Parlamento una proposta di legge per l'abolizione della ghigliottina, mentre il suo collega degli Interni, Defferre. ha reso noto che sono sospese tutte le misure di espulsione. E in Francia cominciano a tornare alcuni illustri «espulsi» dopo controverse decisioni giudiziarie del passato settennio: l'avvocato tedesco Klaus Croissant, il giornalista americano Simon Malley. Nessuno in precedenza aveva osato sollevare cosi coraggiosamente, in periodo di campagna elettorale, il problema della pena di morte come hanno fatto Mitterrand e il suo governo. Il nuovo Presidente ha ricevuto lunedi sera all'Eliseo i difensori del giovane Philippe Maurice, condannato a morte per l'assassinio di un poliziotto. La Corte di cassazione aveva confermato il verdetto e per il recluso nel braccio della morte non restava che attendere la ghigliottina o la grazia presidenziale. Nel periodo della campagna presidenziale Giscard non aveva voluto che la ghigliottina diventasse un'arma elettorale e. pur sostenendo ctie nelle attuali circostanze di insicurezza non era opportuna la sua abolizione, aveva sospeso ogni decisione sul destino di Maurice. E' toccato cosi a Mitterrand decidere della vita o della morte di un uomo. Il nuovo Presidente lo ha fatto rapida- mente, in linea con i suoi principi. Due ore dopo la fine del colloquio con i difensori di Philippe Maurice. l'Eliseo diramava infatti la notizia della concessione della «grazia», ossia della commutazione della pena capitale nell'ergastolo. Mitterrand ha tenuto fede così all'impegno che avev? espresso coraggiosamente durante la campagna elettorale: «Nel profondo della mia coscienza, io sono contro la pena di morte. Farò quello che devo fare nel quadro d'una legge esagerata, regale, che dà un potere eccessivo a un solo uomo, quello di disporre della vita di un altro uomo. La mia disposizione d'animo è nel senso di non fare eseguire esecuzioni capitali-. Davanti alla grande platea televisiva che lo giudicava come candidato all'Eliseo. Mitterrand non aveva temuto di assumere una posizione impopolare, considerato che gli ultimi sondaggi indicano che una netta maggioranza dei francesi (il 63 per cento) è favorevole al mantenimento della ghigliottina. Lo stesso coraggio. Mitterrand l'ha dimostrato adesso concedendo la «grazia» durante la campagna per le «legislative» di giugno, senza attendere prudentemente qualche settimana La magistratura e le giurie popolari hanno accolto polemicamente la vittoria di Mitterrand. I rappresentanti dell'accusa hanno ricordato nelle aule dei tribunali che la pena di morte esiste. E in tre occasioni, da quando Mitterrand è presidente, i giudici l'hanno applicata in questi ultimi giorni. Sono sette i condannati a morte che attendono l'esito del ricorso in cassazione, ma ora senza il terrore della ghigliottina. Paolo Patruno

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