Quarto morto per digiuno a Belfast Duri scontri nell'Irlanda del Nord di Mario Ciriello
Quarto morto per digiuno a Belfast Duri scontri nell'Irlanda del Nord Tragica, inarrestabile protesta dell'Ira con lo sciopero della fame Quarto morto per digiuno a Belfast Duri scontri nell'Irlanda del Nord DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA —'Quattro sono adesso gli uomini dell'Ira morti per propria volontà con l'arma della fame, Bobby Sands, Francis Hughes, Raymond McCreesh e Patrick O'Hara. Gli ultimi due sono morti a meno di 24 ore l'uno dall'altro, digiunavano entrambi da 61 giorni, O'Hara si è spento alle 11,29 di giovedì sera. Violenze più estese e più gravi del consueto scuotevano subito i rioni cattolici di Belfast e Londonderry; alcune unità dell'esercito e della polizia si trovavano sotto il fuoco non soltanto delle bombe molotov ma anche di proiettili di fucile e di mitra. Almeno dodici persone sono rimaste ferite nei disordini esplosi dopo la morte di McCreesh e O'Hara: un numero che include sei militari inglesi investiti, a Londonderry, da un lungo bombardamento di ordigni esplosivi e incendiari. Vi è anche un morto, un uomo di 40 anni, ma non è ancora chiaro se abbia perso la vita perché colpi¬ to da una pallottola di plastica (non di gomma, arma diversa) sparata da un soldato o perché travolto da un veicolo in fuga. O'Hara, 24 anni, non apparteneva in realtà all'Ira, bensì alla Inla (Irish National Liberation Army) un gruppo ancora più violento. Il comando dell'Inla minacciava ieri: « Vendicheremo Patrick con un bagno di sangue*. Il digiuno degli altri volontari della morte è soltanto all'inizio; Joe McConnell non tocca cibo da 14 giorni, Brendan McLaughlin da 9, Kieran Doherty da 24 ore (un quarto nome dovrebbe essere annunciato da un momento all'altro). Ma il calcolo potrebbe essere sconvolto da un'anticipato, repentino decesso di McLaughlin. Una vasta emorragia interna rendeva necessario mercoledì il ricovero di questo prigioniero di 29 anni in un ospedale di Belfast. Ieri sera, un comunicato informava: 'McLaughlin ha bisogno di una trasfusione di sangue, ma oltre a rifiutare ogni alimento rifiuta ogni terapia*. E' un panorama deprimente, ma non mancano i raggi di luce. Vero è che le elezioni amministrative di mercoledì hanno rafforzato poderosamente il più intransigente dei partiti protestanti, quello del reverendo Ian Paisley, il Democratic Unionist Party a danno dell'Oncia/ Unionist Party ; ed è vero altresì che il partito interconfessionale di centro Alliance Party ha subito perdite dolorose. Allo stesso tempo, però, il partito cattolico moderato — Social Democratic and Labour Party — di John Hume ha resistito validamente all'offensiva del neo Irish Independent Party, ultranazionalista e prò 'scioperi della fame*. Poteva andare meglio, ma poteva andare molto peggio. I risultati, completi si avranno domani, ma già sembra lecito dire che, nonostante le passioni scatenate dai suicidi della Maze Prison, nonostante la pietà stessa per i morti, la stragrande maggioranza dei cattolici nordirlandesi quasi l'80 per cento forse, respinge l'Ira: e chi aspira all'unificazione dell'Isola spera di arrivarvi con la diplomazia, con la pazienza, non con il sangue (purtroppo l'incandescente rione di West Belfast ha respinto Gerry Fitt, coraggiosa e nobile figura, critico implacabile della violenza e dei suoi paladini). Le elezioni hanno un valore più politico che amministrativo: le autorità locali dell'Ulster hanno perso dal 74 quasi ogni potere, Londra decide tutto. Mario Ciriello
Luoghi citati: Belfast, Irlanda Del Nord, Londonderry, Londra, Ulster
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