Roberto Calvi in carcere risponde al magistrato «Le società svizzere non erano mie fiduciarie»
Roberto Calvi in carcere risponde al magistrato «Le società svizzere non erano mie fiduciarie» Roberto Calvi in carcere risponde al magistrato «Le società svizzere non erano mie fiduciarie» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MILANO — Faccia a faccia, nel carcere di Lodi, il sostituto procuratore generale Gerardo D'Ambrosio e Roberto Calvi, il più illustre dei sette finanzieri italiani finiti in prigione per ordine del giudice milanese in relazione ad una complicata faccenda di esportazione di capitali risalente al periodo '73-76. Alle sedici, con un giorno d'anticipo sulle previsioni, il magistrato è andato a Lodi per cercare di sveltire al massimo la procedura allo scopo di portare in aula gli imputati entro i termini stabiliti dalla legge per il rito direttissimo. Poco dopo è giunto anche il collega di D'Ambrosio, Ovilio Urbisci, allo scopo di sentire l'ultimo imputato detenuto ancora da interrogare, Antonio Tonello, ex componente il consiglio di amministrazione della Centrale e attuale presidente della Ras. Prima di quello di ieri, che certamente è stato il più importante degli interrogatori, sia per la personalità dell'inquisito sia per il ruolo che Roberto Calvi avrebbe interpretato nella vicenda al centro dell'inchiesta, il magistrato inquirente aveva già sentito nelle carceri di Monza e Lodi altri cinque fra i protagonisti presunti dell'esportazione di valuta mascherata da compravendita di azioni. Ferrea la consegna del silenzio dei vari difensori e ancor di più del giudice D'Ambrosio. Si è comunque appreso che tutti i colloqui sono stati abbastanza rapidi anche perché gli accusati erano già stati sentiti in precedenza e non hanno fatto altro che confermare le dichiarazioni di innocenza rese in istruttoria. Mario Valeri Manera. ex presidente degli industriali veneti, vice presidente della Banca Cattolica del Veneto, ideatore e sostenitore del premio letterario Campiello, oltre che consigliere d'amministrazione della Centrale Finanziaria, carica che lo ha portato in prigione, ha esposto la sua versione, assistito dai legali cosi come aveva fatto prima di lui Giorgio Cappugi (che della Centrale era direttore generale). Carlo Bonomi e Giorgio Cigliana della Invest oltre a spiegare le loro ragioni avrebbero anche chiesto il perché del loro coinvolgimento che. avrebbero spiegato, non comprendono ancora. Anche Aladino Minciaroli, arrestato a Roma e subito trasferito a Lodi, è già stato interrogato: cosi tutti gli imputati hanno esposto le loro ragioni e non ci sono più ostacoli prima di giungere al processo fissato per venerdì prossimo alla decima sezione del tribunale. Sosterrà l'accusa il sostituto procuratore Corrado Carnevali, il quale ha accettato dopo una mattinata di riflessione. E' possibile dare qualche anticipazione sulla linea difensiva che gli imputati porteranno davanti al tribunale fra una settimana quando compariranno per rispondere dell'accusa di esportazione di valuta e di omesso rientro della stessa. Roberto Calvi, ad esempio, sosterrà che le società anonime svizzere e panamensi che erano in possesso dei titoli Toro (in seguito venduti alla Centrale a prezzi maggiori rispetto a quelli di mercato) non erano affatto fiduciarie della Centrale. E dovrebbe presentare una dichiarazione in questo senso fatta dalla llìÉBli
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