Il Pentagono ammette: numerosi negli anni incidenti atomici di Ennio Caretto

Il Pentagono ammette: numerosi negli anni incidenti atomici Rotto il silenzio su casi che potevano diventare tragedie Il Pentagono ammette: numerosi negli anni incidenti atomici Da Palomares alla Groenlandia - Cinque episodi erano finora sconosciuti - L n aereo con armi nucleari precipitò nel Mediterraneo «non lontano dalle coste italiane» -11 rapporto precisa che i fatti verificati dimostrano l'improbabilità di una esplosione DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — Rompendo un silenzio in qualche caso di oltre trent'anni, il Pentagono ha ieri reso pubblica una serie di gravi incidenti occorsi all'aviazione e alla marina militare americane che avrebbero potuto causare una catastrofe atomica. Il primo in ordine cronologico è quello di un bombardiere P-47 nel Mediterraneo «non lontano dall'Italia... nel 1947. L'apparecchio, che portava due anni nucleari a bordo (il Pentagono non ha precisato quali) mancò a un appuntamento violante con un aereo cisterna. Fu dichiarato perduto con il suo equipaggio: probabilmente, precipitò in acqua per un'avaria col suo mortale carico. L'incidente più serio è forse quello di un sottomarino nell'Oceano Atlantico «al largo delle coste europee» nel 1968. Ancora oggi il Pentagono mantiene la massnna riserv>atezza per impedire che l'Urss ponga le mani su uno o più missili atomici che erano a bordo. Non è chiaro se il vascello affondò o perse solo le armi. I portavoce hanno dichiarato che «non si verificò nessuna esplosione... Gli incidenti sono elencati dal Pentagono in uri rapporto riservato. Ammontano a 32 in tutto, ma solo cinque o sei non erano inai venuti alla luce, o perché protetti dal segreto di Stato o perché sfuggiti ai massmedia. Il rapporto precisa che dopo il 1968 l'aviazione militare ha adottato straordinarie precauzioni: per esempio, gli aerei non compiono più manovre con bombe atomiche a bordo. La marina non ha invece modificato la sua prassi. Il rapporto sottolinea «che non vi sono mai stati scoppi nucleari... Quattro sono gli altri incidenti sconosciuti emersi ieri. Nel 1950 un bombardiere B-5C. che volava ad un'altezza di 3500 metri circa sulle acque territoriali americane, fu costretto a sganciare una bomba, priva però di materiale nucleare: la bomba esplose al contatto con l'acqua. Nel 1959. un apparecchio ricognitore P-5M precipitò nell'oceano all'altezza dello Stato di Washington, ma neppure questo trasportava materiale radioattivo. Nel 1963, alla base di Medina nel Texas, la sede della commissione per l'energia atomica fu devastata da uno scoppio, fortunatamente senza che esso coinvolgesse armi nucleari. Nel 1965, un aereo A4, che veniva alzato a bordo di una portaerei nell'Oceano Pacifico, sprofondò nelle acque, insieme col pilota: era carico di armi atomiche, che non vennero recuperate. Come accennato, la maggior parte del rapporto è dedicata a incidenti già noti. Idue che provocarono le maggiori polemiche, e indussero l'aviazione militare alla massima prudenza, risalgono al '66 e al '68. Quello del '66. a Palomares in Spagna, fu causato da una collisione tra un bombardiere B-52 e una cisterna volante KC-135: vi fu una fuga di materiale radioattivo da due bombe nucleari, e altre due armi precipitarono nel Mediterraneo, sema essere più rintracciate. L'incidente del 1968 a Thule. in Groenlandia, l'ide un altro B-52 schiantarsi a terra, con la successiva distruzione di quattro bombe nucleari nell'incendio e di nuovo una fuga di materiale radioattwo. Uno degli scopi per cui il Pentagono ha rotto il suo riserbo è stato di dimostrare che in quaranta anni il controllo dell'arsenale nucleare americano si è perfezionato, ed un olocausto è oggi estremamente improbabile. Il Pentagono ha messo in rilievo il coraggioso comportamento degli equipaggi nei momenti di crisi. Ha citato in particolare i casi di un aerotrasporto pesante, un C-124 nel 1957, e di un B-52 nel 1961. Il C-124 dovette compiere un atterraggio di emergenza nel New Jersey, e si liberò pertanto di due bombe, che andarono perdute: il B-52 dovette compiere un atterraggio di fortuna, e all'ultimo momento il pilota sì gettò col paracadute dopo essersi però accertato che i dispositivi di sicurezza alerebbero impedito lo scoppio delle armi radioattive. Il rapporto è scaturito dalle proteste degli elettori americani in seguito all'ultimo di questi incidenti in ordine cronologico, quello dello scorso settembre nell'Arkansas, che coinvolse il missile Titan 2. Il missile esplose, scagliando la testata nucleare a circa 200 metri di distanza, uccidendo uno dei tecnici e ferendone 21 altri. Per fortuna, l'incidente non ebbe conseguenze più drammatiche: un'inchiesta accertò negligenza da parte del personale. Il Pentagono venne tuttavia costretto dal Congresso a svolgere un'inchiesta approfondita. Da qui la decisione di riesaminare tutti i 32 incidenti dal 1947 in poi, per una valutazione dei provvedimenti presi a mano a mano per impedire la loro ripetizione. A parere del Pentagono, incidenti ben più gravi si sono verificati nell'Unione Sovietica: nel 1961 e l'anno scorso essi sarebbero costati la vita anche ad alcuni generali. Ennio Caretto

Persone citate: Palomares