Molti palazzi sgomberati erano sicuri e abitabili di Francesco Fornari

Molti palazzi sgomberati erano sicuri e abitabili Napoli: in parte ingiustificato il grande esodo Molti palazzi sgomberati erano sicuri e abitabili DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE NAPOLI — Sei mesi fa era in un letto d'ospedale, le gambe fratturate, negli occhi infiammati dalla polvere l'ombra del terrore. Emilio Ciccone, 12 anni, da Conza. piccolo paese di duemila abitanti sulla sommità di un colle. La sera del 23 novembre, alle 19,30, le vecchie case squassate dalla violenta scossa tellurica si sono ripiegate su se stesse. Del paese, distrutto al 95 per cento, sono rimasti soltanto pochi muri pericolanti, una montagna di rovine. Dalle macerie della sua casa, Emilio era stato salvato dopo oltre venti ore. Poco lontano era stato trovato il corpo senza vita del padre. La madre, ferita gravemente, è ancora ricoverata all'ospedale. Dopo sei mesi di degenza, il ragazzo è tornato nella sua nuova casa: una roulotte ai piedi del colle su cui, prima del terremoto, sorgeva il villaggio. Nella pìccola roulotte vive con la nonna: ogni sera, reggendosi a fatica sulle gambe ancora deboli, va a pregare sulla tomba del padre, nel nuovo cimitero dove sono state seppellite le 183 vittime del sismo. Entro la fine dell'estate per Emilio sarà pronta una casa prefabbricata, una sistemazione più confortevole in attesa che — chissà dove, chissà quando — il paese venga ricostruito. «L'avventura di questo ragazzo, salvato in extremis sotto le macerie, rappresenta per tutti noi uno stimolo per ricominciare daccapo, per ricostruire Conza più bella di prima», dice Ornella Salzullo, assessore anziano del Comune. A Conza, infatti, come è accaduto nella maggioranza dei centri colpiti dal terremoto, non si è perso tempo in chiacchiere, in litigi, in vane attese. Il piano di ricostruzione è quasi ultimato, la nuova zona su cui verrà costruito il paese (nemmeno da pensare che possa essere rifatto dov'era: tutta la collina è stata giudicata — tardivamente — zona fortemente sismica) già individuata. Centocinquanta prefabbricati sono già stati montati, altri cento saranno pronti entro la metà d'agosto. I tempi e le speranze dell'on. Zamberletti («ogni terremotato avrà un tetto entro la fine dell'estate»), in questo caso sono stati rispettati. Per il commissario straordinario del governo il lavoro volge verso la conclusione. Alla fine di giugno scade il suo mandato, la fase dell'emergenza è terminata, adesso si tratta di affrontare quella della riedificazione. «Per la ricostruzione delle zone colpiti dal sismo del 23 novembre la "staffetta" continua: il "testimone" ora passa nelle mani dei gestori della legge recentemente approvata», dice l'on. Zamberletti. Rassicura, comunque, che non vi saranno vuoti di gestione: «Il completamento del reinsediamento delle popolazioni, il controllo sulle attività degli enti locali, i collaudi e tutto quanto rimane legato alla fase dell'emergenza, saranno assolti dall'equipe del Commissariato che, per ora, non smobilita». Che l'attività del Commis¬ sariato continui senza soste, lo dimostra il lavoro svolto da una squadra speciale di verifica incaricata di controllare l'abitabilità degli edifici di Napoli dichiarati pericolanti. Nei primi giorni dopo il sismo, i tecnici incaricati di stabilire l'abitabilità o meno delle case avevano ecceduto (per prudenza) nel rilasciare certificati di pericolosità. La revisione dell'abitabilità svolta dalla squadra speciale di super-periti ha accertato che l'80 per cento degli edifici dichiarati pericolanti sono invece perfettamente abitabili: 4300 alloggi sono stati riconsegnati agli inquilini, 23.650 persone hanno già potuto far ritomo a casa. In altri 7300 alloggi sono già incominciati lavori di riattazione: entro poche settimane altre 40 mila persone rientreranno nelle loro abitazioni. Sembra incredibile: migliaia di evacuazioni, decine di strade chiuse al traffico e oggi si scopre che, per l'80 per cento dei casi, tutto questo non era necessario. Napoli non finirà mai di stupire per le sue contraddizioni. Oggi, a sei mesi dal terremoto, il peggio sembra essere veramente passato anche se, accanto a paesi come Balvano. dove tutto appare in ordine, se ne trovano altri, come Laviano, uno dei centri più colpiti, dove sono stati piazzati soltanto 35 prefabbricati donati dal Friuli. Null'altro è stato fatto. Francesco Fornari

Persone citate: Emilio Ciccone, Ornella Salzullo, Zamberletti

Luoghi citati: Balvano, Conza, Friuli, Laviano, Napoli