Lagorio sottopone oggi al governo la sorte dei 169 militari «fratelli» di Sandra Bonsanti

Lagorio sottopone oggi al governo la sorte dei 169 militari «fratelli» In Parlamento il dossier sui rapporti tra Gelili P2, Sindona Lagorio sottopone oggi al governo la sorte dei 169 militari «fratelli» Nell'elenco vi sono, tra gli altri, 54 generali, 41 colonnelli e 57 ufficiali superiori - La loro posizione è stata esaminata da un gruppo di esperti del ministero della Difesa - L'ultima decisione spetterà a Pertini, capo supremo delle Forze Armate -1 comunisti chiedono la loro sospensione cautelativa dal servizio ROMA — Sono 169 i militari inclusi negli elenchi di Licio Gelli. La loro sorte verrà decisa nelle prossime ore. Il ministro Lagorio ha messo al lavoro un gruppo di esperti che hanno esaminato la posizione di ognuno dei presunti «fratelli». Oggi, con quei dati in mano, Lagorio si presenterà al Consiglio dei ministri e toccherà al governo stabilire una «linea politica» da adottare nei diversi casi. Ma la responsabilità suprema delle Forze Armate è di Sandro Pertini: sarà soprattutto lui a valutare le soluzioni proposte dal governo. Ieri sera non si escludeva la possibilità che nei prossimi giorni decida di, convocare il Consiglio Supremo della Difesa per discutere con i vertici militari lo sconvolgimento che si è venuto a creare con la pubblicazione delle liste della «P2». Può darsi che sia lui stesso ad intervenire per tentare quell'opera di convincimento sull'opportunità di alcune «autosospensioni cautelative» che altri, nei giorni scorsi, non avevano portato a buon fine. Del problema di un possibile coinvolgimento di tanti alti gradi delle Forze Armate negli oscuri progetti di Gelli si sono occupati anche i partiti: i comunisti si sono detti favorevoli «all'immediata sospensione cautelativa dal servizio di tutti gli ufficiali come di tutti gli altri appartenenti all'amministrazione civile dello Stato che risultino nelle liste della "P2" rese note dalla magistratura». La dichiarazione è del capogruppo comunista nella commissione Difesa della Camera, on. Baracetti, masi sa che non tutto il partito è schierato su posizioni 'tanto ultimative. Molto più cauto* sarebbe il senatore Pecchioli che, si dice, sostenne a suo tempo la nomina del generale Grassini al vertice del Sisde e che è un esperto dei problemi dei nostri militari. Al Ministero della Difesa si respira un'aria pesante. Gli elenchi ufficiali sono arrivati soltanto in tarda mattinata. Il ministro Lagorio ha voluto per prima cosa controllare chi fosse un certo Bruno, di cui alcuni avevano scritto che fosse suo segretario. -E chi l'ha mai visto?» chiedeva Lagorio ai suoi assistenti. Alla fine si è scoperto che si tratta di un consigliere regionale calabrese, dipendente della Difesa soltanto fino al '77 quan¬ do si mise in aspettativa per seguire una vocazione politica. Ma il sospiro di sollievo è stato breve. Mentre un ufficiale gli diceva: -Ministro, qui ne escono bene Cappuzzo e pochi altri», un secondo gli mostrava l'elenco dei presunti frateli: 54 generali: 41 colonnelli; 57 ufficiali superiori (maggiori e tenenti colonnelli): 46 capitani: un sottufficiale... Sull'altro colle, al Viminale. il conto era molto più breve: premesso che il prefetto Pelosi, in quanto segretario del Cesis, dipende direttamente dalla presidenza del Consiglio, nella lista c'erano cinque dipendenti: il prefetto di Pavia, quello di Brescia, un dirigente di prima categoria e un funzionario fiorentino. Su tutti si levava la figura di spicco di Federico D'Amato, già responsabile degli «Affari Riservati», adesso addetto al- le Frontiere. D'Amato nella -P2»? Ma se fu attaccato selvaggiamente, ai primi del '74. dal procuratore Spagnuole altro membro privilegiato della -P2»l -Fra di loro succedeva questo ed altro» assicurano fonti massoniche. Tra quelli del Viminale compare però anche il nome di Elio Cioppa. che un tempo risolveva tutti i casi di sequestro nella zona di Roma e adesso è passato nelle file del Sisde. Dagli elenchi di Gelli risulta che sia il gen. Grassini (capo del Sisde) che il generale Santovito (capo del Sismi) avrebbero fatto parte del gruppo capeggiato da Gelli stesso. Risultano entrambi affiliati nel gennaio del '77 e mentre Grassini avrebbe versato quote fino al '79, Santovito invece si sarebbe fermato al '78. Quanto al capo di Stato Maggiore ammiraglio Torrisi la sua iniziazione porta la data del 26 gennaio del '78 e avrebbe pagato una quota di 50.000 lire soltanto in quell'anno. La lista ha comunque portato ad alcune conferme: erano nella «P2» i generali Miceli. Maletti. Lo Prete, Giudice, il capitano La Bruna, il colonnello Viezzer, il capitano D'Ovidio che hanno riempito delle loro storie la cronaca di questi anni? Certo è che in quell'elenco ci sono tutti. Altre forze della sinistra sono intervenute nel dibattito sul problema dei militari coinvolti: i senatori della sinistra indipendente hanno rivolto un'interrogazione a Forlani chiedendo quali provvedimenti intenda adottare -per sostituire militari funzionari e diplomatici la cui permanenza nelle cariche non può non gettare una profonda ombra di sospetto». Anche Milani, per il pdup. chiede al ministro della Difesa quali iniziative intenda prendere per tutelare le Forze Armate da centri di potere occulto. Sandra Bonsanti

Luoghi citati: Brescia, Pavia, Roma