Camera: la tensione è scesa ma qualche volto resta cupo di Alberto Rapisarda
Camera: la tensione è scesa ma qualche volto resta cupo Attività quasi normale dopo la notte dei colpi di scena Camera: la tensione è scesa ma qualche volto resta cupo ROMA — L'attività è ripresa in modo apparentemente normale nel cuore del mondo politico italiano, dopo la lunga notte dei colpi di scena e delle rivelazioni. Le facce cupe, l'atmosfera pesante che mercoledì avvolgevano Montecitorio, quando incombeva ancora come una minaccia la pubblicazione dei 950 nomi della loggia «P2», ieri mattina si erano improvvisamente dissolte. Battute, pettegolezzi più o meno credibili su questo o quel presunto «fratello», si diffondevano da capannello a capannello nel Palazzo sdrammatizzando le paure del giorno prima. Come mai tanto sorprendente buon umore, on. Di Giulio?, chiedevamo al capogruppo comunista. -Si scherza, ma quelli che non hanno nulla da ridere non si sono visti». Ma, più tardi, anche gli uomini chiacchierati avrebbero tatto la loro comparsa ad uno ad uno nel Transatlantico, sfidando gli sguardi ironici dei colleghi e le facce falsamente compunte dei cronisti. Il capogruppo socialista Labriola si aggrovigliava nei distinguo sulla qualità delle logge massoniche, i democristiani Vito Napoli e Carenini smentivano tutto a tutti coloro che rivolgevano loro la parola. Ma i loro compagni di partito non sembravano di buon umore. -Il nostro gruppo è sconcertato — ammetteva Gerardo Bianco — c'è una sensazione di sconforto e siamo alla ricerca di chiarezza». I chiarimenti riguardano ben 15 parlamentari della de. il partito con la più folta rappresentanza politica nella loggia «P2». Sarebbero addirittura 16 se la domanda del ministro Sarti fosse stata accolta da Licio Gelli. L'imbarazzo tra i dirigenti dello scudo crociato è grande. Nei giorni scorsi il segretario Piccoli aveva annunciato che l'iscrizione alla de era incompatibile con la militanza in una loggia massonica. Cosa farà ora? Piccoli e Bianco si incontravano per trovare una via di uscita, si riuniva il direttivo dei deputati de e tutto veniva rinviato alle decisioni che prenderà la «commissione dei 5 saggi» del partito. Intanto, «la discussione», settimanale della de. allargava il discorso affermando perentoria: -Le istituzioni dovranno indicare con esemplare severità l'inconciliabilità tra i vincoli segreti, l'appartenenza a poteri occulti e la fedeltà alla Costituzione» di tutti gli iscritti alla «P2». Anche i socialisti si agitavano imbarazzati: nella lista ci sono otto loro parlamentari tra i quali un ministro e il capogruppo dei deputati. Il presidente della Commissione di controllo del partito. Natali, decideva cosi -di chiedere chiarimenti a tutti gli iscritti al partito indicati nell'elenco in questione», lasciando la decisione finale alla Commissione. I socialdemocratici reagivano invece facendo quadrato attorno al loro segretario, Pietro Longo, il cui nome è nella lista. Giuseppe Saragat esprimeva la sua solidarietà a Longo e scendeva in difesa della massoneria, -una istituzione che nel passato ha annoverato nelle sue file gli uomini migliori del nostro risorgimento e degli antifascisti». Mentre si discuteva ancora del potere dei giudici (-sono stati ignobili gli attacchi contro la magistratura milanese» diceva Di Giulio) si avviava cosi anche il dibattito su cosa è la massoneria oggi. Il socialista Servadei ricordava una sua antica proposta (mai accolta dal partito) di rendere incompatibile l'appartenenza alle logge e al psi. U Avanti! chiedeva invece di chiarire preliminarmente se la «P2» è o no incostituzionale. I comunisti non partecipa¬ vano al dibattito. Ma ne abbiamo visti diversi aggirarsi per Montecitorio carichi di testi sulla massoneria presi in prestito alla biblioteca della Camera con l'intenzione di approfondire l'argomento. Alberto Rapisarda
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