Il re dei sacchetti dalla P2 all'estero
Il re dei sacchetti dalla P2 all'estero La «resistibile ascesa» di Aldo Buglione Il re dei sacchetti dalla P2 all'estero Dopo il crack del suo impero, l'industriale è fuggito - Ora si scopre che è un «fratello» «Lei fa parte della loggia P2 \ di Licio Getti?». E' una domanda alla quale non risponderà di certo Aldo Bugnone, 72 anni, presidente fino a poco tempo fa di un impero industriale crollato negli ultimi anni. Alle prime avvisaglie della caduta e con il fallimento in arrivo ai primi mesi dell'80 l'anziano dirigente ha scelto la via dell'esilio. Con lui si sono resi irreperibili il figlio Piero e l'amministratore delegato Roberto Sacco. Una decisione previdente, visto che pochi giorni dopo, dichiarando il fallimento della Imeco (la finanziaria del gruppo Bugnone), il tribunale spiccò contro i tre personaggi altrettanti mandati di cattura per bancarotta fraudolenta e illeciti contabili. Probabilmente Bugnone si è rifugiato in Costarica. Personaggio assai noto nell'ambiente imprenditoriale torinese, cavaliere del Lavoro dal '72, era console di quel paese in Italia. E proprio in Costarica aveva allargato la sua sfera d'influenza negli affari. Si calcola che l'impero si ramificasse, prima del crollo, in una trentina di imprese in Italia e all'estero. n cavalier Bugnone era partito da una piccola fabbrica (una casupola in un cortile a Rivoli) di sacchetti di carta che servivano alle panetterie. Poi il grande balzo con la lavorazione dell'alluminio in fogli (contenitori, sacchetti per uso alimentare). Infine gli indebitamenti esagerati e il crack. Ora il suo nome compare nell'elenco dei quasi mille personaggi indicati come «fratelli» della P2. Probabilmente il cavalier Bugnone non se ne preoccuperà più di tanto. Ha altri grattacapi, come i mandati di cattura che il giudice istruttore Sandrelli (che conduce l'inchiesta sul gruppo) continua a notificargli
Persone citate: Aldo Buglione, Aldo Bugnone, Bugnone, Licio Getti, Roberto Sacco, Sandrelli
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