I brigatisti a Roma sparano al direttore del collocamento di Liliana Madeo

I brigatisti a Roma sparano al direttore del collocamento In quattro hanno dato l'assalto agli uffici sulla via Appia I brigatisti a Roma sparano al direttore del collocamento Lo hanno ferito a una gamba, non è grave - La pistola si è inceppata dopo il primo colpo - Una ragazza ha fatto da palo - Un cartello al collo della vittima ROMA — Una larga chiazza di sangue subito dopo la porta d'ingresso, e poi due strisce rosse con le impronte dei piedi diretti verso un primo ufficio a destra, un altro a sinistra e il salone dove ha accesso il pubblico: queste chiazze di sangue tracciano l'itinerario di ricerca ansiosa d'aiuto che Enzo Retrosi, responsabile dell'ufficio collocamento di Roma, ha compiuto subito dopo essere stato aggredito e colpito ieri pomeriggio da un commando delle Brigate rosse. Il dirigente è stato ricoverato all'ospedale San Oiovanni. Le sue condizioni non sono gravi. Un proiettile calibro 7,65 gli ha trapassato una gamba all'altezza del ginocchio. E' entrato dalla parte posteriore, è fuoruscito sul davanti. Il bossolo è rimasto sull'impiantito della stanza in cui i terroristi lo avevano immobilizzato e colpito. La prognosi è di venti giorni. Retrosi è stato fortunato perché la pistola s'è inceppata dopo il primo colpo. Contro l'ufficio di collocamento e i suoi dirigenti ripetute erano state le intimidazioni venute dai terroristi. Più di un anno fa, alla fermata dell'autobus, mentre si recava al lavoro, un commando di ultras sparò al dirigente dell'ufficio regionale, Pericle Pini. Dopo poco tempo saltò in aria la vettura del responsabile del collocamento di Roma, Elio Tullio. Questi si ritirò dal servizio, e fu sostituito da Enzo Retrosi, 32 anni, da poco sposato, proveniente dal ministero del Lavoro, da tutti considerato persona perbene. corretta. Il 9 marzo scorso, alle 22, un ordigno esplosivo fu lanciato contro la saracinesca dell'ufficio: la porta fu divelta, le vetrate andarono in frantumi, alcune auto parcheggiate davanti all'edificio furono gravemente danneggiate. L'ufficio si trova al piano terra di un grosso stabile sulla via Appia. C'è uno slargo, negozi, un bar, molti portoni. E' un quartiere fittamente popolato. Nonostante tanti «avvertimenti», non esistono misure di vigilanza e controllo adeguate. Ogni giorno passano per gli uffici centinaia di persone. I brigatisti hanno agito con rapidità e senza incontrare ostacoli. Sono arrivati alle 13,45, un quarto d'ora dopo che i dipendenti se ne erano andati, un quarto d'ora prima che si concludesse l'ultimo turno di lavoro. Hanno aperto tranquillamente la porta che si affaccia sulla via Appia. Una ragazza è rimasta sul vano, facendo da palo. Tre giovani, a volto scoperto, sono entrati decisi. Si sono diretti verso l'unica stanza occupata. C'era il dirigente, più il suo vice e altri quattro collaboratori. Enzo Retrosi sedeva alla scrivania. Gli altri, chini su una lettera alla cui stesura avevano collaborato, giravano le spalle all'uscio. 'Buttatevi a terra e non muovetevi» ha intimato una voce, senza alzare il tono. «JVon mi sono neanche girato, ma con la coda dell'occhio ho visto che quello dietro di me era armato e la pistola mi ha sfiorato la mano», racconta il vice di Retrosi. Tutti si sono stesi sul pavimento. Uno del commando ha fatto alzare con la forza il responsabile dell'ufficio. Lo ha girato contro il muro. Gli ha tolto i documenti e gli effetti personali. Mentre era girato contro il muro, gli ha messo al collo un cartello con la scritta: « Contro la ristrutturazione. Lavorare tutti. Lavorare meno. Contro la chiamata nominale e il lavoro precario, costruiamo gli organismi in massa rivoluzionari». Due i terroristi che hanno dato rapidi ordini. Il gruppo dei dipendenti dell'ufficio collocamento è stato separato. I cinque sono stati condotti in una stanza, e chiusi dentro; con l'intimazione di non muoversi. Retrosi è rimasto solo nelle mani dei terroristi. Gli hanno legato le mani dietro la schiena, lo hanno fotografato gli hanno sparato alla gamba, quindi lo hanno lasciato sanguinante. Uno dei brigatisti ha raggiunto il salone del pubblico e degli sportelli. Con lo spray rosso ha tracciato sul muro lo stesso slogan del cartello, nella sua prima parte, e con le parole abbreviate. Sotto, la stella a cinque punte. I terroristi sono usciti sulla via indisturbati. Nessuno li ha notati. Porse un'auto li attendeva. Liliana Madeo

Persone citate: Elio Tullio, Enzo Retrosi, Pericle Pini, Retrosi

Luoghi citati: Roma